Ferrari al GP Cina, Fry: “Ancora tanta strada da fare”

La Rossa è ancora a 8 decimi dai migliori secondo il direttore tecnico

Ferrari al GP Cina, Fry: “Ancora tanta strada da fare”

Già prima del termine dei test invernali in Spagna svoltisi a febbraio, i media e gli esperti di Formula 1 parlavano della “crisi” della Scuderia Ferrari: non certo una parola nuova, essendo stata usata tante volte nei 62 anni di storia della squadra più vincente di questo sport. Peraltro, sia i piloti sia il management di Maranello non avevano certo negato che la F2012 accusava alcune debolezze, in particolare in termini di rendimento aerodinamico e di velocità di punta. C’erano anche alcuni aspetti postivi, come la cronica incapacità delle monoposto del Cavallino di Rampante a mandare in temperatura le gomme che sembra essere risolta. A Melbourne, nella prima tappa del campionato, era arrivata la conferma che la F2012 non era competitiva ai massimi livelli.

Otto giorni dopo il quinto posto nel Gran Premio d’Australia, a Sepang Fernando Alonso è salito sul gradino più alto del podio e ha lasciato la Malesia come leader della classifica iridata. Com’è potuto accadere? Un miracolo? Uno sviluppo velocissimo in una settimana? Nulla di tutto questo, come spiega con la sua solita flemma britannica il DT Pat Fry: “La nostra posizione è dovuta ad una serie di circostanza, soprattutto legate al fatto che Fernando ha disputato due grandi gare. A Melbourne, dopo il problema in qualifica, la buona partenza e la prima curva hanno messo a posto un po’ di cose. In Malesia le condizioni meteo hanno giocato in nostro favore e la nostra vettura si è comportata bene in quelle circostanze: siamo riusciti a tirare fuori il massimo dalle opportunità che si sono presentate. Abbiamo fatto le chiamate giuste come strategia e la squadra ha svolto un ottimo lavoro: ogni volta che Fernando rientrava ai box per cambiare gomme riusciva o a guadagnare posizioni o ad estendere il suo vantaggio. Per Fernando è molto bello essere in testa al Mondiale, qualcosa che non mi sarei certo aspettato qualche settimana fa. Sin dalle prime battute dei test ci eravamo resi conto che avevano alcuni problemi da risolvere. Tutti in fabbrica hanno lavorato duramente ma c’è ancora tanta strada da fare. Credo che la nostra prestazione sull’asciutto sia ancora a circa otto decimi dai migliori. Condizioni di scarsa aderenza e pista umida sembrano essere positive per la nostra vettura e nascondono alcuni dei problemi: lo si è visto il venerdì di Melbourne e poi in gara a Sepang.”

Se il due volte campione del mondo spagnolo vede il suo nome al vertice della classifica, il suo compagno di squadra brasiliano, Felipe Massa, è ancora a secco di punti. “La monoposto è piuttosto difficile da guidare e Fernando è riuscito a spremerne il massimo mentre con Felipe abbiamo faticato a trovare il bilanciamento giusto per metterlo nelle migliori condizioni” – ammette Fry – “Inoltre, in Malesia quando Felipe era con le intermedie dopo la bandiera rossa ha iniziato ad avere molto sottosterzo e allora abbiamo preso il rischio di fare una sosta in più, il che non ha pagato. Il non aver capito che le gomme avevano soltanto graining e non erano consumate è stato l’unico errore commesso dal muretto nell’ultima gara. E’ stato un peccato per Felipe, un’altra circostanza poco fortunata per lui.”

“Se dovessi giudicare la prestazione complessiva della Scuderia fino ad oggi dovrei dare giudizi differenti per le diverse aree” – continua Fry – “La squadra e i meccanici in pista hanno lavorato molto bene: a Melbourne abbiamo fatto i pit-stop più veloci e in Malesia la prestazione nella pit-lane e la strategia ci hanno permesso di guadagnare posizioni o tempo sugli altri ad ogni sosta. Se dovessi dare il voto alla prestazione della vettura allora sarebbe molto più basso. Un altro voto positivo riguarda la reazione del team allo stress di rimontare. La Produzione, ad esempio, ha risposto benissimo a delle richieste molto aggressive in termini di sviluppo. C’è un grande sforzo da parte di tutti ma non abbiamo certo fatto un gran lavoro nel mettere in pista una macchina subito veloce.”

Lo sviluppo tecnico procede di solito su due binari. Da una parte c’è il programma previsto a lungo termine, dall’altra ci sono le azioni frutto dell’esperienza in pista. In questo momento c’è anche una terza strada, determinata principalmente dal ritardo di prestazione, che prevede un’accelerazione nello sviluppo attraverso l’introduzione di aggiornamenti della vettura in anticipo su quanto inizialmente pianificato. “Cerchiamo di migliorare costantemente nelle aree su cui abbiamo dei problemi” – spiega il tecnico inglese – “Stanno arrivando alcune nuove soluzioni e cerchiamo di portarle in pista il prima possibile. In Cina avremo cinque aggiornamenti, alcuni visibili altri molto meno e poi ci sarà un pacchetto più significativo in Spagna. Sarebbe bello poter averlo prima ma già alcune delle novità di Shanghai erano effettivamente previste per la Spagna.”

E’ chiaro che l’attenzione di Fry è rivolta esclusivamente alla sua squadra ma ciò non gli impedisce di fare una prima valutazione delle gerarchie dopo le due gare iniziali: “Sono rimasto un po’ sorpreso dalla relativa mancanza di ritmo della Red Bull rispetto alla McLaren: loro erano molto veloci ma un mese fa pensavo che le posizioni sarebbero state invertite fra queste due squadre” – spiega – “La Mercedes sembra molto veloce ma hanno un problema di degrado gomme simile a quello del passato: ottimi in qualifica, fanno fatica in gara. La Lotus ha fatto un bel passo avanti, del resto era veloce sin dal primo test.”

Ci sono state otto edizioni del Gran Premio della Cina fino ad oggi e la Scuderia Ferrari ne ha vinte tre: la prima con Rubens Barrichello coincise con l’evento inaugurale e poi arrivarono i successi del 2006 con Michael Schumacher e del 2007 con Kimi Raikkonen. Fernando vinse partendo dalla pole nel 2005 quando era alla Renault e poi arrivò secondo nei due anni successivi. Anche Felipe Massa ha goduto della vista dal magnifico podio dello Shanghai International Circuit, finendo terzo nel 2007 e facendo un passo in avanti l’anno successivo.

Il tracciato di Shanghai è lungo poco meno di cinque chilometri e mezzo e l’impianto simboleggia il desiderio della Cina di affermarsi come potenza economica leader nel mondo. E’ uno dei circuiti più impegnativi fra quelli disegnati da Hermann Tilke, con diverse curve monto lunghe che generano elevate accelerazioni laterali: un buon bilanciamento e la stabilità in frenata sono aspetti fondamentali per avere una macchina competitiva. La Pirelli metterà a adisposizione le mescole Soft e Medium ma la superficie piuttosto liscia non rende il tracciato molto esigente per gli pneumatici. La pista non è usata molto spesso: venerdì nelle libere, soprattutto la mattina, ci sarà un asfalto molto sporco.

“Shanghai è un tracciato dove si trova di tutto” – conferma Fry – “Ci sono lunghe curve lente dove ci vuole un buon anteriore e dove bisogna frenare e girare nello stesso momento. Ad esempio, è fondamentale affrontare con una certa velocità la prima curva e poi portarsela dietro per la seconda. C’è anche qualche curva a media-alta velocità ma soprattutto un rettilineo lungo milletrecento metri che, grazie al DRS, sarà un punto interessante in gara.”

Non sarebbe così insolito vedere la pioggia protagonista in questo Gran Premio, il che non dispiacerebbe certo alla Scuderia, vista la prestazione di Fernando sul bagnato in Malesia…

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