F1 | Verstappen e Hamilton devono calmarsi

La sfida iridata va ricondotta nell'alveo della sportitivà

F1 | Verstappen e Hamilton devono calmarsi

Uno dei mondiali più belli della F1 rischia di perdersi in scorrettezze, contatti, con la rivalità più sana e legittima a un passo a trasformarsi in odio e veleno. Max Verstappen contro Lewis Hamilton non è una battaglia alla pari, è un inedito a livello personale, ma è un classico della storia e della letteratura delle corse.

Max contro Sir Lewis è la più classica delle sfide generazionali, è quasi una legge non scritta del motorsport, sono i giovani fuoriclasse a “pensionare” i vecchi campioni. Michael Schumacher, da giovanissimo, innervosiva non poco un mito come Ayrton Senna. Fernando Alonso ha annichilito la Ferrari di Schumi. Lo stesso Hamilton ha mandato al manicomio un già due volte campione del mondo come Fernando. E Marc Marquez nel motomondiale? La sua esplosione è coincisa con il calo di Valentino Rossi, scalzato nella sua immagine di dominatore della MotoGP dallo spagnolo dal sorriso diabolico.

Questa sfida qui però – intensa, spettacolare, per fortuna imprevedibile – sta prendendo però una strana piega. Come se la pista fosse diventata troppo piccola per contenere sia l’aggressività e la fame di Verstappen che l’autoritas e la classe di Hamilton.

“Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile” diceva Joker nella celebre pellicola “Il Cavaliere Oscuro”, ed è un po’ quello che si percepisce quando il giovane in blu e il vecchio in grigio si incontrano in pista.

Finisce male, a cazzotti, Max e Lewis non riescono più a mantenere la sfida nell’alveo della regolarità, del fair play, della correttezza. La sensazione è che nessuno dei due voglia alzare il piede e cedere un cm di asfalto all’altro, il che in via teorica è anche legittimo, finché però non viene meno il rispetto per l’incolumità dell’altro. E va bene che queste monoposto sono più sicure dell’Air Force One quando vola, però non si può giocare ai tozza tozza a trecento orari.

E non è il caso di scomodare la rivalità tra Senna e Prost, per i contatti dirimenti, iconici e storici di Suzuka 1989 e 1990. Lì era una sfida all’apice della tensione, tra due piloti che si dividevano i trionfi in pista da anni. Due che si davano il “tu” che, soprattutto, conoscevano pregi e difetti della guida dell’altro. Senza nulla togliere a Verstappen, fuoriclasse in pectore, il quale però non sembra rispettare più di tanto lo status di Hamilton, e lo vuole spodestare nel modo più aggressivo e feroce possibile, “tengo giù il piede e ti restituisco Silverstone”. Quella Silverstone che era già conseguenza del Bahrein e di Imola, incontri ravvicinati che non si contano più, con il risultato che il pubblico non sa più se aspettarsi una sfida di velocità o un incontro di pugilato.

Non è normale che due campioni del volante non riescano ad affrontare una curva o una chicane appaiati senza volare fuori. Altro che Senna e Prost, questo è il contrario del motorsport, fatto di duelli ruota a ruota con traiettorie ponderate al centimetro. Immaginate Max e Lewis a Digione ’79, non sarebbero durati una curva. Devono calmarsi, entrambi, e restituirci uno spettacolo all’altezza della loro classe, uno spettacolo di tecnica e di guida, per il wrestling ci pensano già FIA e Liberty Media con le loro idee bizzarre.

Antonino Rendina


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