F1 | Renault, lasci o raddoppi?

Il team francese è ad un bivio: ingaggiare un pilota esperto o puntare sui giovani del vivaio

A quel punto le prospettive potrebbero realmente cambiare, in un verso o nell'altro
F1 | Renault, lasci o raddoppi?

E’ un giallo, in tutti i sensi. Ok, battuta a parte volta al solo scopo per dare il via a questa riflessione: quale sarà il futuro della Renault in Formula 1? Il team anglo/francese nell’ultimo ventennio ci ha abituato a un tira e molla costante con il Circus. Nel 2016 l’ultimo ritorno, quello che doveva segnare il riscatto di un marchio glorioso, ma che al momento ha soltanto deluso, sotto tutti i punti di vista. Chiaramente i tempi felici, seppur relativamente brevi con Fernando Alonso e Flavio Briatore sono belli che andati e irrimediabilmente naufragati, per qualcuno, con l’incidente di Piquet jr a Singapore nel 2008.

Con Robert Kubica si pensava di poter aprire un ciclo, poi purtroppo è successo quello che tutti sappiamo, con l’incidente nel febbraio 2011 che ha distrutto la carriera del polacco e i sogni di gloria del team francese, da lì a poco diventato Lotus-Renault, poi Lotus-Mercedes (quindi un totale disimpegno per quanto riguarda il 2015) salvo poi ritornare raggiante l’anno successivo con una coppia di piloti certamente giovane ma non proprio roboante come quella formata da Kevin Magnussen e Joylon Palmer, con il danese voglioso di riscatto dopo l’appiedamento da parte di McLaren. Beh il salto di qualità chiaramente non c’è stato, seppur Cyril Abiteboul, manager francese e team principal del reparto Formula 1 abbia investito tutto l’anno successivo su Nico Hulkenberg, al suo primo vero contratto con un costruttore, speranzoso di poter raggiungere quel tanto agognato podio.

SOGNI INFRANTI

Non ci vuole molto a capire come sia andata la storia con il pilota tedesco: il vincitore della 24 ore di Le Mans 2015 voleva affermarsi anche in Formula 1, e dopo un anno poco più che sufficiente, con una vettura ben al di sotto di quanto sperato da tutti, nel 2018 Nico è riuscito a classificarsi al primo posto degli altri, ossia sotto i piloti Mercedes, Ferrari e Red Bull, con il team francese al quarto posto nel campionato costruttori (lontano anni luce dalle tre top). La Renault, spinta anche dalla bella lotta con la sorprendente Haas sembrava aver ritrovato la strada giusta per lottare costantemente in quelle posizioni. Il 2019 si apre sotto i migliori auspici, con il secondo anno di condivisione del propulsore con la McLaren, certamente di aiuto in tal senso. Aiuto che però, ha dato benefici solo al team di Woking, che con un pacchetto degno di questo nome ha messo tutti gli altri team in riga, al di sotto sempre delle tre sorelle lassù, ovviamente. Eppure l’arrivo di Daniel Ricciardo, pilota top, al fianco di un ottimo profilo come Hulkenberg sembravano essere gli ingredienti perfetti per fare quel salto di qualità.

Il salto, ancora una volta, è stato corto (per non dire all’indietro): la Renault è stata scavalcata dalla McLaren e tallonata fino all’ultimo dalla Toro Rosso (penultima nel 2018 con una macchina più o meno laboratorio per la Honda e la Red Bull, ndr) e collezionando prestazioni non all’altezza delle aspettative specialmente nella prima parte della stagione. Il team francese aveva tutt’altro in mente, e con l’ingaggio di un pilota del calibro di Ricciardo doveva ottenere di più, senza troppe scusanti.

PROSPETTIVE

Non sono certo delle più rosee: alla prima occasione il buon Daniel ha preparato le valige per andare in un team certamente più ambizioso e in ascesa come la McLaren, il suo passaggio definitivo avverrà come tutti sappiamo nel 2021, e questi mesi serviranno per cercare un sostituto. La Renault però deve sbrigarsi, perché il mercato corre più veloce di una vettura di Formula 1 e gli annunci arrivano quando meno te lo aspetti, lo abbiamo visto in queste settimane. Le opzioni per affiancare un buon pilota al rientrante Ocon, a partire dalla prossima stagione non mancano, ma bisogna valutare attentamente cosa può dare il profilo che Abiteboul e compagnia cercheranno per continuare questa avventura finora insufficiente.

Badate bene, i nomi che circolano sono di primo livello, perché ad oggi un Bottas farebbe comodo a chiunque, mentre Alonso non ha certo bisogno di presentazioni, nonostante l’età. E’ chiaro che lo spagnolo in un contesto come quello dello scorso anno faticherebbe a rimanere sereno, pronto a sbroccare alla prima occasione utile, regalando tutto fuorché serenità a un ambiente che ne ha estremamente bisogno. Abiteboul ha le sue colpe, d’altronde quando le cose non vanno bene si punta sempre il dito contro l’allenatore, in questo caso il capo del muretto box, ma anche tutta la struttura sportiva non è da meno: detto francamente, presentare tre render di una vettura, non assemblata, all’evento di Parigi di questo inverno è stato quasi comico, per non dire altro. La RS20, a dire il vero, non sembra aver deluso ai test di Barcellona, ma ci sarà un motivo se Ricciardo è pronto ad andar via a gambe levate, ci sarà un motivo se Bottas, che farebbe il primo pilota indiscusso, sta ancora valutando altri progetti come quello Aston Martin (totalmente nuovo, una sorta di salto nel buio) e Red Bull (nel quale sarebbe il secondo di Verstappen, non scostandosi troppo dal ruolo attuale in Mercedes). Ci sarà un motivo se il nome accostato alla Renault è quello di un 40enne, per carità fortissimo, ma che difficilmente lavorerebbe ancora in prospettiva: Alonso vuole tutto e subito, e ne ha ben donde vista la carta d’identità.

In conclusione, la Renault rischia di restare con un cerino in mano, e quel punto potrebbe essere costretta a promuovere qualche giovane pilota dal vivaio come Zhou o Lundgaard, per carità bravissimi, ma sarebbero alla loro prima esperienza in Formula 1. Quanta voglia avrebbe un team di prestigio di fare da chioccia ancora una volta senza avere tra i suoi ranghi un top driver (cosa che Ocon certamente non è al momento)? Hanno ancora intenzione di spendere tempo, denaro e fatiche in una vetta che in Formula 1 sembra impossibile da raggiungere ad oggi? Ai posteri l’ardua sentenza.

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