F1 | Helmut Marko e un 2019 all’insegna dell’ossessione per la Ferrari

Il manager della Red Bull è ormai solito rilasciare dichiarazioni piuttosto aspre sul team italiano...

F1 | Helmut Marko e un 2019 all’insegna dell’ossessione per la Ferrari

Be’ bisognerebbe anche chiedergli di smetterla. Helmut Marko, eminenza grigia del motorsport Red Bull, ha dedicato l’ultimo anno a pensare alla Ferrari, parlando quasi più della Rossa che della sua Red Bull, criticandola appena poteva, dando pareri non richiesti, facendo fastidiose allusioni sulla regolarità della monoposto di Maranello.

Un intenso anno di passione quello di Marko contro la Ferrari, con l’influente manager austriaco che somiglia a quegli innamorati delusi che si scagliano contro chi li ha rifiutati. Ma mica Marko ha mai pensato di vestirti di rosso? Forse quand’era un giovane pilota di belle speranze, non crediamo però nella sua fortunata carriera da dirigente.

Il buon Helmut è personaggio schietto e diretto, non certo simpatico, ma al di là dei colori che difende fa specie la sua vera e propria acredine verso il Cavallino. In questi mesi Marko ha incarnato il perfetto ruolo dell’antagonista, il rivale per eccellenza, avendo scelto la Ferrari come suo bersaglio preferito. Vettel e irregolarità i suoi argomenti preferiti. Soprattutto per quanto riguarda Seb l’austriaco dimostra una specie di amore odio. Vettel è il povero amico vittima dell’universo Ferrari, però si gode a pazzi che va male, altroché.

L’austriaco inaugura il suo anno ferrarista in Australia, quando in uno slancio di entusiasmo afferma: “Noi abbiamo mantenuto intatto il nostro distacco dalla Mercedes, la Ferrari è apparsa in difficoltà, hanno seri problemi ma non mi va di parlare di chi è dietro”. A fine anno saranno quasi 100 i punti di vantaggio della Rossa sulla Red Bull, ma andiamo avanti.

Uno degli argomenti preferiti diventa Sebastian Vettel. A luglio: “rispetto agli altri grandi piloti che sono passati in Ferrari non riesce a dare il massimo se non sente il sostegno incondizionato del team. In Red Bull era così, in Ferrari probabilmente no. Gli errori che sta facendo si commettono quando non si è sicuri della propria situazione. Dovrebbe cambiare scuderia, ma non ci sono opzioni valide per il 2020″.

Poi dopo il battibecco tra i ferraristia Sochi Helmut è perentorio: “Vettel non ha futuro in Ferrari”. Le ultimissime dichiarazioni sono ancora più incisive: “Vettel paga la troppa politica in Ferrari, lui non è forte politicamente ed è rimasto spiazzato dall’esplosione di Leclerc”.

Ma il cavallo di battaglia del manger austriaco è il motore della Rossa. Il caso benzina, le molteplici illazioni sull’aggiramento del flussometro, i sospetti, tutti elementi che hanno dato la stura a Marko per scagliare i suoi strali contro Maranello.  Lui vuole vedere la Ferrari rea confessa, punita, ha giudicato risibile la multa comminatale ad Abu Dhabi. A mondiale finito continua ad invocare ulteriori controlli, accusando quasi la FIA di connivenza, per poi chiudere il suo anno promettendo accese e formali proteste nel 2020.

Da tutto ciò si evince che il super consulente austriaco ha davvero il dente avvelenato verso Binotto e compagnia bella. Si è passati dalle sensazioni alla certezza. Da sottolineare l’attenzione smodata alle sorti del suo ex pupillo Vettel, quello che nel 2014 scelse di cambiare aria ed abbracciare la Ferrari. Un motivo in più per odiare la scuderia italiana, ergerla a propria grande nemica giurata, un pensiero fisso, un’ossessione. Eppure a turbare il sonno di un dirigente Red Bull dovrebbe essere la Mercedes, che domina in lungo e in largo, non la Ferrari che vince lo stesso numero di GP. Ma con una novantina di punti in più in classifica finale. E devono fare proprio male…

Antonino Rendina


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