F1 | GP d’Ungheria: l’analisi delle qualifiche

Max Verstappen conquista la sua prima pole position in carriera

F1 | GP d’Ungheria: l’analisi delle qualifiche

Tra le tortuose curve del circuito dell’Hungaroring, a prendersi la scena in questo sabato ungherese è Max Verstappen, il giovane talento della Red Bull che ha finalmente conquistato la sua prima pole position in carriera. L’olandese c’era andato vicino già più volte, ma sul finale era sempre mancato quel qualcosa in più per riuscire a conquistare la prima casella: oggi, invece, Max ha finalmente spuntato anche questa casella, ottenendo un risultato importantissimo su una pista in cui la posizione di partenza ha un peso consistente. Alle sue spalle si è piazzato un ottimo Valtteri Bottas, staccato di soli 18 millesimi dal battistrada: anche in questo caso, quindi, la lotta per la pole position ci ha regalato spettacolo sul filo dei millesimi di secondo. Si tratterà di una prima fila completamente inedita: sarà soprattutto interessante capire se la Red Bull avrà risolto i problemi legati al software che nel corso delle ultime gare hanno creato non pochi grattacapi ai piloti della squadra anglo-austriaca in fase di partenza.

Terzo posto per l’attuale leader di campionato, Lewis Hamilton. Il distacco, in questo caso, aumenta fino ai due decimi accusati dall’inglese, il quale nel post-qualifica ha fatto intendere che il feeling con la sua W10 non fosse perfetto nella giornata di oggi. A concludere la seconda fila Charles Leclerc, il primo dei due Ferraristi, seppur lontano ben mezzo secondo da Verstappen. Un distacco consistente, ma già alla vigilia la Scuderia di Maranello era conscia che avrebbe incontrato molte difficoltà, soprattutto sul giro secco. Il giovane monegasco è stato anche autore di un piccolo incidente in qualifica in seguito ad un testacoda all’altezza dell’ultima curva del circuito: perdendo la propria vettura, Leclerc è andato a sbattere con il posteriore verso il muretto, riportando diversi danni all’ala posteriore e in altre zone della monoposto. Alle sue spalle si è classificato l’altro Ferrarista, dietro di poco meno di 3 centesimi: al netto del distacco tra i due, è chiaro che più di così la SF90 non potesse fare. Ancora una volta solamente in sesta posizione Pierre Gasly, distante quasi ben 9 decimi dal proprio compagno di squadra. Un gap davvero pesante, soprattutto se si pensa che Verstappen sia riuscito a fare la pole position.

Spostandoci fuori dai top team, a concludere la top ten troviamo le due McLaren, Romain Grosjean e Kimi Raikkonen. Anche in Ungheria, la squadra di Woking sembra porsi come vera pretendente al titolo di miglior team della midfield, mettendo in ombra la Renault. Per quanto riguardo il francese, invece, è importante sottolineare come questo risultato significhi molto in casa Haas: Grosjean, infatti, ha ottenuto questo nono posto con la vettura in specifica Australia, mentre il compagno di squadra, Kevin Magnussen, è stato escluso in Q2 nonostante sulla sua monoposto fossero montati gli ultimi aggiornamenti. Decima posizione per il finlandese dell’Alfa Romeo, bravo a guadagnarsi l’accesso all’ultima fase della qualifica grazie ad un ottimo giro in Q2.

Q1: Leclerc va a sbattere, ma la sorpresa è Russell

La prima manche di qualifica non ha riservato particolari sorprese nella zona alta della classifica, ma la battaglia per evitare l’esclusione è stata alquanto accesa e confusionaria, soprattutto negli ultimi minuti. Per quanto riguarda i top driver, l’episodio più rilevante è stato il testacoda di Charles Leclerc all’ultima curva, il quale dopo aver perso il posteriore è andato a sbattere contro il muretto danneggiando parte della sua monoposto. Nonostante ciò, il monegasco è riuscito a passare tranquillamente il turno, mentre i tecnici del Cavallino hanno dovuto fronteggiare l’errore del proprio pilota sistemando l’ala anteriore e verificando che il forte impatto contro le barriere non avesse danneggiato qualche componente interno. Nelle interviste post-qualifica, il team principal della Ferrari ha spiegato come, nonostante l’intervento dei meccanici ai box, la vettura di Leclerc risultasse comunque danneggiata, in particolare nella zona della struttura deformabile posteriore, dove si trova anche la luce che viene azionata in caso di pioggia.

Per quanto riguarda la lotta per evitare l’esclusione dalla Q1, gli ultimi minuti si sono rivelati al quanto caotici a causa del traffico, un fattore da tenere sempre in considerazione su una pista così stretta e tortuosa come l’Hungaroring. L’episodio culmine di questa situazione è stato il duello tra Sergio Perez e Daniel Ricciardo proprio all’ultima curva, con cui entrambi alla fine sono finiti solamente per ostacolarsi a vicenda. Tutto è nato dall’alto numero di vetture presenti nel terzo settore, la maggior parte pronta a lanciarsi per l’ultimo e decisivo tentativo al fine di evitare l’esclusione. Naturalmente, essendoci così tante monoposto in fila, è comprensibile che ogni pilota cerchi di prendersi dello spazio dal pilota che lo precede rallentando il più possibile, in modo che le turbolenze proveniente dalla vettura che precede non influenzi negativamente la prestazione. Come si può osservare dall’immagine sottostante, a pochi secondi dal termine erano presenti ben 9 macchine nel giro di sole tre curve, con tutto le conseguenze che ciò può significare anche in termini di preparazione dell’out lap e di riscaldamento delle gomme. Tra gli ultimi di questo gruppetto si trovava anche Daniel Ricciardo, uno dei piloti in quel momento a rischio esclusione: conscio dell’estremo traffico davanti e della possibilità di prendere bandiera non potendo così iniziare il proprio giro veloce, l’australiano poco prima dell’ultima curva ha iniziato ad accelerare, superando prima Romain Grosjean, per poi tentare la stessa manovra anche su Sergio Perez. Dal canto suo, il pilota della Racing Point non ha giustamente preso bene l’azione di Ricciardo, vedendosi costretto ad andare sul gas prima del previsto al fine di non perdere la posizione proprio sul pilota della Renault. Ciò naturalmente ha in parte compromesso il suo giro, ma ha anche rovinato quello dell’australiano stesso, il quale si vedrà quindi costretto a partire dal fondo della griglia. Sarà interessante capire se la squadra transalpina sfrutterà l’occasione per sostituire qualche componente sulla vettura e fare scorta in caso di necessità future, data la poco lusinghiera lista di problemi di affidabilità accusati dalla RS19.

La vera sorpresa della Q1 è stata però la prestazione di George Russell, il giovane pilota inglese della Williams, capace di andare vicinissimo alla qualificazione per il Q2, sfuggita di solo mezzo decimo. La squadra di Grove sta facendo progressi grazie agli ultimi pacchetti aerodinamici introdotti in Inghilterra e in Germania, e, nonostante questo sia un circuito piuttosto atipico, essere così vicini alla seconda manche è un segno che può lasciar ben sperare in termini di crescita. Si tratta anche di una bella soddisfazione per il pilota di scuola Mercedes, il quale continua anche la sua striscia positiva nel confronto con il compagno di squadra in qualifica. A trovare l’eliminazione dalla Q1, oltre al già citato Russell, anche proprio Perez e Ricciardo, oltre a Stroll e Kubica. Purtroppo il canadese della Racing Point, nonostante il bel risultato della scorsa settimana, non è riuscito a tirare fuori qualcosa in più in questa fase del weekend, vedendosi costretto all’ennesima esclusione già al Q1.

Q2: I top team scelgono la media

Come spesso accade, la scelta dei top team è ricaduta sul qualificarsi con una mescola di uno step più dura rispetto ai rivali della midfield, garantendosi di conseguenza maggiori opportunità in termini di strategia gara. Andare lungo su un tracciato come questo può portare estremi vantaggi, soprattutto in caso di Safety Car: comprensibile quindi la scelta delle tre squadre che stanno caratterizzando il campionato, anche per scopi puramente strategici. Secondo quanto preventivato da Pirelli, la gara dovrebbe concludersi con una singola sosta, ma c’è chi, come Sebastian Vettel, spera che le alte temperature previste possano influenzare sugli pneumatici spostando la corsa su due pit stop. Nel caso proprio della Ferrari, è però importante sottolineare come i due alfieri della Rossa abbiano utilizzato non uno, bensì due set di gomme media a disposizione, così come Gasly, il quale si è salvato dall’esclusione per poco più di un decimo e mezzo.

In questa manche c’è soprattutto da segnalare il bel giro di Kimi Raikkonen, capace di portare ancora una volta la sua monoposto in Q3, questa volta ai danni di Nico Hulkenberg, staccato di meno di mezzo decimo. Un episodio curioso in merito al finlandese dell’Alfa Romeo riguarda la discussione avuta con il suo ingegnere di pista in merito ai delta da seguire nel giro di rientro, in linea con quanto preventivato secondo i dati forniti sul volante di Kimi, ma troppo lento secondo la direzione gara, tanto che è arrivato anche un warning al muretto.

Non si tratta comunque di un negativo 11° posto per Nico Hulkenberg, dato che gli permetterà di poter giocare con la strategia e di scegliere la mescola con cui prenderà il via alla corsa: “Partire undicesimo domani sicuramente non è una cosa negativa. Abbiamo un po’ di flessibilità in termini di strategia con la scelta libera della gomma. L’ultimo giro in Q2 è stato complicato e la differenza di tempo in qualifica è molto ridotta nella zona a centro gruppo. Non è una giornata negativa per noi e penso che domani possiamo fare bene”, ha commentato il pilota tedesco della Renault.

A trovare l’esclusione dalla seconda manche anche le due Toro Rosso, Antonio Giovinazzi e Kevin Magnussen. Non si è trattato di una giornata particolarmente positiva per il giovane italiano, al quale è stata inflitta anche una penalità di 3 posizioni in griglia di partenza per aver ostacolato Lance Stroll in Q1: a difesa del pilota dell’Alfa Romeo si può notare che lo stesso non era stato avvertito dai box in merito all’arrivo del pilota canadese della Racing Point, oltre al fatto che la zona in cui è avvenuto l’episodio è “cieca” guadandosi alla spalle, quindi non era semplice notare una vettura dietro di sé. Per quanto riguarda Kevin Magnussen, la notizia negativa è soprattutto per la Haas, la quale sta continuando a trovare conferme che gli aggiornamenti portati in pista nel corso della stagione non abbiano dato i risultati sperati.

Q3: Max Verstappen si prende la sua prima pole

Finalmente, dopo una lunga attesa, Max Verstappen riesce a conquistare la sua prima position in carriera grazie ad un ottimo giro, in cui è finalmente riuscito a mettere insieme tutto ciò che, al contrario, non gli aveva permesso di riuscire ad ottenere prima questo traguardo. Il giovane talento della Red Bull ha concluso la tornata più veloce in 1:14.572, solamente 18 millesimi più veloce del pilota alle proprie spalle, ma abbastanza per prendersi una meritata quanto ambita partenza dal palo. Come dimostrano i parziali, Max è stato competitivo in tutti e tre i settori, ma è stato proprio nell’ultimo dove ha saputo fare la differenza, segnando l’intertempo più veloce. Indubbiamente è stato quello più costante durante l’arco del giro e la pole position è la giusta ricompensa al lavoro svolto. Sarà importante, però, verificare se domani alla partenza si riverificheranno i problemi incontrati nelle scorse settimane o meno: “È stata una giornata fantastica” – ha commentato Verstappen -. “Essere in pole per la prima volta è incredibile, sarà sempre speciale. Ci stiamo avvicinando ai primi e la Honda sta spingendo tanto, ottimizzando il tutto. Per noi oggi è un grande giorno, ringrazio il team, la macchina volava! Non ho fatto simulazioni passo gara, ma ultimamente andiamo meglio in gara, quindi non sono preoccupato, dobbiamo solo portare al termine il lavoro. Non mi ero reso conto della presenza di così tanti olandesi in Ungheria, è stato fantastico vederli tutti sulle tribune. Siamo tutti molto vicini, quindi dovrebbe essere una gara entusiasmante.”

Secondo posto per Valtteri Bottas, bravo ad interpretare le curve del tracciato ungherese in questa giornata di qualifiche. La pole è sfuggita per soli 18 millesimi, ma il duello per il successo finale è ancora aperto. Il pilota della Mercedes è stato davanti sia nel primo che nel secondo settore, dove ha ottenuto oltretutto l’intertempo record, ma ha perso tutto il suo vantaggio nell’ultimo e decisivo tratto della pista, quello più tortuoso. La grande differenza in positivo rispetto a Verstappen si è riscontrata appunto nel secondo settore, dove la sua W10 è risucita ad essere più reattiva ma allo stesso tempo scorrevole nei lunghi curvoni e nella sequenza di “esse”: “Ho inseguito un po’ in questo weekend” – dichiarato Bottas -. “Dopo aver perso praticamente le due sessioni di prove libere ieri, ho iniziato a prendere il mio ritmo solo stamattina, migliorando nel corso delle qualifiche. Sono contento del giro: mi sono avvicinato molto a Max, ma è riuscito a starmi davanti per pochissimo. Sono qui per vincere, e ci sono tanti fans finlandesi, quindi darò tutto! Sarà una bella battaglia.” In seconda fila troveremo in suo compagno di squadra, Lewis Hamilton, il quale nelle interviste ha rivelato di non essersi sentito a proprio agio con la vettura dopo la FP3, come se la monoposto avesse cambiato bilanciamento. Nel giro decisivo è emerso anche un piccolo caso in merito al fatto che l’inglese non abbia utilizzato il DRS nell’ultima zona della pista nel suo tentativo finale: i tecnici Mercede stanno ancora verificando il perché l’ala mobile non si sia aperta, ma le ipotesi sono o di un errore di Hamilton (aver premuto troppo presto il pulsante per l’attivazione) o di un problema meccanico, dato che al contrario era stato sfruttato nel resto del giro.

A concludere la seconda fila troviamo la prima Ferrari di Charles Leclerc, con un distacco che però si spinge a poco meno di mezzo secondo. Il giovane monegasco paga anche, seppur minimamente, l’impatto con le barriere in Q1, il quale ha danneggiato parte del posteriore della sua vettura. Seppur i danni sembrino minimi, concentrati essenzialmente nella zona della struttura deformabile, ciò indubbiamente non ha aiutato. Leclerc si è messo alle spalle di pochi millesimi il suo compago di squadra, Sebastian Vettel, il quale, seppur non si ritenga contento del proprio giro, non nasconde nemmeno ciò che manca in questo momento alla SF90 per battagliare con Red Bull e Mercedes su questa tipologia di tracciati: “La giornata di oggi è stata come ce lo aspettavamo e ha confermato la fotografia emersa nelle ultime gare: la nostra vettura è molto performante sul dritto e non è la migliore nelle curve, e di conseguenza facciamo fatica a salvaguardare le gomme fino al termine del giro quando si tratta di cercare il tempo. Lo dimostra il fatto che siamo i più rapidi nel settore 1 e poi soffriamo nel resto del circuito”, sono state le parole del tedesco dopo la qualifica. Mancanza di carico, un problema ormai cronico per questa monoposto, sin dall’inizio della stagione: gli aggiornamenti introdotti nelle ultime gare hanno migliorato la situazione, ma non abbastanza per impensierire concretamente gli avversari.

A concludere la top ten Pierre Gasly, le due McLaren, Romain Grosjean e Kimi Raikkonen. Per il team di Woking è un risultato molto positivo, non solo dal punto di vista meramente di classifica, ma anche da quello cronometrico, dato che Norris ha rifilato circa 2 decimi al francese della Haas, primo avversario della midfield.

Le strategie per la gara

In vista della corsa, in caso le temperature non dovessero risultare particolarmente elevate, Pirelli suggerisce una strategia ad una sola sosta, con l’alternativa soft-media designata come la più rapida sulla carta. Subito dietro la tattica media-hard, che indubbiamente lascia maggior spazio d’azione anche in caso di intervento della Safety Car. Terza opzione è quella che vede il passaggio dalle soft alle hard, seppur considerata leggermente più lenta. A meno di temperature particolarmente elevate, la strategia a due soste non è presa in considerazione, soprattutto su un circuito in cui è difficile sorpassare e la track position diventa fondamentale.

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