F1 | Ferrari: pance in stile Red Bull, ritmo in stile SF-23

Rossa inconsistente. Basta raccontare favole: altro che sviluppi, la realtà è impietosa

F1 | Ferrari: pance in stile Red Bull, ritmo in stile SF-23

Dovevano essere gli sviluppi che ribaltavano la stagione, gli aggiornamenti che rappresentavano la svolta, per limare il difetto congenito della SF23, ovvero il passo gara, più precisamente la gestione delle gomme.

E invece la Ferrari, per l’ennesima volta, lascia il circuito con un pugno di mosche in mano e lo sconcerto dei suoi piloti. La SF23 prima di Barcellona era una monoposto incostante, se non pietosa, sul passo gara. Dopo Barcellona è una monoposto incostante, se non pietosa, sul passo gara, ma con le pance spioventi in stile Red Bull.

A primo acchito, dopo il primo esame fallito, sembrerebbe che la Rossa abbia portato in pista degli sviluppi gattopardiani, cambiando tutto affinchè non cambiasse nulla. I quattro, rispettabilissimi, gatti che mi leggono avranno notato che pochi giorni fa mostravo una certa perplessità sull’efficiacia degli aggiornamenti. Ragionando per logica era difficile immaginare che una vettura nata così male potesse trasformarsi in un’auto performante, grazie a qualche sviluppo aerodinamico.

Ciononostante la narrazione che va per la maggiore aveva caricato di aspettative la “nuova” SF23; il sospetto è che a troppi faccia comodo infondere speranze piuttosto che raccontare la realtà, disperata.

Mai come stavolta hanno stonato anche gli incauti proclami di Vasseur alla vigilia; e anche dopo la disfatta catalana il team principal è andato sornione dinanzi ai microfoni a parlare di buon potenziale da estrarre dalla SF23, un’offesa ai tifosi dopo quanto si era visto in pista.

Riavvolgiamo il nastro. La Ferrari ammirata al Montmelò, pur con gli sviluppi “che dovevano cambiare la stagione”, non è stata diversa da quella vista qualche settimana fa a Miami. Incostante, lenta come ritmo, incapace di opporre resistenza alcuna ai rivali. Carlos Sainz è partito secondo per scivolare inesorabilmente in quinta posizione, sverniciato senza opporre resistenza dalle Mercedes, con Russell che, scattato dalla sesta fila, andava il doppio.

La Mercedes ha dimostrato quanto è importante sviluppare l’auto, e anche seguire concetti nuovi. Il problema però è che bisogna essere bravi e capaci di farlo nel modo giusto.

Censurando i virtuosismi verbali di Vasseur, che dopo sette GP e un disastro sotto gli occhi di tutti si aggrappa ancora ai giri di qualifica, sembra che l’unico che abbia il coraggio di tracciare un quadro chiaro – ancorchè impietoso – della situazione sia Charles Leclerc.

Il monegasco, al di là del problema al retrotreno in qualifica che gli ha rovinato il fine settimana, nel dopo gara ha parlato con lo sguardo sgomento, ammettendo che a Maranello non riescono a comprendere come mai la monoposto sia così imprevedibile, del tutto inconsistente in gara e perchè non lavori bene con le gomme.

Mentre gli altri team, ciascuno al proprio passo, conducono gare coerenti, la Ferrari gioca a provare mescole diverse per vedere se la macchina funziona con una delle tre. Ma invertendo i colori di gomme il risultato non cambia. Rosse, gialle, bianche, si potevano anche mettere insieme tutti i Power Rangers, la SF23 in gara crolla, non ha passo, è sempre, semplicemente, notevolmente, lenta.

Dopo l’ennesima prestazione raccapricciante, e l’ennesima lezione subita, stavolta dalla Mercedes, perché citare la Red Bull è inutile visto che corre un mondiale a parte – noia che si aggiunge alla noia di GP scritti, firmati e controfirmati sin dalla vigilia – il mio invito è rivolto a chi fa informazione.

Basta. Basta gettare fumo negli occhi. Basta dare credito a chi sugli sviluppi completamente sbagliati ci ha costruito le migliori sconfitte iridate, basta far finta di stupirsi per le prestazioni imbarazzanti della Rossa, quando non c’è alcun concreto motivo per pensare in una riscossa. Gli altri crescono mentre Maranello deve ancora capire. Da anni.

Chi dovrebbe rialzare la Ferrari? Gli stessi che non hanno mai progettato un’auto vincente? La dirigenza dov’è? Vasseur ha capito in che guaio si è (oppure lo hanno) cacciato? Questa Ferrari ha la forza di prendere i migliori ingegneri da altre squadre? Con questi presupposti che 2024 ci aspetta?

Le domande sono tante, ma finora non abbiamo ottenuto nessuna risposta. Però abbiamo le pance spioventi. Non può piovere per sempre. Forse.

Antonino Rendina

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