F1 | “Driving for Performance”, la serata evento di Randstad e AlphaTauri

Come approciarsi al rischio secondo i piloti Pierre Gasly e Yuki Tsunoda

F1 | “Driving for Performance”, la serata evento di Randstad e AlphaTauri

Che cos’è il “rischio”? Nel motorsport, il rischio fa parte del gioco: piloti e macchine diventano un tutt’uno, toccano velocità altissime e ci fanno sobbalzare ogni volta che assistiamo ad un sorpasso oltre il limite o ad un incidente. Il pilota da parte sua, può contare sulle sue abilità e anche sulla competenza del team che lo mette nelle migliori condizioni per affrontare la pista. La squadra ha la grande responsabilità di raccogliere ogni feedback del pilota e di permettere a quest’ultimo di poter gareggiare in completa sicurezza e competitività.

Questo è stato il tema centrale dell’evento “Driving For Performance 2021”, organizzato da Randstad, primo operatore mondiale nei servizi HR (risorse umane) e dalla scuderia di Formula 1 AlphaTauri, al quale abbiamo partecipato virtualmente anche noi di Motorionline. Presenti alla serata oltre ad alcuni rappresentanti di Randstad anche Guillaume Dezoteux (capo delle performance delle monoposto di AlphaTauri) e i piloti Pierre Gasly e Yuki Tsunoda che pochi giorni fa hanno rinnovato i loro contratti con la scuderia di Faenza.

Componente umana e tecnologica nel rischio: il punto di vista di Guillame Dezoteux

“Il rischio è un compagno di viaggio, le macchine di oggi sono molto più veloci rispetto al passato sono pericolose e i piloti sono molto esposti. Noi cerchiamo ovviamente con la tutela della Federazione che cerca di imporre delle regole di sicurezza per disegnare queste macchine, di ottimizzare le macchine stando dentro a dei limiti di sicurezza ma siamo di fronte a scelte che mettono in gioco il pilota e il rischio. Recentemente abbiamo visto incidenti pesanti che ricordano a tutti quanto è pericolosa la Formula 1 e quanto vanno veloci queste macchine. Gli scambi con i piloti ci permettono di percepire quanto ci avviciniamo a un limite che non è più accettabile. Oggi siamo contenti di vedere meno incidenti gravi, in Bahrain Grosjean è uscito quasi illeso da quell’incidente e già è cambiato il regolamento per l’anno prossimo nella gestione dell’impianto benzina e come deve reagire di fronte ad un violento impatto. E’ uno sport che è diventato dinamico nel reagire al rapporto con il rischio. Ho iniziato nel 2006 come controllista, gestivo le assistenze alle guida. Nel 2008 queste assistenze sono state tolte per aumentare lo spettacolo e dare la possibilità al pilota di fare la differenza nella sua capacità a gestire da solo queste macchine. La prima domanda è stata: sarà più pericoloso? Le macchine poi sono diventate ibride e in caso di incidente è abbastanza pericoloso, un altro rischio da gestire. Nei primi momenti ci sono stati meccanici che hanno subito infortuni perché i sistemi non erano sicuri”.

Dezoteux su rapporto tra team e pilota: Vettel, Ricciardo e Verstappen-Sainz

“La mia esperienza con i piloti è un rapporto formale e cordiale, soprattutto quando ho iniziato non avevamo risultati. Nel rapporto con il pilota è stato sempre fondamentale riconoscere le sue qualità, non saprà tutti i dettagli delle macchine ma ha delle qualità che non non riusciamo a conoscere, ci dobbiamo fidare. Quando Sebastian Vettel è arrivato nel 2007 era un ragazzino, rischiava tantissimo e andava più forte del nostro pilota di riferimento, Vitantonio Liuzzi. Vedere questo ragazzino, forte, tecnico e deciso è stata un’esperienza particolare. Dopo due anni era in Red Bull e ha vinto 4 campionati di fila. E’ un gioco di squadra”.

“Daniel Ricciardo nel 2013 aveva una macchina che gli faceva fare da 15esimo a 20esimo ma in qualifica riusciva sempre a metterla nei primi 10. L’equilibrio era nel migliorare la macchina, migliorarsi come gruppo, migliorare la gestione delle gomme perché il ragazzo ce la metteva tutta, non potevamo permetterci di avere scuse e di essere in una comfort zone. Nella progettazione della macchina ci sono tanti rischi e in quell’epoca abbiamo cambiato approccio, diventando più ambiziosi. Ed è stata una spinta dal pilota vedere che quel poco buono, l’aveva fatto lui”.

“Il dualismo Sainz Verstappen è stato molto difficile da gestire, era la prima volta che avevamo due piloti di quel livello e con obiettivi molto ambiziosi. Gli equilibri della squadra sono cambiati, in quel caso i due piloti si spingono e questo porta risultati ma allo stesso tempo, creano divisione e in un’attività complicata come la Formula 1, avere due squadre che non vanno nella stessa direzione è difficile e costa performance. Forse all’epoca c’è mancato riuscire a convincere entrambi i piloti che la squadra tutta insieme fa una macchina che va più forte”.

“Ci appoggiamo sempre sulla scienza, non c’è magia, simuliamo tutto per cercare di anticipare il comportamento delle auto in condizioni diverse. Nel rapporto con i piloti, abbiamo sempre tanto contenuto tecnico sul quale ci appoggiamo e da lì nascono discussioni perché siamo i primi a dire che non è perfetto. Si cerca di identificare quale alettone montare, a che temperatura delle gomme iniziare un giro di qualifica e dalle discussioni partono i punti di vista che ci dà il pilota, se non ci crede il pilota lo dobbiamo convincere, ascoltare e adattare la macchina ai suoi feeling”.

Dezoteux su differenze tra Gasly e Tsunoda

“Conosciamo Pierre da anni mentre con Yuki è il primo anno. Si devono fidare, sappiamo cosa fare, come disegnare la macchina, come reagire quando la macchina non è competitiva. Riconosciamo se le nostre scelte non sono giuste, non sono allo stesso livello di esperienza, Yuki ha già fatto delle buone performance e anche degli incidenti ma fa parte del gioco. A Pierre dobbiamo dare la macchina giusta per lo sviluppo e per capitalizzare tutti gli sforzi”.

Il punto di vista di Yuki Tsunoda sul rischio

“Per me il rischio è che se danneggio la macchina non riesco ad avere altre prove nel weekend di gara ed è molto difficile per la qualifica perché gli altri piloti hanno molta esperienza. Molti pensano alle ferite, agli incidenti, io non sono preoccupato di questo perché se deve succedere, succede. Ho fiducia che non succeda perché guidi con i piloti migliori del mondo, ci fidiamo l’uno con l’altro”.

Pierre Gasly su impegno e costanza per essere sempre al massimo

“Il mio lavoro come pilota è di estrarre il massimo da quella macchina. Ma ci sono molti aspetti che le persone non vedono, pensano che noi corriamo solo alla domenica e basta. Ci alleniamo sei giorni su sette, dobbiamo mangiare perfettamente, controllare il peso, tutta la gestione sonno e jet lag, la simulazione con il team. Quando arriva la gara alla domenica so che sono al 110%, sono pronto a battere Yuki e tutti gli altri piloti perché ho fatto tutto quello che dovevo fare”

Approccio di Gasly e Tsunoda alle gare

Tsunoda: “Mi diverte correre. Io non la vedo dal punto di vista professionale, ovviamente se competi ad un livello professionale sei pagato ma non penso di correre per lavoro ma come hobby perché corro da quando sono piccolo”.

Gasly: “A fine giornata è un hobby ma è anche un lavoro,  faccio le cose che fanno le persone normali. Cerco di imparare le cose della vita, trascorrere del tempo con gli amici, è difficile per noi avere una vita personale al fuori delle corse. Ci sono sacrifici che le persone attorno a te devono capire. Mi piace il calcio, ho iniziato a giocare da quando ero piccolo, mi piace la musica e fino ai 18 anni ho fatto studi di economia. Ancora adesso mi faccio mandare gli appunti dei miei amici che studiano e nei ritagli di tempo mi piace leggere. Sono un atleta ma non voglio restare fisso nello sport. C’è molto da imparare”.

Aspettative dei piloti AlphaTauri per la stagione 2022

Tsunoda: “Sappiamo che Guillame farà una macchina molto veloce! Speriamo di poter lottare per i primi due posti nel mondiale! Non possiamo aspettarci nulla perché sarà tutto nuovo e le macchine saranno più lente, saranno gare fantastiche perché aumenta la possibilità di sorpassare, sono molto emozionato ma ora dobbiamo concentrarci sulla seconda parte di stagione!”.

Gasly: “Come ha detto Yuki, il prossimo anno sarà una nuova era per la Formula 1. Per i team sarà una grande sfida perché dovranno cominciare da zero. La Mercedes ha sempre dominato ma adesso si cambia, sono molto emozionato e da parte mia sarà il sesto anno in Formula 1 e dovrò mantenere lo stesso approccio di sempre. La macchina sarà 2.5 secondi più lenta, per molti è poco ma sarà una grande differenza”.

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