F1 2016, Mercedes avanti ma la Ferrari ha un’arma in più: lo spirito di squadra
Dietro i sorrisi per i flash la situazione in casa Mercedes resta tesissima, mentre in Ferrari si celebra la festa dell'unità
La speranza del globo terracqueo è che Ferrari e Mercedes nel 2016 se le possano dare di santa ragione, regalandoci e regalandosi un mondiale grandi firme, vissuto e combattuto, e non l’ennesima parata trionfale di una squadra che fa il vuoto sulle altre. La Mercedes è una squadra schiacciasassi e – per essere realisti – tra motore e telaio mantiene un vantaggio di circa tre decimi abbondanti sul Cavallino, decimi non facilmente azzerabili in un solo inverno, considerando anche che a Brackley sono soliti sfornare missili piuttosto che monoposto.
La Ferrari, dal canto suo, nelle segrete di Maranello, nel nuovo edificio della Gestione Sportiva, ce la sta mettendo tutta per colmare il gap con gli anglo-tedeschi. Il direttore tecnico James Allison opterà quasi certamente per lo schema push-rod alle sospensioni anteriori, un modo come un altro per invertire la tendenza e provare a dare l’assalto finale alla Mercedes, sperando che gli interventi al retrotreno e la ritrovata potenza della Power Unit possano fare il resto.
Al di là di qualsivoglia discorso tecnico, però, c’è qualcos’altro che attualmente distingue in modo prepotente la Mercedes e la Ferrari, ed è l’atmosfera, intesa in senso generale, che circonda le due big del mondiale. La Mercedes ha dominato, ma porta su di se le ferite – sotto forma di polemiche, accuse, misteri – di una guerra fratricida che rischia di prosciugarla dall’interno, svuotandola nelle forze. E’ questa la maggiore preoccupazione di Toto Wolff, che in più di un’occasione ha ammonito i suoi piloti, due belve pronte a scannarsi alla prima occasione buona. Tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg è scoppiata una rivalità feroce, inarrestabile, che affonda le sue radici in un conflitto quasi “sociale”, con Hamilton pronto a mettere sul piatto la sua grinta, garra, “fame” da ragazzo di strada contro il viziato principino di Montecarlo, e con Nico che non ci vuole stare e reagisce in modo diplomatico, machiavellico, terribilmente aziendalista.
Hamilton viaggia per il mondo e risponde a muso duro a Wolff, accusa la Mercedes di favorire Rosberg. Quest’ultimo ribatte dando ragione al proprio capo, giocandosi la carta del consenso interno. E se tre indizi fanno una prova, nessuno può escludere che la Mercedes non possa, magari inconsciamente, premiare la fedeltà di Rosberg. Intanto è il tedesco ad aver chiuso il mondiale con pole, vittorie, con il campione del mondo che ha già iniziato a lamentarsi per alcune soluzioni in ottica 2016 che favorirebberolo stile di guida di Nico.
I sorrisi e i flash per le telecamere celano una guerra intestina che potrebbe essere distruttiva per una squadra che dovrà difendere a spada tratta il suo vantaggio contro l’assalto di una Ferrari nuovamente motivata. Mentre Wolff deve tenere a guinzaglio i due “galletti”, a Maranello s’è celebrato il Natale dell’unità, del gruppo, del senso di appartenenza. La Scuderia sembra sempre di più un corpo unico che si muove in una precisa direzione. Quella sensazione di avere una missione, quell’obiettivo di rimonta preciso, sono emozioni condivise da tutti i componenti del team allo stesso modo. Lo si percepisce dalle dichiarazioni, dai gesti, dagli sguardi. Paradossale che nel team campione del mondo si respiri tensione, per la paura di una contesa interna ingovernabile, mentre pare esserci grande serenità in chi insegue.
Da Marchionne ad Arrivabene, passando per i due piloti, la Ferrari si è riscoperta un universo unito, sotto l’effigie di un Cavallino rampante che sa ancora entusiasmare ed emozionare chi ne difende la bandiera in pista. Basti pensare ad un campione come Raikkonen he fa autocritica e ammette che il compagno è stato più bravo. Oppure a Vettel che si scusa quando esce di pista e commette un errore in un campionato quasi perfetto. L’omologo della Mercedes, Hamilton, non saluta Rosberg se quest’ultimo lo batte in pista, tanto per rendere l’idea. La F1 è sport individuale e di squadra, è il singolo che fa parte del tutto, e lo deve saper accettare. Una regola non scritta del mondo delle corse è quella di avere sempre bene in mente qual è l’interesse superiore (ovvero quello della squadra che ti paga). E’ quello che Toto Wolff sta provando a far capire ai suoi piloti, che non fanno altro che mandarsi frecciatine a mezzo stampa anche dopo la fine del mondiale.
In casa Ferrari invece si ride, si scherza, si sogna. Probabilmente non basterà, perché alla fine conterà avere pur sempre la monoposto più veloce. Ma se la Rossa riuscirà ad avvicinare la Mercedes in pista, l’armonia nei due box potrebbe essere la discriminante, la chiave, per vincere il titolo. E la Ferrari, almeno in questo, parte in netto vantaggio.
Antonino Rendina
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