Senna-Schumacher: confronto impossibile? Forse no.

Senna-Schumacher: confronto impossibile? Forse no.

Il confronto tra piloti appartenenti a diverse ere è sempre stato, negli anni, terreno di scontro e dibattito tra gli appassionati e tifosi di Formula 1.

Si sprecano a decine le classifiche sui ‘migliori di tutti i tempi’. Ovviamente, ogni classifica ha un vincitore diverso, segno che i parametri presi in considerazione di volta in volta cambiano gli scenari e i protagonisti di tali hit.

Negli ultimi due decenni il confronto più discusso è quello tra gli ultimi due supercampioni della F1: Ayrton Senna e Michael Schumacher.

Il brasiliano e il tedesco hanno iniziato la loro carriera nella massima serie con sette (o meglio otto) anni di differenza: 1984 la prima stagione di Ayrton, 1991 la prima gara di Michael, ormai a stagione avanzata (Spa).

In mezzo differenze sostanziali tra le vetture, stili di guida. Due epoche vicine ma diverse allo stesso tempo.

Questo articolo non si pone come obiettivo quello di decretare un migliore, ma semplicemente quello di mettere a confronto esclusivamente le prestazioni dei due piloti relativamente alle proprie epoche. Verranno in nostro soccorso numeri e statistiche raccolti per rendere il parallelo quanto più veritiero possibile, in modo da tracciare un profilo dei due Campioni.

Dati presi in esame

La Stagione 2001 è l'ultima utilizzata per il confronto tra i due piloti


C’è subito da premettere un dato importantissimo.
Ayrton ha partecipato a dieci stagioni più 3 gare dell’undicesima, per un totale di 162 weekend di gara.
Michael è, oggi, alla sua diciassettesima stagione, ed è ancora in attività.
Pertanto, per il confronto, terremo in considerazione esclusivamente i primi 162 weekend di gara di Michael. Ci fermeremo, vale a dire, all’ultima gara della stagione 2001. Abbiamo tenuto conto, ovviamente, delle gare non corse per squalifiche nel 1994 e per l’infortunio alla gamba del 1999.

Qualifiche e Pole

Ayrton Re delle Qualifiche


162 Partecipazioni per ognuno dei due piloti, quindi 162 Qualifiche.
Schumacher detiene il record assoluto delle Pole con 68 partenze al palo, ma al 162° weekend di gara il suo score segnava quota 43. Senna, invece, ne ha conquistate ben 65. Un bel +22 per il brasiliano a dimostrazione che sul giro secco era decisamente il migliore del suo periodo, se non in assoluto.

Ayrton ha ottenuto una percentuale di pole del 40% rispetto alle qualifiche corse, e i best lap sono stati ottenuti in larga parte con la Mclaren. Per la precisione, 16 pole con la Lotus, 46 con la Mclaren, 3 con la Williams ad inizio 1994. E siamo sicuri sarebbero state di più.

Per Schumacher, 10 pole con la Benetton nel biennio 1994-1995, e le restanti 33 con la Ferrari fino al limite che abbiamo fissato della stagione 2001. In totale 43, il 26% rispetto alle qualifiche disputate. Ne seguiranno, negli anni successivi, altre 25.

Partecipazioni e Gran Premi

La F310 protagonista del clamoroso ritiro nel giro di formazione del gp di Francia 1996


Come detto, utilizzeremo come base lo stesso numero di partecipazioni a weekend di gara: 162.
Sia Senna che Schumacher non sono partiti in un’occasione. Ayrton nel Gp di San Marino del 1984, poichè non si è qualificato. Michael aveva, invece, ottenuto la pole del Gp di Francia del 1996, ma la rottura del motore nel giro di ricognizione non gli permise di partire.

Quindi, i GP ai quali entrambi hanno preso parte effettivamente scendono a 161.

Passiamo ai ritiri, per determinare quanti Gran Premi siano stati conclusi sul totale di quelli disputati.
61 ritiri per Ayrton, 42 per Schumacher. Otteniamo così che Senna ha portato a conclusione esattamente 100 gare, mentre Michael ha visto la bandiera a scacchi 119 volte.

Risultati

Senna e Schuamacher insieme sul podio ad Interlagos, 1993


Passiamo, ora, ai risultati ottenuti.
Ayrton ha portato a termine 80 delle 100 gare disputate a podio. Michael ha visto almeno la terza posizione 97 volte su 119. Le percentuali sono praticamente identiche. 80% delle gare a podio per Senna, 81% per Schumacher.

Ma non è tutto. Ayrton, su 100 GP, ha conquistato 41 vittorie (la percentuale è piuttosto facile). 6 con la Lotus, 35 con la Mclaren. Michael è andato oltre, con 53 vittorie su 119 Gare (il 44,5%), 19 con la Benetton e 34 con la Ferrari.

Se consideriamo le vittorie rispetto ai podi, metà delle volte che Ayrton è andato alla premiazione (51%) è stato per ritirare il trofeo del vincitore. Per quanto riguarda Michael, la percentuale sale al 55%.

Concludiamo con i giri veloci in gara. 19 per Ayrton (11% sul totale delle gare), ben 44 per Schumacher (27%).

Come ben sappiamo, Ayrton ha conquistato tre titoli mondiali. Schumacher, nel 2001, ha conquistato il suo quarto alloro.

Gli anni del confronto

Lo start del GP di Aida 1994


Schumacher e Senna hanno condiviso le piste della F1 tra il GP del Belgio del 1991 (esordio del tedesco) e il tragico weekend di Imola 1994.

In questo caso il confronto non è da valutare alla pari, perchè ad un Ayrton Senna nel pieno della carriera si contrapponeva uno Schumacher agli inizi.

Comunque, per completezza, nei 41 GP che hanno visto protagonisti i due Campioni insieme in pista, Ayrton ha ottenuto 10 vittorie contro le 5 di Michael. Il Brasiliano si è ritirato 17 volte contro 14 del tedesco, il quale non ha ottenuto nemmeno una pole contro le 8 di Senna.

Considerazioni
Come detto all’inizio dell’articolo, il nostro obiettivo non è quello di decretare il migliore tra questi due grandi piloti, che fanno comunque e senza dubbio parte della cerchia dei Top a livello assoluto.

Quello che vogliamo sottolineare è che, al netto di emozioni, epoche, vetture e piste, affidandosi esclusivamente ai dati numerici forse è possibile avere un’idea della caratura dei grandi campioni di F1.

Ora, diamo un occhio globale a quello che i numeri ci hanno mostrato.
Il colpo d’occhio maggiore riguarda il dato delle Pole. Senna ne ha conquistate più di 1/3 di quelle disputate, Schumacher giusto 1/4. Segno che, sul giro secco, il brasiliano è stato probabilmente il più forte al mondo.

Il tedesco, invece, mostra dati leggermente migliori per quanto riguarda le gare. Quello che si evidenzia di più è la differenza nel numero di giri veloci in gara, 44 contro i soli 19 di Ayrton. Per quanto riguarda invece il rapporto GP portati a termine/vittorie c’è un 3.5% in più, mentre i podi per entrambi sono sull’ordine dell’80% sul totale dei GP conclusi, che se ci pensiamo è un risultato fenomenale. Parliamo di 4 gare su 5 terminate a podio. Numeri da assoluti TOP Drivers.

Ovviamente, le auto con cui Ayrton ha corso erano globalmente più scorbutiche e meno ‘elettroniche’ di quelle portate in pista da Michael, e il maggior numero di ritiri del brasiliano può essere imputato ad un’affidabilità più carente negli anni 80, rispetto al decennio successivo.

Qui si ferma il vero confronto del nostro articolo. Ora passiamo ad ‘altro’.

Emozioni

Un Ayrton provato dallo sforzo fisico solleva il trofeo di Interlagos 1991


Un pilota entra nel cuore dei tifosi quando le sue gesta regalano emozioni indimenticabili, indipendentemente dai risultati in pista. Non è un caso che Jacques Villeneuve, pur avendo vinto un titolo, non possa competere minimamente con il mito di Gilles, che non è mai stato iridato ma vive tra i ricordi di milioni di persone, come se fosse ancora presente tra noi.

Ayrton ha regalato gesta pazzesche e momenti di altissima tensione. Come dimenticare le sfide con Prost nell’88, 89 e 90, le collisioni, le battaglie con la Fia di Balestre? Come non avere in mente le sue pazzie sotto l’acqua di Monaco’84, quando con una modesta Toleman arrivò ad un soffio dalla sua prima vittoria contro Prost? E le urla di Interlagos’91, quando con il cambio bloccato riuscì a tagliare il traguardo per primo e urlò al mondo intero, via radio, il suo misto tra gioia e dolore fisico? E, infine, l’ultima perla, il primo giro di Donington ’93, 4 posti recuperati in un solo giro. Schumacher, Wendlinger, Hill, Prost. E una gara di uno spessore visto davvero raramente su una pista di F1.

Schumacher in questo 2010 avrà fatto ricredere qualche Ferrarista, ma specialmente nel periodo dal 1995 al 2000 ha indiscutibilmente regalato momenti di altissimo sport. Spa ’95 ad esempio, quando vinse con la Benetton partendo 16°. La prima vittoria Ferrarista, nel 96 a Barcellona sotto l’acqua, è un’altra delle perle del tedesco. Così come Spa e Monza dello stesso anno, Spa ’97, Budapest ’98, Sepang ’99 al rientro dopo l’infortunio alla gamba di Silverstone. E un mondiale 2000 che nel suo insieme ha lasciato con il fiato sospeso tutto il mondo Ferrarista fino all’indefinibile gioia di Suzuka.

Non dimentichiamo poi le piste Magiche per entrambi. Spa e Montecarlo.
Nel principato Ayrton ha vinto 6 volte di cui 5 consecutive, dall’89 al 93. Michael invece si è imposto 5 volte.
In Belgio Senna ha ottenuto 4 vittorie, mentre Schumacher ha tagliato il traguardo per primo sei volte, che sarebbero state sette senza la squalifica del ’94 per eccessivo consumo del fondo piatto.

Il confronto umano

Michael Schumacher e la moglie Corinna


Fino ad ora abbiamo paragonato il puro lato sportivo di Ayrton e Michael, con risultati che mostrano lo spessore tecnico di entrambi.

Il lato umano ha mostrato due caratteri fortissimi in pista, degni di chi vuole primeggiare sempre e comunque, e due personalità molto diverse al di fuori del Paddock.

Michael si è sempre contraddistinto per una certa diffidenza e riservatezza (scambiata, a volte, per strafottenza) in ambito privato. Predilige lasciare separate la sfera privata e quella pubblica da un muro piuttosto spesso. La sua prole è praticamente sconosciuta, non esistono particolari immagini di Michael con i suoi figli. E non è detto che sia un male, anzi. Fuori pista è sempre stato dipinto come indisponente e irritante. Chi l’ha conosciuto nel privato, invece, parla di lui molto bene. Potrebbe trattarsi semplicemente di timidezza. Nel privato è attivo in iniziative benefiche, è ambasciatore Unesco dal 2002 e ha donato 10 milioni di dollari dopo lo tsunami che ha colpito l’Indonesia nel 2004. Resta il fatto che alla maggioranza degli appassionati non ha mai dato l’impressione di essere un Mister Simpatia. E sono proprio alcuni ‘Sennisti’ a non digerire il tedesco, il quale sarebbe stato ‘avvantaggiato’ dalla scomparsa di Ayrton per dare inizio alla sua era. Certo è che il 94 e gli anni successivi sarebbero stati interessantissimi, con entrambi in pista.

Ayrton, in pubblico, è sempre stato tutt’altra cosa. Disponibile con chiunque ad esporsi e anche ad aprire il suo mondo privato (ci sono decine, forse centinaia di sue immagini private, tra cui molte con il nipote Bruno), ha sempre saputo catalizzare su di sè l’attenzione del pubblico e dei media per il suo modo di porsi, di dialogare, di raccontare il suo lavoro e la sua vita. E per la capacità di andare oltre la Formula 1. Di parlare apertamente della sua fede in Dio, del suo popolo e dei suoi gravi problemi economici. L’Istituto Ayrton Senna è stata una logica conseguenza del voler aiutare il suo Brasile.

Concludiamo dicendo che resta agli appassionati e alle loro memorie decidere chi è, tra Michael e Ayrton, il preferito. Noi non azzardiamo un’ipotesi ma speriamo, con questo pezzo, di aver dato quanto meno l’idea dello spessore sportivo di questi due fenomeni. Per quanto riguarda le emozioni: quelle sono private, di ognuno di noi, e non è nostro compito giudicarle.

Alessandro Secchi – F1Grandprix

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