Quando Trulli ha detto no alla Ferrari…
Arrivano dei momenti nella vita in cui ti guardi indietro, ripensi alle decisioni che hai preso, a quello che avresti potuto fare ma non hai fatto. Ed è lì che spunta quell’ipotesi odiosa “e se…”. Chissà se anche Jarno Trulli si è posto qualche interrogativo ora che, dopo quindici anni nel circus, si ritrova appiedato, senza una vettura, scaricato dalla Caterham che gli ha preferito Vitaly Petrov e gli sponsor russi. Chissà se il pilota abruzzese si guarda indietro e ripensa a quando ha detto no alla Ferrari, per rimanere in Toyota con cui aveva appena firmato un contratto pluriennale, lui che i contratti li ha sempre rispettati.
Eppure la tentazione c’è stata e forte, perchè la Rossa è un sogno, specialmente per un italiano. E’ proprio Trulli a rivelare i retroscena di una vicenda fino a poco fa sconosciuta, in un’intervista ad Autosprint. “La Ferrari quando ero in Toyota mi ha cercato, davvero per poco non sono stato un pilota della scuderia di Maranello – ha dichiarato il driver -. Devo ringraziare Jean Todt per essere stato uno dei pochi team principal di top team a credere in me. E’ stato lui a offrirmi un posto alla Rossa, ma in quel periodo avevo un contratto piuttosto lungo con i giapponesi e in carriera ho sempre rispettato gli impegni presi”.
Con la Toyota sembrava andasse tutto bene, lo stesso Trulli spiega di aver “iniziato bene il 2005. Sono stato anche secondo nel Mondiale per un certo periodo”. Poi, però, problemi di sviluppo, o forse è il destino che ha deciso così, l’avventura non è proseguita come sperava e alla fine con il team nipponico non ha vinto nulla. Se si pensa che negli stessi anni la rossa faceva furore, qualche rimpianto è normale che rimanga: su quella monoposto avrebbe potuto esserci lui. Ma Jarno ha fatto la sua scelta, giusta o sbagliata che sia, ha mantenuto la sua dignità e la sua correttezza, doti che non è così scontato trovare, doti che lo rendono ai nostri occhi un uomo ancora migliore.
E chissà che la Toyota quest’anno a Le Mans non lo ripaghi in qualche modo…
Lorenza Teti
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