Pit Stop: il meglio della settimana

Tutto quello che vi siete persi in F1 negli ultimi sette giorni

Pit Stop: il meglio della settimana

Archiviate le feste, gli yacht, (le papere al muretto) e il glamour della Costa Azzurra, la Formula 1 è di nuovo volata dall’altra parte dell’Oceano, per fare tappa sull’isola di Notre Dame, a Montreal, dove questo weekend prenderà il via il settimo appuntamento del Mondiale.
Monaco ha regalato, oltre alla vittoria a un gongolante Nico Rosberg, un momento di ritrovata adrenalina in un weekend dove l’unica nota di giubilo – questa volta per le signore – era stata la presenza in griglia di aitanti grid boys al posto delle solite bellone.
Sulle barche ancorate in porto, ai box e sui divani a casa, spettatori e addetti ai lavori si stavano come sempre godendo la classica pennica da domenica monegasca – sono lontani i tempi in cui un ancora sconosciuto Ayrton Senna riemergeva dalle retrovie inanellando sotto il diluvio un sorpasso dietro l’altro – quando un arrembante Verstappen ha deciso di centrare in pieno il posteriore della Lotus di Grosjean, chiamando in pista il jolly della safety car.
A poco più di dieci giri dalla fine ecco che il mazzo di carte si rimescola – che se fosse avvenuto un po’ prima, secondo Helmut Marko, avremmo potuto assistere anche a una lotta Mercedes vs Red Bull, con Ricciardo impegnato a entrare negli scarichi del missile guidato da Lewis Hamilton.
Fantasticherie austriache a parte, all’ingresso della safety il panico è cosi dilagato per le stradine del Principato e il britannico delle Frecce d’Argento è stato colto da ansia da prestazione. Convinto che tutti in quel momento corressero ai ripari con una gomma fresca, ha chiesto ai suoi se non fosse il caso di fare lo stesso. Eh sì, perché nonostante Toto Wolff si sia prostrato ai piedi di Lewis chiedendo scusa per il madornale errore, qualche giorno più tardi le registrazioni radio tra il team e il pilota Mercedes hanno svelato che è stato proprio il due volte iridato a insinuare il dubbio ai suoi.
Comunque, inutile piangere su un treno di gomme sprecato. La vittoria se non altro è rimasta in famiglia – anche se la doppietta questa volta è sfumata – e l’audience ringrazia, con Rosberg che così si avvicina ancora di più al nemico pubblico numero uno, tenendo vivo un Mondiale altrimenti monocorde.
Per riprendersi dalla batosta Hamilton è stato visto veleggiare verso il Canada in compagnia di una squadra di modelle under 20. Invero, il fusto di Stevenage è parso indeciso anche sul pit stop tra la bionda Gigi Hadi e la mora Kendall Jenner. Ma che dire, in entrambi i casi non gli andrebbe affatto male.

Fa comunque sorridere il fatto che Lewis avesse messo la firma su un contratto da trenta milioni di euro a stagione giusto poche ore prima. Roba che se ancora una volta l’accordo fosse sfumato, forse le pagine sarebbero volate in mare assieme al caro Toto.
A seguito dell’episodio monegasco i soliti nostalgici del complotto sono prontamente tornati alla carica, ipotizzando un piano diabolico per favorire il biondino o per mettere un po’ di pepe al duello tra lui e il compagno di box.
Se anche cosi fosse, il campione del mondo in carica non dovrebbe comunque preoccuparsi di perdere punti all’interno del Circus. Dalla sua potrà infatti sempre contare su un fan di tutto rispetto come Bernie Ecclestone.
Il burattinaio della massima categoria non ha mai nascosto la sua passione per l’inglese, che evidentemente rappresenta anche la sua gallina dalle uova d’oro. Dopo la frittata monegasca, Mr E si è infatti pronunciato a favore di Hamilton promuovendolo ufficialmente come unico ambasciatore della Formula 1, grazie alla sua immagine capace di reinventarsi e imporsi anche nel mondo della spettacolo, della moda e della musica. Vettel e Rosberg? E chi li conosce…

Dicevamo inoltre del giovane Max Verstappen. Il sorpasso in stile soldato giapponese su Pearl Harbor gli è costato, oltre a un bello spavento, cinque posizioni sulla griglia di partenza del prossimo Gran Premio del Canada e due punti della super licenza. Nei giorni successivi alla corsa in molti si sono pronunciati a favore (Mika Hakkinen ed Helmut Marko in testa) o contro (come Felipe Massa) la mossa dell’olandese, che la telemetria Lotus ha poi comunque “incastrato” – Verstappen aveva infatti accusato Grosjean di una frenata anticipata e di un cambio di traiettoria improvviso.
Secondo Jan Lammers, ex pilota e connazionale di Max, quelli che continuano a lamentarsi di una Formula 1 noiosa – “Il professore” Alain Prost tra gli ultimi – dovrebbero in realtà ringraziare Dio per l’arrivo del rookie fiammingo. Anche ringraziando il cielo per l’avvento di giovani promesse del calibro di Max e compagni, è bene però considerare che una volta schiantati contro il muretto l’effetto spettacolo si esaurisce presto. Il figlio d’arte sembra comunque avere imparato la lezione, contento sopratutto di avere commesso un simile azzardo mentre si sta ancora facendo le ossa nella “palestra” di Faenza.

E a proposito di Formula 1 noiosa, Strategy Group e FIA si sono recentemente sbizzarrite in tema di nuove proposte per il futuro.
Oltre alla possibilità del ritorno ai rifornimenti in pista, focus degli ultimi incontri sono state le gomme, che da sempre “fanno la macchina”. In tema di coperture si è arrivati cosi a una nuova svolta, con la proposta di passare a un diametro di 18 pollici. Inoltre è stato aperto il bando d’asta per la mono-fornitura nel biennio 2017-2019.
Un bando è stato indetto anche per aprire le porte dell’olimpo delle quattro ruote a un nuovo team. Requisito necessario per essere presi in considerazione – dopo il flop Caterham e il salvataggio in extremis della Marussia – una comprovata sostenibilità finanziaria, assieme ovviamente al capitale umano necessario per competere nella massima categoria. Oltre alla già confermata Haas potremmo dunque assistere a un nuovo ingresso. Se avete da parte qualche centinaia di migliaia di euro, fatevi avanti.
A tenere banco in queste ultime settimane ci ha pensato anche la proposta dell’introduzione di squadre clienti, gestite dagli attuali quattro big presenti in pista. Sulla questione – che attualmente non è comunque tra le priorità – si sono ovviamente pronunciate contro le piccole scuderie, anche se Toto Wolff ha rivelato che già tre squadre si sarebbero informate sulla possibilità da parte di Mercedes di fornire delle macchine.

In tema di calendario invece, una questione sempre aperta è quella con Monza, il cui contratto scadrà nel 2016. Mentre si avvicina la tappa italiana Bernie ha fatto sapere che non intende assolutamente concedere sconti – e agli organizzatori dello storico GP sembra manchino venti milioni di euro – e che continuerà imperterrito a battere cassa in giro per il mondo, spostandosi eventualmente su mercati più vantaggiosi come l’Azerbaijan.
Il caro Mr E ha anche lanciato l’idea di dire addio al circuito brianzolo per spostarsi eventualmente al Mugello, mentre nel 2016 il Circus potrebbe fare ritorno in India.
In attesa di sapere se un altro circuito della storia della Formula 1 dovrà lasciare il campo a strutture più solide, dopo il Messico anche il Gran Premio di Siverstone – in programma il primo weekend di luglio – si appresta a confermare il tutto esaurito, grazie a una strategia di vendita anticipata di pacchetti a un prezzo estremamente competitivo.

Tornando un attimo sulla gara di Monaco, ancora una volta è stata la Ferrari a infilarsi tra le Frecce d’Argento e a non farsi cogliere impreparata nel momento in cui i tedeschi hanno perso la bussola. “Quando si pensa di essere intelligenti ci si dimentica di essere furbi”, sono state le parole di Maurizio Arrivabene al termine della gara, pur consapevole del “regalo” da parte di quelli di Brackley.
La Rossa si conferma così come l’unica in grado di fare compagnia sul podio alla coppia argentata, ma solo grazie agli errori altrui o al fatto che i restanti rivali non sarebbero all’altezza. Questo il pensiero di Flavio Briatore, che ancora una volta non risparmia una frecciatina agli ex del suo pupillo Fernando Alonso.
La Mercedes quindi può dormire sonni tranquilli, senza preoccuparsi di nessun Cavallino in avvicinamento.
Sarà, ma intanto i tedeschi hanno richiesto un’ispezione della FIA nella galleria del vento di Maranello dove, con la scusa di prestare la struttura all’americana Haas, gli italiani ne starebbero approfittando per raccogliere ulteriori dati a proprio favore. Effettuati i dovuti controlli, la Federazione ha comunque fatto sapere che sulle colline di Modena non si sta consumando nessun intrigo internazionale.

Secondo l’ex boss Renault quindi, la Ferrari starebbe cavalcando l’onda del successo solo perché fondamentalmente sta viaggiando in solitaria.
A dire il vero, la tappa di Monte Carlo ci ha regalato anche un piccolo exploit da parte di una rediviva Red Bull, con Ricciardo e Kvyat in zona top five. Helmut Marko ritiene pero’ che il merito sia solo ed esclusivamente del telaio della RB10; niente a che vedere quindi con un propulsore Renault in ripresa.
Sarà forse per i continui apprezzamenti che piovono da Milton Keynes che i francesi hanno spostato le proprie mire – in ottica di un ritorno come team ufficiale – dal team satellite degli austriaci alla Lotus?

Chi invece festeggia e condivide con il proprio motorista un nuovo traguardo è la McLaren, che finalmente a Monaco è riuscita a guadagnare i suoi primi punti stagionali, grazie all’ottava piazza di Jenson Button.
La strigliata in crema catalana di Ron Dennis ai suoi evidentemente è servita a qualcosa. Rimessi in riga team manager e pilota – Button in Spagna aveva confidato di aver passato i momenti più terribili della sua carriera, con una monoposto talmente instabile da attentare alla sua stessa vita – il team di Woking sembra quindi aver finalmente imboccato la strada giusta.
Alonso al momento sta ancora cercando di capire le indicazioni in giapponese ma, come lui stesso ci ricorda ogni volta, ‘il samurai’ non ha fretta. Nel frattempo però si è comprato un manuale di harakiri. Just in case…

Nina Stefenelli

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