Pagelle del GP del Brasile

Pagelle del GP del Brasile

Glock… Glock…. Glock…. Il suono di un rubinetto che gocciola, il rumore della pioggia che tocca la terra, ma anche (e soprattutto) la variabile impazzita che ha deciso le sorti di uno dei mondiali piu' imprevedibili che la storia della F1 recente ricordi. Il pilota Toyota, con gomme da asciutto su pista bagnata, all'ultimo giro non riesce a resistere al ritorno di Vettel e Hamilton cedendo all'inglese il quinto posto che vale una stagione. Inutile la grande vittoria di Massa, resa ancora piu' amara dalla sensazione temporanea di essere riuscito a vincere il titolo. Delusione comunque mitigata, in casa Ferrari, dalla conquista del titolo Costruttori, che e' pur sempre il premio che ingrassa le casse della squadra. Buona lettura!

Kimi Raikkonen: 6 – Nel giorno in cui si appresta a riconsegnare lo scettro di campione del mondo, potrebbe lasciare col botto, chiudendo una stagione tutto sommato mediocre con un'ultima gara all'insegna di cuore e grinta. Potrebbe lanciare un messaggio ai suoi rivali in vista del 2009, che suonerebbe piu' o meno "per quest'anno vi ho lasciato divertire, ma dalla prossima stagione dovrete tornare a fare i conti con me". Potrebbe, appunto. Ma non lo fa. Anzi. La sua gara e' lo specchio perfetto di quella che e' stata la sua stagione: abulico, quasi svogliato, incapace di graffiare o quantomeno di lasciare impronte degne del suo palmares e della sua fama. Parte terzo, dietro Massa e Trulli, e arriva terzo, dietro Massa e Alonso. In un Gran Premio rocamblesco e imprevedibile come quello brasiliano, basterebbe questo per far capire quanto non abbia dato spettacolo. Aggancia Kubica al terzo posto nel mondiale e, in virtu' delle vittorie raccolte, lo scavalca nella classifica. Meglio di niente, ma comunque poco, poco, poco… Ad ogni modo gli va riconosciuta una certa coerenza: stagione inconsistente? Che lo sia fino in fondo. Inappuntabile.

Felipe Massa: 10 – Corre cosi' bene che ci sorge, spontanea, una domanda: ma non e' che a Silverstone, altra gara bagnata, il buon Felipe aveva mandato una controfigura? Sara' l'aria di casa, sara' che gareggia non avendo praticamente nulla da perdere, ma dalla Q3 in poi si mette dietro tutti e va vincere con un'autorita' inattaccabile. Parte bene dalla pole e impone subito il suo ritmo alla gara, conducendo con grande autorita' fregandosene delle condizioni meteo mutevoli e delle insidie create dalla pista viscida. Doveva assolutamente vincere, ha praticamente stravinto. Non gli e' bastato per aggiudicarsi il titolo, ma il mondiale Felipe non l'ha perso ad Interlagos. Anzi, sulla pista Paulista il piccolo brasiliano ha disputato una delle gare migliori della stagione. Perfetto, davvero. La beffa che subisce a fine gara e' atroce, tale da stendere un bufalo. Le sue lacrime sotto il casco e, in seguito, sul podio, la dicono lunga sulla mazzata che ha dovuto subire. E meno male che non ha visto, tramite i maxischermi, tutto il box esplodere di gioia. Per errore. Vedremo come sapra' riprendersi nella prossima stagione. Ad ogni modo, alzi la mano chi, dopo le prime 2 gare stagionali, lo avrebbe previsto vincitore del mondiale fino a 50 metri dal traguardo dell'ultima gara. Precipitosi (noi, ahimé).

Lewis Hamilton: 5,5 – Se avesse mancato il quinto posto (e c'e' andato vicinissimo) lui e il suo team avrebbero meritato di essere presi a calci nel sedere per tutto il tragitto da San Paolo a Woking. E, possiamo assicurarvelo, sono parecchi km. Perché, ci chiedete? Memori dell'esperienza dell'anno passato, Ron Dennis&co decidono che e' il caso di giocare sul velluto e operano scelte strategiche che definire geniali rischia di essere addirittura ingeneroso. Consci dei rischi che si possono correre nell'imbuto della prima curva, decidono infatti di caricare ben benino di benzina la vettura di Lewis, che difatti non va oltre il quarto posto. Ma soprattutto, e qui sta il capolavoro, con una previsione meteo che promette al 91% pioggia, optano per un assetto aerodinamico completamente scarico, che regala km di velocita' in rettilineo ma che garantisce alla McLaren la stabilita' di una saponetta in una vasca da bagno, anche sull'asciutto. Figuriamoci sotto il diluvio. Con queste premesse Lewis fa quello che puo', ma guida teso e contratto, conscio di quanto abbia da perdere. Da meta' gara in poi veleggia comodamente in quarta posizione, senza aver compiuto niente di trascendentale (se si esclude il sorpasso a Fisichella, e non diciamo altro…), fino a quando l'ultimo scroscio di pioggia non rischia di fargli perdere un altro mondiale – e di spedirlo dritto dritto al lettino dello psicologo. Per fortuna – sua – Glock non riesce a tenere in pista la sua Toyota e, nonostante il sorpasso subito da Vettel, riesce ad artigliare l'ultima posizione possibile. Ma cosi' non va, non va, non va. Gli neghiamo la sufficienza per tre motivi: 1) Correre il difesa non e' il suo habitat naturale, e si e' visto nettamente, pero' volente o nolente deve imparare. 2) Se ha avallato le scelte strategiche del team, avrebbe davvero meritato di perderlo, questo mondiale. 3) Se non le ha avallate, male lo stesso. E' ora che inizi ad alzare la voce, i campioni veri si vedono anche da questo. Il votaccio, ad ogni modo, e' per la gara, non per la stagione. Abbiamo volutamente evitato le esaltazioni post-titolo di rito, non ci pare questa la sede. Congratulazioni comunque.

Heikki Kovalainen: 4,5 – Evidentemente tra i finlandesi deve esserci un'empatia tale da portare due connazionali che praticano uno degli sport piu' esclusivi del mondo a comportarsi nella stessa identica maniera in un momento chiave. Cosi' come per Kimi, infatti, anche Heikki nell'ultima gara evita accuratamente di uscire dal copione abilmente (???) recitato per tutta la stagione. Rendendosi, di fatto, inutile sia per la squadra che per il suo compagno di squadra. Parte benino, ma rinuncia ad ogni velleita' (giustamente) per non ostacolare Hamilton. Poi, da li', inizia a perdere progressivamente terreno, specie con pista viscida (e qui valgono le stesse considerazioni fatte a proposito dell'assetto di Hamilton). E, a differenza di Lewis, non mostra neanche uno sprazzo di vivacita' per tutta la gara. Alla fine conclude settimo, raccogliendo due punti utili a lui e alla squadra quanto un secondo ombelico in mezzo alla fronte. Deludente, per l'ennesima volta.

Nick Heidfeld: 5,5 – Batte Kubica in qualifica ma non riesce ad approfittare della situazione, sbagliando anzi la partenza e piantandosi. A quel punto si ritrova imbottigliato nella pancia del gruppo e fatica a riemergere, bloccato prima da Trulli poi da Webber. Su una pista che la sua BMW proprio non digerisce corre di mestiere, cercando di tenersi lontano dai guai pronto ad approfittare di eventuali ritiri. Che non arrivano. Quando scende la pioggia, a fine gara, e' tra i primi a montare le gomme da bagnato, ma la mossa non gli fa guadagnare posizioni e alla fine taglia il traguardo in decima posizione. Un po' pochino. La sua stagione non aveva piu' nulla da dare, e lui non si e' strappato i capelli (o la barba) per venire a capo del puzzle. Del resto la riconferma per la prossima stagione ce l'ha gia' in tasca. Perché fare di piu'? Placido.

Robert Kubica: 5 – In due gare prima esce matematicamente fuori dalla lotta per il titolo poi perde anche il terzo posto nella classifica del mondiale. Diciamo che le ultime due settimane difficilmente entreranno nella top ten dei migliori 15 giorni della sua vita. Cosi' come in Cina manca la Q3, non riuscendo a fare meglio del tredicesimo posto. Ma, soprattutto, anche in gara non trova il giusto feeling con la vettura, lamentando sia sovrasterzo che sottosterzo (!). Resta a lungo bloccato dietro Sutil, e anche questo e' tutto dire. Guadagna qualcosina ai pit stop ma la sua gara scorre monotona fino al traguardo, che il polacco taglia in undicesima posizione ma staccato di un giro. L'unico sprazzo di notorieta' se lo ritaglia quando si sdoppia da Hamilton, il quale ha un attimo di esitazione che permette a Vettel di saltargli davanti. La sua stagione e' comunque positiva. Certo, se il campionato fosse finito in Giappone…. Intempestivo.

Jarno Trulli: 6 – In qualifica recita la parte dell'eroe, a lui particolarmente congegnale, issandosi fino in prima fila con un giro capolavoro. In gara tiene dietro Raikkonen nelle prime fasi, poi perde posizioni complici un paio di svarioni di troppo. Gioca all'autoscontro con Bourdais (discutibile l'attacco ai danni del francese) ma resta bloccato dietro a Fisichella per diversi giri e non riesce a superarlo, perdendo una vagonata di secondi. Dopo i pit stop si ritrova al nono posto, e quando scende l'ultimo scroscio di pioggia decide di restare in pista con le gomme da asciutto riuscendo ad artigliare un punticino. Una domenica da pecorella, dunque, non esattamente quello che si aspettava dopo un sabato da leone. La sufficienza ci sta, ma stiracchiata, perché con le sue doti avrebbe potuto (e dovuto) approfittare meglio della situazione. Minimale.

Timo Glock: 6,5 – Dopo le prove il suo teammate Trulli si era autoproclamato arbitro del mondiale. Dopo che gia' Alonso si era fregiato di tale titolo nei giorni precedenti il weekend di gara. Buffo, buffissimo (e indicativo dell'andamento irrazionale della gara brasiliana) che alla fine a decidere le sorti del mondiale sia stato proprio il compagno di squadra dell'abruzzese. Ma andiamo per ordine. Bastonato da Trulli in prova, in gara Adrian si prende la sua rivincita. Tiene a lungo il passo di Hamilton e fa segnare il secondo giro piu' veloce, mostrando di trovarsi molto a suo agio con i serbatoi pieni sulla pista brasiliana. Quando arriva l'ultimo scroscio di pioggia rischia il tutto per tutto e mantiene le gomme da asciutto. L'azzardo lo proietta in quarta posizione, e se la gara fosse durata un giro in meno gli avrebbe garantito un piazzamento prestigioso. Il problema, per lui, e' proprio l'ultima tornata, quando sulla pista allagata perde una marea (scusate il gioco di parole) di tempo e si fa sopravanzare da Vettel e da Hamilton. A fine gara c'e' chi lo considera un Santo e chi un Giuda, offendendo la sua professionalita' e dimenticando che un pilota serio pensa (o quantomeno dovrebbe pensare) solo alla sua gara. Che e' comunque positiva e che gli regala un sesto posto e tre punti. Punto.

Mark Webber: 5,5 – Il nono posto in F1 e' uno dei piazzamenti peggiori, proprio ai piedi della zona punti. Tuttavia, in quest'occasione, ci sentiamo di dire che si tratta della posizione piu' adatta all'australiano, se si pensa alla sua condotta di gara incolore. Manca l'ingresso in Q3 e litiga per tutta la gara con una vettura poco bilanciata, nervosa ed instabile. Lui ci mette poco del suo, evitando accuratamente di sfoderare grinta e cattiveria ma invece puntando su un secondo stint abbastanza lungo per cercare di risalire posizioni grazie alla strategia. Compito riuscito per meta', dato che l'australiano non riesce ad andare al di la' del nono posto. Se si pensa ai progressi della Toro Rosso, l'involuzione della Red Bull appare ancora piu' imbarazzante. E non siamo certi che i piloti siano immuni da colpe, anzi. Gara incolore, voto incolore. Spento.

David Coulthard: sv – Sei alla tua ultima gara in F1 dopo 14 anni di carriera nella massima formula. Vieni da una stagione non esaltante, costellata di incidenti. La tua squadra ti prepara una vettura con una livrea personalizzata, e la regia televisiva spende un mucchio di soldi per piazzarti una telecamera speciale sulla mentoniera del casco. Un saluto coi fiocchi, che non fu tributato nemmeno a Michael Schumacher per la sua ultima gara. Un onore vero. E tu cosa fai per ringraziare? Fai in modo di sbattere dopo meno di 500 metri e di ritirarti subito, facendo addirittura entrare la Safety Car. Messa cosi' la gara di David sembrerebbe un elenco di capi di imputazione giusti giusti per ottenere l'ergastolo. Pero', a onor del vero, non e' andata esattamente cosi'. Nell'ennesimo incidente della sua stagione, stavolta il mascellone scozzese non ha responsabilita' alcuna. E' Rosberg infatti a colpirlo da dietro, mandandolo in testacoda e spedendolo addosso a Nakajima. David mostra flemma e signorilita' nel non mettere le mani addosso a Nico, che di fatto toccandolo ha posto fine alla sua carriera in F1. Peccato sia finita cosi', non perché lo scozzese avrebbe pututo fare chissa' cosa a Interlagos, ma perché si e' trattato di un triste e anonimo epilogo di una carriera comunque sopra le righe, nel bene e nel male. Ci manchera', questo e' poco ma sicuro. Anche perche', specie negli anni d'oro, accanto allo scozzese la fauna femminile di prim'ordine non e' mai mancata, anzi… e ci perdonino le signorine. So Long, David.

Nico Rosberg: 5 – Non c'e' piu' rispetto per gli anziani. L'impertinente Nico, dopo una qualifica pressoché disastrosa, al via sperona Coulthard costringendolo al ritiro e spedendolo addosso al proprio compagno di squadra Nakajima. Un gioco di squadra da far impallidire il sorpasso Massa-Raikkonen al GP della Cina. La sua gara da li' in poi e' regolare, e grazie ad una strategia intelligente riesce a risalire fino a tagliare il traguardo in dodicesima posizione. Vista la vettura che guida non sarebbe nemmeno male, ma il pasticcio combinato al via e' imperdonabile. Far fuori due piloti alla prima curva, tra cui il tuo compagno di squadra, non e' esattamente il massimo. E dire che aveva inaugurato la stagione con un podio. Maldestro.

Kazuki Nakajima: 5,5 – La sua gara e' compromessa alla prima curva, quando si ritrova ad essere l'ultima tessera di un domino impazzito originato da Rosberg che gli spedisce addosso Coulthard. Lui dice che la guidabilita' della sua vettura ne e' uscita compromessa e che, in quelle condizioni, era impossibile fare meglio del 17° e penultimo posto. Magari e' davvero cosi', pero' crediamo che un po' di grinta in piu', visto che il GP di possibilita' di recuperare ne ha offerte molte, non avrebbe fatto male. Anche perché Kazuki alla sua prima stagione in F1 ha gia' fatto vedere di avere personalita' e voglia di ben figurare, doti che a Interlagos potevano risultare decisive. La sua gara, invece, e' parsa una stanca processione fino al traguardo. Gli accordiamo il beneficio del dubbio, ma non la sufficienza. Pigro.

Fernando Alonso: 8,5 – Ennesimo capolavoro di Fernando, che azzecca il momento giusto per montare le gomme da asciutto e balza in un colpo solo dal 6° al 3° posto. Da quella posizione controlla Vettel e Massa, e riesce a superare il tedesco della Toro Rosso grazie alla strategia artigliando l'ennesimo podio di questo finale di stagione. Nelle ultime fasi di gara viene avvicinato da Raikkonen, che pero' non riesce minimamente ad impensierirlo. Nonostante abbia solo l'ottavo giro piu' veloce, fa vedere una consistenza mostruosa e una grinta, come al solito, smisurata, specie in condizioni di asfalto viscido e pista scivolosa. Alla vigilia aveva dichiarato, poco carinamente, che avrebbe aiutato Massa nel caso ne avesse avuto modo. L'occasione non si e' presentata, ma solo perché e' riuscito a tenersi ben dietro il suo ex compagno-rivale, nonché futuro campione del mondo. Chiude secondo, e scusate se e' poco. Anzi, se ci fossero state ancora 5-6 gare alla fine del Campionato, forse si sarebbe pure potuto inserire nella lotta per il titolo… Granitico.

Nelson Piquet jr: 4,5 – A rigor di logica meriterebbe un senza voto, visto che la sua gara dura poco piu' di due curve, quando finisce coinvolto in un incidente al via. Tuttavia e' sconcertante sentire le sue dichiarazioni, dove spiega (per modo di dire): «Davvero non so cosa sia accaduto: se sono stato toccato o ho semplicemente perso il controllo della vettura. Non potevo vedere nulla e ho perso il posteriore della vettura alla curva 3». Complimenti vivissimi. E' vero che Nelsinho e' alla sua prima stagione in F1, ma non essere in grado di dire se si e' usciti da soli o toccati da qualcuno quando si e' arrivati all'ultima gara del mondiale (e quando quindi un po' di esperienza dovrebbe essere stata acquisita) e' semplicemente desolante. Chiude nel peggiore dei modi una stagione altalenante. Chissa' se bastera' per la riconferma. Inconcepibile.

Jenson Button: 6 – Parlare di risveglio ci sembra eccessivo, inappropriato e forse demagogico. Anche perché in qualifica le becca sonoramente da Barrichello. In gara pero' parte bene, lotta, si concede anche un paio di sorpassi e si arrampica fino al tredicesimo posto finale. Mica male, anzi. La squadra opta per una strategia aggressiva sulle tre soste e lui si adatta, girando in gara mezzo secondo piu' veloce del compagno di squadra e chiudendogli ben davanti sotto la bandiera a scacchi. Rispetto alle ultime apparizioni appare piu' determinato, forse perché sa che con questa gara si conclude il calvario chiamato "Honda 2008" e che dalla prossima stagione le cose potrebbero cambiare in meglio (in peggio sarebbe, francamente, difficile). Ottimista.

Rubens Barrichello: 6 – Chissa' se lo rivedremo al volante di una F1. Lui ci spera ancora, e onestamente non vediamo perché la squadra non debba riconfermargli la fiducia anche per il prossimo anno, visto come si sta comportando. In prova riesce ad accedere alla Q2 e in gara sfodera grinta e determinazione, arrampicandosi fin quasi nella top ten. Poi, al momento dell'ultimo scroscio di pioggia, Ross Brawn decide di tentare il tutto per tutto richiamandolo ai box e facendogli montare gomme da bagnato estremo. L'azzardo, giustificato, non paga, e lui perde terreno fino al quindicesimo posto finale. Ammirevole comunque la sua voglia di lottare e, non dimentichiamolo, la sua velocita'. Non meriterebbe di salutare i suoi tifosi, per quanto ingenerosi, cosi'. Inossidabile.

Sebastian Vettel: 8 – Dobbiamo smettere di stupirci per le prestazioni del gioiellino tedesco. Anche stavolta Sebastian e' magistrale, veloce, impeccabile. Al via si sbarazza di Kovalainen e mette una pressione micidiale su Hamilton. Poi azzecca il momento giusto per passare alle gomme da asciutto e si ritrova addirittura secondo, riuscendo comodamente a tenere il ritmo del leader della gara Massa. Quindi Alonso lo passa al secondo pit stop e lui scivola indietro, alle spalle di Hamilton. Con l'arrivo dello scroscio finale di pioggia riesce ad avvicinare l'inglese e, sfruttando un'indecisione di Lewis durante lo sdoppiaggio di Kubica, riesce a sopravanzarlo, sbarrandogli inconsapevolmente le porte del titolo mondiale. Impressionante la maturita' e la personalita' del tedesco, per nulla intimidito dall'importanza della posta in palio e capace di resistere agli ultimi, disperati attacchi di Hamilton. Poi Glock regala a lui il quarto posto e a Lewis il titolo, ma il piu' era gia' stato fatto. Visto come sono andate le cose da meta' campionato in poi, verrebbe da dire che e' un peccato che se ne andra' in Red Bull, ma chissa'. Esplosivo.

Sebastien Bourdais: 5,5 – Bourdais contro Trulli, Jarno contro Sebastien. Uno dei leit motiv del mondiale 2008, tra i piloti di meta' schieramento, potrebbe essere proprio questo. Ancora una volta, infatti i due si toccano in gara, e stavolta ad avere la peggio e' l'ex campione Champ Car, che finisce fuori perdendo numerose posizioni. Peccato, perché era partito discretamente e veleggiava attorno alla top ten prima del patatrac. Pero' e' anche vero che, nei giri precedenti, non era stato in grado di passare Fisichella, perdendo tempo e favorendo cosi' il riaggancio di Trulli. E poi al momento del contatto si trovava ben alle spalle di Vettel. Ma, soprattutto, la sua propensione all'incidente quest'anno e' stata francamente eccessiva, segno forse di tensione e nervosismo. Perché, dunque, dovremmo dare la sufficienza ad un plurirecidivo? Chissa' se avra' la possibilita' di sfatare questa nomea che si e' creato. Irruento.

Giancarlo Fisichella: 5 – E' possibile ritrovarsi nella top 5 dopo la prima tornata di pit stop e, nonostante questo, concludere la gara al diciottesimo e ultimo posto? Impossibile direte voi. Improbabile, diciamo noi. La differenza e' sottile ma sostanziale. Improbabile non significa necessariamente impossibile, bensi' solo poco probabile, ma tecnicamente possibile. Vi abbiamo confuso abbastanza le idee? Per aiutarvi ci viene in soccorso la gara di Giancarlo Fisichella. La Freccia del Tiburtino monta per primo le gomme da asciutto (morbide!!), e l'azzardo paga spedendolo addirittura in quinta posizione, alle spalle di Raikkonen e davanti ad Hamilton. Poi l'inglese lo passa, e Giancarlo perde via via posizioni, accusando anche guai alla frizione che lo penalizzano ai pit stop. Quando torna nuovamente la pioggia, azzardo per azzardo, dal box decidono di montare gomme da bagnato estremo. Il diluvio universale purtroppo non arriva e Fisico deve mestamente accontentarsi dell'ultimo posto. Per come si era messa la gara, onestamente e' un po' poco. Lui dice: «Nonostante il risultato siamo soddisfatti del nostro incredibile inizio di gara e delle nostre prestazioni». Bah. Concretezza (questa sconosciuta).

Adrian Sutil: 5,5 – Pure lui rientra nella schiera di coloro che a fine gara scelgono le gomme da bagnato estremo, e pure lui ovviamente viene penalizzato da questa strategia. Nonostante tutto, pero', si tiene dietro il compagno di squadra e la Williams di Nakajima, mostrando che in fondo non tutto il male viene per nuocere. Siamo lontani dai fasti monegaschi, certo, ma sarebbe eccessivo chiedere chissa' cosa a chi guida una Force India. Lui corre discretamente, non commette errori, e' corretto nei doppiaggi e attento a non creare casini su una pista insidiosa e traditrice. Verrebbe voglia di dargli la sufficienza, e in ogni caso ci andiamo vicinissimi. Formichina.

Con il GP del Brasile si conclude il Campionato Mondiale di Formula 1 2008 e, con esso, vanno in vacanza anche le pagelle di F1grandprix.it. Rubiamo questo spazio per salutare tutti coloro che ci hanno letto, seguito, commentato, criticato, apprezzato, o che hanno semplicemente deciso di dedicare qualche minuto del loro tempo alla lettura di queste pagine. Abbiamo cercato di raccontare con serenita', puntualita', serieta' e ironia gli avvenimenti talvolta incredibili di questa stagione, ben consci del fatto che e' impossibile racchiudere la prestazione di un pilota in un semplice numero. Speriamo di essere riusciti a fornire un servizio gradevole, e soprattutto di aver saputo suscitare spunti di discussione interessanti. Grazie per l'attenzione, un saluto dal vostro (si spera!) pagellista. E arrivederci al 2009!

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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