Intervista a Felipe Massa

Intervista a Felipe Massa

Dopo Kimi Raikkonen, anche Felipe Massa si racconta ai microfoni di Sky Italia. Grazie alla collaborazione dell'emittente satellitare, F1GrandPrix.it e' in grado di pubblicare la versione integrale dell'intervista concessa dal ferrarista brasiliano ad Antonio Boselli. Un'intervista molto piacevole e informale, realizzata (come potete vedere dalle fotografie) seduti nella pit lane durante la pausa pranzo dei test della Scuderia in Bahrein, nel corso della quale Massa racconta gli inediti retroscena degli inizi della sua carriera e dell'arrivo in Ferrari, oltre a spaziare tra passato, presente e futuro della sua vita di pilota.

Raccontaci un po’: chi e' Felipe Massa?
“Un ragazzo normale, a cui piace correre, che ha fatto questo mestiere fin da bambino quando aveva 8 anni, che sicuramente quando e' in pista prova a fare sempre il massimo, con la grinta, con la voglia, nei giorni belli e nei giorni brutti. Pero' anche un ragazzo normale a cui piace scherzare, giocare, prendere in giro la gente, gli amici, a cui piace andare al cinema, fare sport, giocare a calcio con gli amici, tennis, tante cose, tornare in Brasile e stare con la famiglia. Quindi un ragazzo anche abbastanza normale, che ha una vita abbastanza normale.”

Da piccolo pensavi di poter diventare un pilota di Formula 1, un pilota della Ferrari?
“A dire la verita' no. Pensavo di poter arrivare a essere un professionista, pero' arrivare in Formula 1, avere successo e guidare per la Ferrari era sicuramente un sogno abbastanza, praticamente impossibile. Pero' man mano che la carriera e' andata avanti, i risultati sono iniziati ad arrivare, la gente a essere piu' interessata, quindi ho iniziato a vedere che le cose andavano piu' avanti di quanto immaginavo. Quindi da quando sono arrivato in F1 e anche da come le cose sono andate, ho visto che la possibilita' era abbastanza vicina e oggi non solo correre con la Ferrari: e' gia' il terzo campionato per la Ferrari, con un contratto abbastanza lungo con buoni risultati, con una carriera di successo… sicuramente non mi era mai passato per la mia testa!”

Ci racconti come hai reagito alla notizia che avresti guidato per la Ferrari?
“Sicuramente la prima persona che ho chiamato e' stata mio padre, per dirgli che la cosa era fatta e… e' stato un giorno molto bello, sicuramente indimenticabile nella mia vita. Poi, dopo il momento in cui ci siamo messi d’accordo e ho firmato per la Ferrari, dopo qualche giorno e' uscito e tutti hanno saputo della notizia e quindi li' non ho dovuto nascondere troppo. Pero' quando ho firmato un contratto a lungo termine con la Ferrari era ancora il 2001, quindi ho dovuto nascondere questo segreto durante tanti anni fino al giorno in cui ho firmato con la Ferrari come pilota ufficiale.”

Tu sei molto legato alla tua famiglia. Quanto ti rende orgoglioso sapere che i tuoi genitori vivono queste emozioni?
“Mah, molto! Io non ho ancora avuto un figlio mio, pero' immagino che per i genitori avere un figlio famoso, un figlio che riesce ad avere prima di tutto la salute, pero' anche successo in quello che fa e' sicuramente un’emozione molto grande e sicuramente avere un figlio che riesce a essere a un livello come quello di guidare per la Ferrari e'… provo a immaginare ma non riesco ad essere nella loro pelle, nei loro sentimenti per sapere esattamente la sensazione, pero' immagino che sia un orgoglio molto grande e se mio figlio arrivasse a guidare per la Ferrari sarei molto molto orgoglioso anch’io.”

Quindi ci hai gia' detto che lo metterai su un kart…
“Mah, sicuramente non ho ancora bambini, ma il giorno in cui l’avro', se lui mi dira' di voler fare il pilota, prima gli faro' vedere la strada se gli piace o no. Pero' se lui mi dicesse di voler fare il pilota sarei sicuramente contento, pero' sarei contento di vedere lui competitivo non di fare una brutta figura. Penso che riuscirei a capire se lui fosse competitivo o no abbastanza in fretta e quindi se lui riuscisse a fare delle gare buone e a essere competitivo gli darei sicuramente appoggio.”

Ti senti piu' fortunato o piu' bravo?
“Mah, secondo me tutt’e due, perché alla fine uno che e' molto bravo pero' non ha l’opportunita' non arrivera' mai, mentre uno che e' bravo e ha anche l’opportunita' e sa usare le opportunita' riesce ad arrivare. Quindi alla fine ho avuto le mie opportunita', sono stato sicuramente fortunato ad avere queste opportunita', pero' sono riuscito a sfruttare tutte le opportunita' che ho avuto.”

Vieni da un paese, il Brasile, il paese di Emerson Fittipaldi, Nelson Piquet e Ayrton Senna. Questo ti fa sentire maggiore responsabilita'?
“Si', secondo me e' una responsabilita' molto grande perché il Brasile e' un paese che ha vinto tanti campionati, tanti titoli e se un pilota brasiliano arriva in Formula 1 deve essere bravo, deva fare i risultati. Cioe', se un brasiliano e' in Formula 1 e non vince non e' molto importante per il Brasile, mentre se c’e' un brasiliano che vince e' gia' molto importante. Pero' c’e' anche molta responsabilita' di essere sempre a un alto livello perché il paese e' abituato a vedere i piloti (e non solo i piloti) come la Nazionale: quando si vede la Nazionale che gioca e perde c’e' tanta critica e in F1 e' piu' o meno uguale. Se non tu sei a un livello alto hai tanta pressione, tanta critica, pero' l’importante e' provare a fare quello che sai e fare il massimo per provare a vincere. Ed e' quello che ho sempre fatto.”

Ci dici un po’ per te cos’e' la saudade?
“La saudade e' la mancanza: quando tu sei abituato a un paese e vai ad abitare in altro paese sicuramente ti manca il tuo paese. Sono stato anche fortunato in questo senso ad essere andato in Italia. L’Italia e' un paese abbastanza bello dove vivere: certo, mi manca il mio paese, ma quando sono in Italia sono molto contento.”

Quali sono le cose a cui hai dovuto rinunciare?
“Per fare una carriera di pilota tu devi proprio volerlo fare. Specialmente per un brasiliano che vuole fare la carriera da pilota: devi uscire di casa molto presto, io avevo 18 anni quando sono andato ad abitare da solo in Italia, senza sapere la lingua, ho dovuto imparare molto in fretta. Quindi io facevo solo questo, vivevo la mia carriera, vivevo le gare, seguivo la squadra per imparare capire, facevo questo di mestiere ogni giorno. Quindi tu devi rinunciare a tante cose, non avevo la mia vita con gli amici, feste… Queste cose ho dovuto metterle da parte e dire: 'No, adesso per arrivare devo fare solo il pilota'. E questo e' anche la chiave del successo.”

Tu ti ritieni un sognatore o piu' una persona razionale?
“Secondo me tutt’e due: cioe', tu hai sempre dei sogni, e' importante che sogni sempre delle cose buone, se hai un sogno vuol dire che hai una direzione, che vuoi arrivare li' e quindi farai di tutto per realizzare questo sogno. Io sono riuscito a realizzare tanti sogni nella mia vita, pero' ne ho ancora uno che tutti sanno, che e' vincere il campionato e lavorero' duramente per riuscire a conquistare un altro sogno che sarebbe sicuramente molto bello per me e anche per il mio paese. Quindi quello e' il sogno e lavorero' al massimo per questo, speriamo di riuscire!”

Hai un rituale prima di una gara, sei scaramantico?
“No, non ho un rituale ma sono scaramantico. Per dire, se ho usato un pantalone e sono in pole position, sicuramente ripetero' il pantalone il giorno dopo per la gara. In queste cose guardo molto il dettaglio. Entro sempre dal lato sinistro della macchina: sono piccole cose, sono stupidaggini pero' ti fanno bene.”

Tu ti consideri il miglior pilota di F1?
“La F1 ha un livello molto alto. Direi che ci sono almeno 10 piloti tra cui la differenza e' molto piccola. Io mi considero sicuramente uno dei migliori e con tutta la capacita' di vincere. Se tu non ti consideri un pilota in grado di vincere e' inutile che fai questo mestiere. Quindi io sono uno che sa quello che e' capace di fare, credo tantissimo nelle mie capacita' e so di poter vincere.”

E fra 10 anni dove ti vedi?
“Mah, questo mestiere mi piace molto, forse se non correro' in F1 saro' in un’altra categoria, magari tornero' in Brasile e correro' in una categoria brasiliana. Adesso c’e' una categoria in Turismo che va molto molto forte, che e' la Stock Car. Pero' non lo so: in 10 anni tante cose possono cambiare, forse saro' ancora in F1, forse no e chi lo sa? L’importante e' che viviamo il presente e il futuro sara' il futuro.”

Ma hai qualche amico in F1?
“Si'. Secondo me l’amicizia e' una parola molto grossa. Ho dei buoni rapporti con tanti piloti, pero' secondo me le amicizie piu' grandi che ho avuto in F1 sono state con Schumacher e Barrichello.”

E’ cambiato il tuo metodo di lavoro da quando c’e' Kimi al posto di Schumacher?
“Sicuramente con Michael c'era un rapporto molto piu' amichevole nel senso del lavoro, pero' anche professionale, perché lui era molto professionista e io ho imparato a essere professionista anche lavorando con lui. Con Kimi c’e' sicuramente un buon rapporto ma lavoriamo pensando sempre alla macchina: non ci concediamo tanti scherzi, pero' c’e' un buon rapporto professionale e quello e' il nostro lavoro dentro alla squadra.”

Sky Italia

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