Ferrari, ecco perché il GP di Ungheria è già fondamentale
La Rossa chiamata ad una grande prova a Budapest per allontanare Williams ed incertezze...
Non è tutto oro quel che luccica e negli ultimi due mesi l’atmosfera in Ferrari s’è fatta leggermente più rarefatta. Meno ossigeno, più pressione, alla ricerca di uno sbocco prestazionale che non c’è stato, di una crescita “ostacolata” da endemici problemi progettuali, per uno sviluppo che è mancato sul più bello, dando il là al dominio Mercedes (ci sta tutto) ma arrancando improvvisamente al cospetto della Williams (e questo non ci può stare).
L’IMPORTANZA DELL’UNGHERIA La Rossa viene dal bel podio di Silverstone, dovuto più al piede di Vettel ed alla perfetta strategia che ai meriti di una monoposto da rivedere in certe condizioni. La SF15-T soffre le gomme più dure (Pirelli Hard) e le piste con curvoni veloci in appoggio. Non è un caso che la monoposto sia desaparecida a Barcellona e a Silverstone (solo a livello prestazionel, perché sono arrivati due podi nei suddetti GP). Le gomme hard hanno una finestra d’utilizzo molto ridotta, e la Ferrari fatica a mandarle in temperatura o, più correttamente, a farle lavorare nella giusta temperatura d’utilizzo. Parte della causa è ascrivibile al pull-rod anteriore e alla generale dolcezza della vettura con gli pneumatici. Gentilezza utile in caso di alto degrado, ma dannosa con le attuali mescole Pirelli, molto più conservative e resistenti. Gomme che andrebbero “caricate” di più per rendere al meglio. Facile capire che con mescole non in perfetta temperatura le curve veloci diventano veri e propri ostacoli, visto che il pilota non ha il giusto grado di controllo con una vettura poco incollata a terra. Con alle porte GP difficili come SPA (il regno dei curvoni lunghi e veloci) e Monza (dove il motore Mercedes spaventa) e Suzuka (altra pista tecnica da gomma dura), la Ferrari a Budapest ha quasi l’obbligo di fare bene, battendo la Williams e mettendo punti in cassaforte per il secondo posto Costruttori.
L’HUNGARORING FA BEN SPERARE La Ferrari non vince in Ungheria dal 2004, ma tolto il dato meramente statistico – che non rende merito tra l’altro alla gran gara di Felipe Massa nel 2008 – il tracciato si adatta eccome al Cavallino. Non è un caso che proprio a Budapest la Ferrari ha ottenuto il miglior risultato del 2014, ovvero secondo posto di Fernando Alonso (che ci mise molto del suo). Le alte temperature previste nel week-end magiaro (fino a 36 °C) dovrebbero avvantaggiare la SF15-T, che nelle curve strette dell’Hungaroring potrebbe tornare a sfruttare il basso consumo delle mescole per (tornare a) stupire. In più stavolta non bisognerà fare i conti con le Pirelli hard.
FERRARI OSSESSIONATA DALLA VITTORIA? Ad inizio anno, prima di incontrare le solite ed annose difficoltà con gli aggiornamenti, la Ferrari si è era posta l’obiettivo di vincere tre GP, o quantomeno raddoppiare il trionfo della Malesia. Un traguardo che, considerando la quasi perfezione della Mercedes W06 e la lotta serrata tra Hamilton e Rosberg, rischia di diventare presto una chimera. E la parola “fallimento” mal si sposa con il DNA sbarazzino e brillante della nuova Rossa targata Marchionne-Arrivabene-Vettel.
MARCHIONNE VUOLE VINCERE Se è vero che l’occhio del padrone ingrassa il cavallo, la Ferrari dovrebbe correre come un razzo, considerato che in questo periodo il presidente Sergio Marchionne osserva molto da vicino le vicende del suo…Cavallino (dalle uova d’oro). Al di là di qualsivoglia giudizio politico va constatato che Sergio Marchionne è uomo abituato a vincere, nel senso lato del termine. Il manager che ha trasformato la FIAT in una multinazionale dell’automobile negli ultimi tempi non ha guardato con favore alle incertezze della Ferrari in pista. Alla vigilia di una quotazione in borsa epocale, quella del 10% del capitale (per un valore più o meno di un miliardo di euro), la Rossa ha bisogno di risultati importanti anche e soprattutto in F1, suo habitat naturale.
LA SQUADRA SENTE LA PRESSIONE Le aspettative presidenziali ricadono direttamente sulle spalle di Maurizio Arrivabene, secondo alcuni rumor di corridoio meno saldo al comando rispetto all’inizio della sua avventura. Marchionne da questa Ferrari si aspetta molto (troppo?) e le ultime esitazioni i in pista, nonché la gestione non impeccabile del “caso Raikkonen”, avrebbero leggermente allentato i rapporti tra il presidente e il suo delfino. Sono solo voci, magari spazzatura, ma è indubbio che Maranello deve ritrovare serenità ed entusiasmo, dopo un inizio di stagione che aveva illuso un po’ tutti. Lo stesso Arrivabene – capo carismatico e trasparente – deve tornare ad essere più sereno e meno nervoso. Proprio questa Ferrari ha dimostrato come il fattore ambientale può essere determinante per lasciarsi dietro un periodo difficile. Non è il caso di rovinare tutto.
“GP DI FINLANDIA” Per tutti questi motivi la Ferrari vuole disputare un fine settimana di alto livello in Ungheria. Se Sebastian Vettel è una certezza, Kimi Raikkonen è invece chiamato a dare risposte importanti in quella che è un po’ la gara di casa, vista la storica grande affluenza di tifosi suomi. Raikkonen giocherà un vero e proprio derby con il connazionale Bottas, sposo promesso della Ferrari. In attesa del fatidico 31 luglio (termine nel quale scadrà l’opzione della Scuderia verso il pilota) Raikkonen dovrà correre per se stesso e per i tanti tifosi che ancora sperano in un difficile rinnovo.
Antonino Rendina
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