Ferrari, Arrivabene: “Conosciamo il nostro lavoro, spero ci sia competizione tra i nostri piloti”

Presente a Piazza Affari per la quotazione in Borsa della Ferrari, Maurizio Arrivabene ha parlato ovviamente degli obiettivi del Cavallino per il 2016, mostrando anche un certo ottimismo relativamente al lavoro di questi mesi invernali. Il team principal della Scuderia ha confermato che la nuova vettura cresce bene, e che nel team c’è una certa sicurezza riguardo al lavoro di sviluppo, pur non potendo la Ferrari conoscere il livello attuale della Mercedes.

I primi paragoni con la concorrenza si avranno nei test collettivi di Barcellona, già lì la Rossa spera di avere le risposte giuste e non doversi trovare ad inseguire. Arrivabene non si pone limiti, crede nel mondiale e accetta la pressione che il suo ruolo di Capo GeS comporta. Il manager bresciano inoltre si augura una sana rivalità tra Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, una competizione che sarebbe significativa della bontà della Ferrari targata 2016. una co  il team principal

“Sappiamo esattamente dove ci troviamo con lo sviluppo, conosciamo il valore del nostro lavoro e quanto stiamo facendo, ma dobbiamo capire a che livello sono gli altri e poi sarà la pista a parlare definitivamente – ha dichiarato Arrivabene ai microfoni di Sky Sport – I primi test di Barcellona saranno utili anche per farci un’idea più precisa sulla forza delle rivali, per ora possiamo solo fare previsioni sullo stato della Mercedes, mentre già nei test raccoglieremo molti dati utili per lo sviluppo, che non deve mai fermarsi. Riguardo ai piloti, Vettel ha dimostrato di essere un campione, e di essere il pilota del quale la Ferrari aveva bisogno. Kimi è andato molto meglio nella seconda parte di stagione. Io vorrei ci fosse una certa competizione tra i nostri due ragazzi, perché nel caso verrebbe a significare che ci giochiamo qualcosa di veramente importante. In ogni caso i nostri driver non saranno distratti da discorsi finanziari relativi alla quotazione in Borsa. Quando siamo in pista pensiamo solo a spingere”.

Antonino Rendina

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