F1 | La lezione della Red Bull, la Ferrari nel 2022 non ha alibi
La Rossa nel 2022 deve tornare a lottare per il vertice, altrimenti avrà fallito
Un lungo inverno, iniziato all’indomani della stagione 2019, due anni or sono. E’ da allora che si sono perse le tracce di una Ferrari competitiva per il vertice, vincente, dopo le tre vittorie della SF90H, con il misterioso motore poi sparito a seguito dell’accordo transattivo con la FIA.
Da lì in poi la Rossa nel suo toccare il baratro si è protesa con tutte le sue risorse, le sue idee e i suoi sforzi, sul nuovo regolamento, si è data una naturale scadenza, un obiettivo chiaro, quello di tornare ad essere grande sfruttando l’opportunità dell’introduzione di monoposto con concetti aerodinamici completamente rivisti (riduzione del carico alare e ritorno dell’effetto suolo, ai fini di una generale semplificazione aerodinamica delle monoposto).
Abbiamo trascorso gli ultimi due anni sentendoci ripetere che il nuovo regolamento avrebbe rappresentato il momento per “aprire un nuovo ciclo”, che nel 2022 la musica sarebbe cambiata, che la Ferrari lavorava per tornare in alto sfruttando le nuove regole. Finanche nel dopo gara di Abu Dhabi Binotto ha asserito ai microfoni che era “stanco di vedere gli altri festeggiare”.
Dopo l’infernale 2020 e il purgatorio del 2021, con la ritrovata competitività almeno per svettare nel midfield e chiudere terzi nel Costruttori, è la stessa Ferrari ad aver alzato nel corso di questo periodo buio l’asticella, sono loro ad aver dichiarato che l’obiettivo era tornare a vincere nel 2022. Le nostre aspettative sono un atto di fiducia verso un team che ha dimostrato di avere il potenziale per rialzare la testa e tornare dove gli spetta per dimensione e tradizione.
E proprio per questo ogni risultato diverso da una competitività netta, totale, tonda, ogni riscontro inferiore ad una Rossa in grado di giocarsi le prime posizioni, non potrà che essere bollato come fallimento. E già fanno storcere il naso le parole di Binotto nell’ultima conferenza stampa con i soliti giornali. Non si può dichiarare per due anni di fila che la Ferrari deve vincere con il nuovo regolamento e aprire un ciclo per poi fare quasi un passo indietro sostenendo che potrebbero esserci sorprese, che l’obiettivo è vincere qualche GP, che vedremo come andrà, come se ci fosse davvero ancora del tempo.
Panta rei, tutto scorre, il tempo non è lì immutabile che aspetta, ma è un incedere impietoso che scandisce successi e fallimenti. La Red Bull ha dato una grande lezione tecnica a tutti i competitor, andandosi a prendere il mondiale con lo stesso regolamento che ha fatto le fortune della Mercedes; è andata a vincere “in trasferta”, battendo la fin lì irresistibile Mercedes proprio nel suo campo. Dimostrando che si poteva vincere eccome, quello che la Ferrari nel 2017 e nel 2018 non era riuscita a fare.
La Rossa invece ha fatto il percorso opposto, s’è persa, smarrita, per poi riorganizzarsi e risalire la china. Scegliendo di puntare tutto sul nuovo regolamento. Ma arrivati a questo punto sarebbe fin troppo comodo chiedere ancora pazienza. Il 2022 equivale ad un grande rendiconto: ci dirà se la Ferrari di Binotto ha mantenuto le attese, tornando in alto come dichiarato dagli stessi vertici, o avrà fallito. Senza appello, e senza più alibi.
Antonino Rendina
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