F1 | I piloti bocciano la doppia sosta obbligatoria a Monaco: l’accusa è di gare “manipolate”

Verstappen, Norris, Sainz e altri piloti contrari a questo tipo di gare in Formula 1

F1 | I piloti bocciano la doppia sosta obbligatoria a Monaco: l’accusa è di gare “manipolate”

L’esperimento di Formula 1 e FIA con la doppia sosta obbligatoria a Monaco è ampiamente fallito. Non ci sono molti giri di parole per valutare quanto accaduto nella giornata di ieri nel Principato. Le due organizzazioni hanno tentato, anche giustamente, di provare a fare qualcosa di diverso per rendere meno monotona del solito la giornata della domenica a Monte Carlo, con un risultato però, alla fine dei giochi, pessimo. Se da un lato si può lodare le strategie alternative di Racing Bulls e Williams, bravissime a giocare sull’impossibilità di compiere sorpassi, tanto da mandare completamente all’aria le gare degli altri team, dall’altra parte bisogna proprio tenere conto di come girare quattro, cinque secondi più lenti, appositamente per rallentare gli altri, sia molto antisportivo.

Gli stessi piloti del team di Grove, dopo il Gran Premio di ieri, non hanno usato giri di parole per sottolineare come tutto questo vada contro lo spirito della Formula 1 stessa: “Non è così che vogliamo correre – ha detto Sainz – e credo che il modo in cui noi, come altri team, siamo riusciti a mantenere il passo e aprire distacchi non dovrebbe rappresentare ciò che è il Gran Premio di Monaco. La squadra ha lavorato bene, ma capisco la frustrazione delle vetture che ci stavano dietro: anche noi siamo stati vittime della situazione”.

“Non ci aspettavamo questa strategia, è stata una sorpresa. Abbiamo dovuto fare la stessa cosa per evitare di finire in fondo al gruppo – conclude lo spagnolo. Ma non mi piace questa Formula 1. Questo dimostra che la regola delle due soste obbligatorie non ha funzionato. Mi piace sperimentare, ma questa volta non è andata bene: non si può manipolare una gara in questo modo”.

Albon la pensa come il compagno di squadra: “Non è così che né io né Carlos vogliamo correre; è stata una gara di tattica, e abbiamo dovuto adattarci”.

Norris a Motorionline: “La Formula 1 deve restare lontana dalle gare costruite artificialmente”

Chi ci è andato giù in maniera molto pesante è stato Lando Norris. Il vincitore della gara di ieri, su nostra precisa domanda nel corso della conferenza stampa post gara, ha risposto in maniera esaustiva non lasciando spazio a interpretazioni: “Io credo che le regole vadano rispettate, ma questa nuova normativa sulle due soste non ha migliorato lo spettacolo né favorito i sorpassi; anzi, ha introdotto troppa casualità, con l’attesa di una Safety Car o di una bandiera rossa. Per me, la Formula 1 deve restare uno sport meritocratico, dove vince chi guida e si qualifica meglio, evitando gare costruite artificialmente. Penso che per avere corse più combattute serva lavorare sulle auto e sugli pneumatici, non aumentare il numero di pit stop”.

Questo, in sintesi, il pensiero dell’inglese, al quale gli hanno fatto eco altri piloti come Verstappen, che ha citato Mario Kart, o Hulkenberg e Bortoleto, anche loro contrari a questa regola. La Formula 1 ha voluto provare qualcosa di diverso per rendere più interessante la domenica a Monte Carlo: per carità, è anche giusto sperimentare su un tracciato che, per chi scrive, resta stupendo e unico nel suo genere, ma con queste vetture, che ricordiamo sono all’ultimo anno di vita, è davvero impossibile sorpassare. Era già difficile nelle generazioni precedenti, ora è davvero impossibile. Nel 2026 ci sarà un altro tipo di macchine, ma è probabile che il problema sussista.

Valutare un’alternativa per favorire lo spettacolo, obiettivamente, ci sembra fantascientifico e contro ogni legge delle gare. Sposiamo totalmente il pensiero che Lando Norris ci ha manifestato ieri, e questa spasmodica ricerca dell’intrattenimento a ogni costo ha obiettivamente rotto le scatole, anche perché fatta la regola, trovato l’inganno, e ieri l’anti sportività l’ha fatta da padrona, visto che rallentare un gruppo di piloti, come fatto da Lawson o dalle Williams, per favorire il compagno di squadra, va contro lo spirito delle corse, come tra l’altro sottolineato proprio dai drivers della storica scuderia britannica.

Piuttosto, bisognerebbe semplicemente accettare che nell’arco di un campionato ci sia un weekend dove la qualifica conta molto più della gara, al netto di ogni situazione, errore o incidente che nelle dinamiche delle corse esistono da sempre. La menata che Monaco è anacronistica, brutta e quant’altro è anche comprensibile, per carità, ma un giro da qualifica fatto nel Principato vale tutto, è quell’adrenalina che non provi da nessun’altra parte. Si può studiare qualcosa di diverso, come dare punti al sabato soltanto in questo appuntamento, non ci sarebbe nulla di male e anzi, premieresti chi ha avuto più palle e bravura in quelle strade dove, ripetiamo, vetture di Formula 1 vanno a 300 km/h in una carreggiata che è larga quanto il corridoio di un appartamento.

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