F1 | GP USA, tre frenate del Circuit of the Americas sono considerate altamente impegnative

Curva 12 è la più insidiosa

GP USA, alla 12 le monoposto passando da 332 a 183 km/h
F1 | GP USA, tre frenate del Circuit of the Americas sono considerate altamente impegnative

Dopo un anno di assenza, la Formula 1 torna a varcare l’Oceano Atlantico per il 42° GP Usa, nono sulla pista di Austin. Rispetto alle moto le monoposto impiegano una trentina di secondi in meno al giro, potendo percorrere buona parte delle curve ad una velocità superiore, talvolta senza toccare i freni.

Secondo i tecnici Brembo il Circuit of the Americas rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da uno a cinque si è meritato un indice di difficoltà di tre, identico alla valutazione ottenuta per le MotoGP, nonostante un uso differente dei freni, sia a livello di singola curva che per l’intero Gran Premio. ​

Tre frenate e 20 secondi meno della MotoGP​

I piloti di Formula 1 utilizzano i freni solo in corrispondenza di nove delle 20 curve del Circuit of the Americas, cioè tre in meno di quanto non facciano i piloti della MotoGP. Grazie all’aderenza garantita dai pneumatici supplementari, le auto non hanno infatti bisogno di frenare alle curve tre, sei e 16.

In un giro completo i freni sono in funzione per poco più di 17 secondi, oltre 20 secondi in meno delle MotoGP. Il carico esercitato da ciascun pilota dalla partenza alla bandiera a scacchi sul pedale del freno non è tra i più alti del Mondiale: 51,1 tonnellate perché solo in 4 frenate al giro supera il quintale. ​

Due secondi e mezzo per frenare da 346 km/h​​

Delle nove frenate del GP Usa, tre sono considerate altamente impegnative per i freni, una è di media difficoltà e le restanti cinque sono light.

La più insidiosa è la curva 12: le monoposto vi arrivano a 332 km/h e i piloti esercitano un carico di 183 kg sul pedale del freno per 2,38 secondi durante i quali subiscono 5,6 g di decelerazione per scendere a 95 km/h. Il tutto peraltro avviene in 120 metri, un’inezia. ​​​

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