F1 | Ferrari: Vasseur come Tamberi, ha alzato l’asticella. E tutti contenti
Obiettivo vincere, così il nuovo TP alla sua prima uscita. Cardile direttore tecnico
E ora sono c…avoli amari. Perché, senza mezze misure, il nuovo team principal della Ferrari ha fissato l’obiettivo del 2023, ovvero vincere il mondiale.
Frederic Vasseur come Gianmarco Tamberi nel salto in alto, ha alzato l’asticella (di un bel po’) creando una forte discontinuità con il suo predecessore Binotto, il quale sugli obiettivi era sempre abbastanza vago, se non altalenante e comunque mai troppo circostanziato. Chissà se Vasseur poteva essere più cauto, ripensando ad una Red Bull che si presenta con un carnet di diciassette vittorie in ventidue appuntamenti, numeri che spaventerebbero chiunque ma non il manager francese.
“Puntiamo al titolo piloti e a quello costruttori, sono gli obiettivi di Elkann e di Vigna. Il mio traguardo non è essere arrivato alla Ferrari, ma vincere con la Ferrari. Se sei un tennista vuoi Wimbledon, se sei in F1 vuoi vincere con la squadra più importante al mondo”. Queste le dichiarazioni impavide e battagliere di un Vasseur che ha anche aggiunto di non aver alcuna paura per la sfida che lo attende e di saper gestire la pressione del nuovo ruolo.
Il nuovo capo si dimostra molto equilibrato quando si tratta di parlare degli automatismi del team. Apprezzabili le parole sulla gerarchia piloti, dove se n’è uscito nella maniera migliore, affermando che i due alfieri Leclerc e Sainz partono alla pari e che la Rossa viene prima di tutto, ma che nel caso sarà la pista a stabilire una eventuale gerarchia. Il ruolo che occupa gli impone anche una certa diplomazia quando si tocca il discorso strategie; non è un mistero che è lì che Vasseur dovrà mettere mano quanto prima, non per forza silurando Inaki Rueda o Ravin Jain, ma lavorando per migliorare tutto il reparto e il metodo di lavoro.
Un discorso, questo del metodo, ampliabile a tutta la scuderia. Dopotutto il francese è stato chiamato per riorganizzare un team che molto verosimilmente non era efficiente al proprio interno. Tra le righe il team principal ha anticipato la nomina di Cardile come prossimo direttore tecnico. Il responsabile del telaio, già responsabile delle performance (e quindi di fatto già responsabile dei reparti telaio e aerodinamica), ingloberà sotto la sua supervisione anche i motoristi, per una verticalizzazione del lavoro in fabbrica che dovrebbe portare ad avere gerarchie definiti, ruoli più chiari e quindi una migliore divisione del lavoro.
Insomma qualcosa da fare a Maranello c’è, ma ciononostante il coraggioso Vasseur sceglie la strada dell’entusiasmo e dell’ottimismo, dichiarando anche che i problemi di affidabilità dovrebbero essere “sotto controllo”. Non un accenno alla forza (fattuale) dei rivali bibitari. Né alla minaccia Mercedes. La sua conferenza stampa è una sorta di spaccato autoreferenziale ferrarista, in cui spicca il Cavallino Rampante come leggenda ed entità che ha le potenzialità per spazzare via tutti.
Nessuno evidentemente gli ha obiettato che la squadra non vince da quindici anni, e che la Red Bull di Newey è una belva lanciatissima. A quanto pare è preferibile per tutti crogiolarsi nelle dichiarazioni speranzose avallando i soliti proclami di vittoria, spesso disattesi, sperando che la pista una volta tanto confermi questi gloriosi sogni in rosso.
Antonino Rendina
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