F1 | Ferrari, è ora di smetterla di regalare le gare ai rivali…

La rivalità tra i piloti del Cavallino può avere effetti negativi sui risultati della Rossa?

F1 | Ferrari, è ora di smetterla di regalare le gare ai rivali…

La notte è l’illusione di un amore che si è spento alle prime luci del mattino. La più bella e inaspettata delle prime file – Vettel e Leclerc padroni in qualifica nel GP del Giappone – con la possibilità di tornare primeggiare quindici anni dopo su quell’asfalto che tante gioie e dolori ha regalato ai ferraristi.

E invece è stata sin da subito una Suzuka amara, tra una frizione balbettante e un falso falso start (viva la tolleranza dei sensori eh!) e una partenza moscia e nervosa, con tanto di botto con la lattina blu.

E allora la Ferrari, ancora una volta, è costretta a leccarsi le ferite in un angolino. Sola sola, rimuginando su ciò che poteva essere e non è stato, riflettendo sull’ennesima occasione sprecata, sulla ormai quasi acclarata incapacità di sfruttare il potenziale quando pure c’è. Anno domini 2019. La Mercedes ingranaggio perfetto e oliato inanella il sesto titolo consecutivo Costruttori e Piloti, superando la gloriosa Rossa di Schumi (“ferma” a sei Costruttori e cinque Piloti). Ma la Ferrari è stata capace di perdere cinque gare che poteva agevolmente portarsi a casa: Bahrein, Canada, Austria, Russia e Giappone. Un numero altissimo di gare buttate al vento per una squadra con ambizioni di vertice.

E allora sorgono spontanei dubbi e domande. Per una SF90 ripresa in corso d’opera e ben sviluppata, monoposto da pole (ben otto in stagione) e mediamente competitiva su ogni circuito, le tre vittorie conquistare risultano di fatto poche. E in più aumentano i dubbi sulla gestione dei piloti, sempre più difficile, una specie di pace armata con (im)precise regole di ingaggio. Si può sorridere pensando al futuro, perché Maranello dopo anni difficili e sviluppi sbagliati sembra aver messo tutti i pezzi al loro posto, lo dimostrano le cinque pole consecutive su circuiti tutti diversi per caratteristiche.

Ma la partenza tragicomica di Suzuka fotografa difficoltà di altro genere. Il derby tra Vettel e Leclerc si è definitivamente acceso, soprattutto da quando Sebastian ha ritrovato feeling con la Rossa, dimostrandosi soprattutto sulla distanza più efficace del giovane talento monegasco. Quest’ultimo è però un cannibale in pectore, poco incline a fare la gavetta con un piede destro da numero uno. E allora la candida ammissione di Binotto che ammette come non sia facile gestire due cavalli di razza di tale levatura.

Ma la tensione interna e la competizione (ad esempio su chi arrivava primo in curva 1) possono aver influito sulle partenze orribili del dinamico duo?  Una sfida così accesa tra i due lati del box spinge l’intera squadra a dare il meglio o è un elemento destabilizzante? La Ferrari è pronta per lottare contro un colosso come Mercedes trattando però in modo pari entrambi i piloti?

In definitiva lo schema noioso e un po’ vigliacco della prima e seconda guida è sempre quello più affidabile, basti vedere le parabole stagionali di Bottas con i contentini di fine stagione (succedeva anche anni e anni fa altrove). Soprattutto la Ferrari deve trovare la giusta serenità interna, in modo da smetterla di fare regalini alla concorrenza. Sochi e Suzuka sono stati un bel Natale anticipato per la Mercedes. Ma l’anno prossimo dovrà essere tutto diverso, iniziando magari ad ingranare già dal Messico.

Antonino Rendina


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