F1 | Daniel Ricciardo è il Principe di Bel Air che mancava

Ripagato l’errore del Team nel 2016

GP Monaco 2018 - Dominatore in pista e della scena mediatica lungo tutto il weekend, Daniel Ricciardo porta a casa la seconda vittoria stagionale e si proietta terzo in Campionato.
F1 | Daniel Ricciardo è il Principe di Bel Air che mancava

RIC-RIC-RIC-RIC-RIC. Non è un ritornello di musica “trap”, se ve lo state domandando. E se non sapete cosa sia la “trap”, ve la risparmio. Sono semplicemente le lettere con cui Daniel Ricciardo compare sui tabelloni di gara. Che ha dominato dalle prime prove libere del giovedì sino alla gara domenicale. Driver of the Day per volere popolare (poteva essere altrimenti?), l’australiano è il Principe di Bel Air che attendevamo da due anni. E questa vittoria monegasca non se l’é presa, l’ha conquistata sotto tutti i punti di vista.

Il primo è senza dubbio quello psicologico: «Allora Daniel, per il 2019 dove ti accamperai?» È la frase ritornello che tutti i media gli girano dalla seconda gara di questa stagione. Un po’ come i parenti che ti chiedono cose riguardanti fidanzata-laurea-lavoro. Ma Danny Boy ha sempre la risposta pronta, che monta con un bel sorriso per poi lasciare al cronometro il resto. Verba volant, scripta manent. E quindi eccolo con un bel bottino di 72 punti dopo sei gare (e ne mancano ancora 15). Contando che la Red Bull ha 107 punti complessivi nel Campionato e considerando che la Formula Uno è uno sport piuttosto analitico, per carisma e costanza Ricciardo sta schiacciando Verstappen con un bel 3-0. Non conta solo la velocità.

Passiamo poi al fascino. Quello che Ricciardo è riuscito a creare anche in un Gran Premio sonnolento come quello di quest’anno – dai, nemmeno una Safety Car per il nonno che dopo il caffè si addormenta in poltrona è un crimine. VSC a parte, sin dall’inizio il pilota Red Bull ha fatto vedere quello che aveva fatto sin dal primo giorno: guidare senza sbavature, senza pensieri, a pieno potenziale. Certo, azzardare che è stato come vedere Senna nelle qualifiche dell’88 è esagerato, ma resta il fatto che il brasiliano poi non concluse la corsa pur facendo tutto alla perfezione. A rendere ancora più sudata la vittoria nel 2018 ci ha pensato la meccanica, su cui ancora si dibatte se sia stato un problema di PU o di cambio. Daniel ha detto di aver corso con sole sei marce da metà gara circa in poi, gli concedo il beneficio del dubbio. Sta di fatto che ha tenuto dietro la Ferrari di Vettel e la Mercedes di Hamilton. Anche questo è il fascino di Montecarlo.

Infine il fattore Bel Air. Come il giovane Will Smith che approda nell’America per bene con il suo carico di empatia, Daniel Ricciardo è coinvolgente e lo mostra – shoey a parte – quando invita i reali a bere dalla sua bottigliozza di champagne. Se il principe non si fa troppi problemi (tralasciando per una volta i costumi che gli si addicono), la principessa si mostra un attimo restia e poi, con un fare leggermente goffo, mima il gesto. Con risate ed applausi da parte di tutti i presenti in maniera genuina, libera da codici. Anche ripensandoci, un sorriso mi si apre dalle labbra. Questo è forse il vero potere di Daniel Ricciardo, saper trasmettere a persone o oggetti che siano (una monoposto) una naturalezza che non guasta mai. Nemmeno in situazioni “Reali”.

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