F1 | Dal calendario infarcito di gare al congelamento dei motori, cara Formula 1 perché continui a farti del male?

Il Circus deve evitare certe politiche per non sprofondare definitivamente nel declino

F1 | Dal calendario infarcito di gare al congelamento dei motori, cara Formula 1 perché continui a farti del male?

Cara Formula Uno ti piace essere autolesionista? Parrebbe proprio di sì leggendo sui vari organi di informazioni le novità che (purtroppo!) pare attendano la classe regina del motorsport nel prossimo futuro. Nelle scorse ore abbiamo letto le dichiarazioni del CEO uscente del Circus, Chase Carey, e della voglia da parte di Liberty Media di includere fino a 24 appuntamenti in calendario. Il prossimo anno, al netto di eventuali ridimensionamenti dovuti alla pandemia, ci attendono 23 GP tra cui la new entry Arabia Saudita. Un’idea, ci permetterà il colosso americano, assolutamente illogica dove quei giorni in più dei weekend di gara potrebbero essere sfruttati diversamente.

Ad esempio in sessioni di test. Le prove (pubbliche e private) erano una condizione praticamente essenziale nella Formula Uno di un tempo, dove le squadre e i piloti avevano la possibilità di girare senza sosta affinando il proprio feeling con le monoposto e provando nuovi pezzi che avrebbero debuttato in gara. La Ferrari, ad esempio, ha costruito la propria egemonia negli anni d’oro di Schumi proprio a Fiorano e al Mugello potendo provare senza sosta e limiti.

Ora invece pare un peccato di lesa maestà poter testare in pista. Anzi, tra le varie idee proposte è al vaglio la possibilità concreta di eliminare anche alcune giornate di test. La colpa è anche dei team che accettano queste soluzioni, salvo poi alzare inutilmente la voce chiedendo una Formula Uno senza “barriere” che permetta di recuperare il gap con la concorrenza. Prendiamo ad esempio la giornata di Young Test Driver che si svolgerà ad Abu Dhabi il prossimo 15 dicembre.

Ma perché non ampliare la sessione con giorni suppletivi che permettano anche ai piloti titolari che cambieranno team (su tutti Vettel, Ricciardo, Sainz) a cui si aggiunge il rientrante Alonso di iniziare a prendere confidenza con la nuova realtà? Una burocrazia spicciola che limita questa categoria, con le scuderie che anziché dare il lasciapassare ai propri piloti, preferiscono farli rimanere ancorati ai propri contratti fino all’ultimo giorno. Salvo poi essere soggetti allo stesso trattamento dalla controparte.

Mistero. Purtroppo la Formula Uno contemporanea è fatta di misteri e di realtà che si faticano a capire razionalmente. Mettiamoci anche la questione legata al congelamento dei motori. Nelle scorse settimane sembrava che Ferrari e Renault volessero scongiurare questo rischio per l’intera categoria vagliato dalla Red Bull, che si ritroverà orfana della Honda a fine 2021 e al momento non ha ancora sottoscritto nessuna partnership motoristica. Ma pare, secondo quanto riporta l’autorevole Auto Motor und Sport, che il team del Cavallino e quello del Diamante abbiano invece aperto a questa soluzione. Che onestamente si fa fatica a comprendere se si pensa che dal 2022 entrerà in vigore il nuovo regolamento e un eventuale errore strategico di progettazione significherebbe vanificare il lavoro in ottica futura, soprattutto per una scuderia come quella di Maranello chiamata a recuperare l’attuale distanza con i competitor relativa alla cavalleria.

Sarebbe un autentico autogol che la categoria e specialmente i team non posso permettersi che in questo modo vanificherebbero gli sforzi compiuti in fabbrica, con i titoli futuri che sarebbero già belli e pronti per essere assegnati. Sarebbe la definitiva morte della Formula Uno che sta continuando il suo lento cammino verso il declino…

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