Webber ridimensiona l’impatto del ritorno degli ordini di squadra

Webber ridimensiona l’impatto del ritorno degli ordini di squadra

Mark Webber ritiene che l’abolizione del divieto degli ordini di scuderia non avrà un grande impatto sulla F1. “La gente non dovrebbe arrabbiarsi per questo. Autorizzarli non significa che ne vedranno a ogni weekend”, ha detto l’australiano.

Webber era favorevole all’applicazione di ordini di scuderia all’interno della Red Bull, nel campionato 2010, sostenendo che il divieto imposto nel 2002 non aveva trattenuto i team dal farvi ricorso.

La FIA ha deciso di eliminare il divieto nella prossima stagione, dopo che il comportamento della Ferrari a Hockenheim ha dimostrato che l’applicazione della regola è difficile e controversa.

“Credo che la maniera con cui ha agito la Ferrari sia stato abbastanza brutale, e questo non è stato un bene”, ha affermato Webber alla BBC radio, martedì.

E per quanto riguarda il ritorno dei team orders nella prossima stagione, ha detto, ridendo: “Sì, come se se ne fossero mai andati!”

“Quando hai due piloti che che corrono per uno stesso team, e ti puoi permettere di cambiare il risultato in qualunque momento per aiutare la squadra a raggiungere un risultato migliore… è una cosa che è stata fatta in passato, e ripetutamente”.

“L’ho fatto a mia volta, in alcune occasioni. In alcuni team per cui ho guidato in passato mi sono ritrovato in posizione svantaggiata, e ho quindi agito in questo modo”, ha raccontato il 34enne.

Le sue parole sono in contrasto con la politica di assoluta parità in vigore alla Red Bull, ma Webber sostiene che i suoi screzi con il team non sono mai stati tanto seri, nella stagione passata, da indurlo a pensare di andare via.

“Sapevo che, come team, potevamo andare verso crescenti difficoltà, nel corso dell’anno. Ma ce ne siamo tenuti alla larga”, ha svelato Webber.

“Quindi non ho mai pensato di aver bisogno di cambiare aria”.

Durante l’intervista, Mark ha ammesso che gran parte dei piloti di F1 sogna di guidare per la Ferrari.

“Prenderò ogni stagione come viene. Il momento di discutere i contratti arriva sia che uno lo voglia sia che non lo voglia. Vediamo cosa succederà nel 2012. Sento ancora il bisogno di correre. Quello che è veramente importante è concludere da vincitore la propria partita. Non mi va di essere battuto da persone che non credo dovrebbero battermi”, ha concluso.

Filippo Ronchetti

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