“Rush” al vaglio di spettatori speciali
Il giudizio dei meccanici Ferrari di Niki Lauda
“Rush” è il film del momento in tutto il mondo e la Ferrari ieri lo ha offerto in esclusiva a tutti i suoi dipendenti nell’ambito di “Primissima”, l’iniziativa che permette di assistere gratuitamente a tantissimi film di prima visione presso l’Auditorium di Maranello. Oltre millecinquecento persone hanno visto il film di Ron Howard e fra questi c’erano anche alcuni protagonisti di quell’emozionante e drammatica stagione 1976: i meccanici che all’epoca lavoravano nella Scuderia.
Sono forse severi i loro giudizi, dettati probabilmente da quel riflesso inconscio che porta spesso chi ha partecipato ad una vicenda a prendere le distanza dalla sua trasposizione cinematografica, però tutti riconoscono che il regista americano è stato capace di cogliere il senso di una vicenda sportiva e umana come quella che contrappose due personaggi tanto diversi quanto complementari in un mondo come la Formula 1 degli anni Settanta. “L’essenza c’è nel film, magari enfatizzata ma c’è” – ha detto Ermanno Cuoghi, capomeccanico di Niki Lauda, rivendicando orgogliosamente l’importanza della squadra dietro alla figura del pilota – “E’ troppo accentuata sui piloti: ad esempio, è vero che Niki era un ottimo collaudatore ma non che inventasse le sospensioni…” Non stupisce che la pagella dei veterani non sia larga di manica – si va dalla sufficienza striminzita ad un incoraggiante 7+ o a un quasi 8 – mentre sono ben più lusinghieri i giudizi di chi ha vissuto al buio di una sala cinematografica le emozioni e i drammi di una vicenda di cui avranno sentito parlare tante volte dai colleghi più anziani o ne avevano letto sui giornali e sui libri: emozionante ed ispirante sono alcuni degli aggettivi usati dagli spettatori ferraristi, a testimonianza del fatto che il film è sicuramente riuscito a toccare le giuste corde emotive. Del resto, un regista come Howard è sicuramente una garanzia sotto questo punto di vista e non c’è soggetto più emozionante della Formula 1, nella vita come nella finzione cinematografica. Giudizio di parte, ovvio, ma sincero!
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