La Ferrari umilia i rivali sul dritto: ecco la risposta in pista alle illazioni sull’irregolarità della PU
Anche dopo le direttive della FIA la power unit del Cavallino resta di gran lunga la più performante
Mentre Mattia Binotto dopo la gara di Austin ha voluto personalmente chiarire la questione con il suo omologo Chris Horner, Vettel ha deciso di ignorare i commenti al vetriolo di Verstappen sui presunti trucchetti della Ferrari con il motore, ovvero le molteplici illazioni sull’irregolarità della PU di Maranello, con la Scuderia che secondo le malelingue aveva trovato il modo di bypassare il controllo del flussometro e immettere in camera di combustione più benzina (o liquidi) di quanto consentito dalle norme.
Un’accusa – con velate richieste di chiarimenti alla FIA con la solita moda delle letterine imbucate senza però fare reclamo ufficiale – che probabilmente ha colpito la Ferrari nell’orgoglio, perché tutta tesa a sconfessare e sminuire il grande lavoro fatto dai motoristi del Cavallino, capaci di mettersi a dettare il passo in quello che era stato fino a poco tempo fa territorio esclusivo della Mercedes.
In molti hanno anche pensato che le direttive tecniche della FIA, che hanno precisato come in camera di scoppio debba essere immessa soltanto benzina e nessun altro liquido proveniente da intercooler o ERS, fossero implicitamente un monito al Cavallino. Della serie vi stiamo addosso, non fate i furbi. Più che uno smacco, quindi, un vero e proprio danno di immagine; assurdo passare per imbroglioni in una F1 che non è certo fatta di santi.
Ecco perché i dati che provengono dalle prove libere del GP del Brasile assumono un valore simbolico che supera di gran lunga quello prettamente sportivo, visto che le prove libere serviranno pure a ben poco, ma verosimilmente la voglia di dare una risposta in pista a certe voci era tanta. Ebbene la Ferrari, sul lungo rettilineo di Interlagos, è tornata a fare la differenza con il motore, rifilando distacchi di ben sette e otto decimi a Red Bull (Honda) e Mercedes. Distacchi inflitti senza pietà dopo le direttive FIA; chiarimenti “generali” che quindi non hanno sortito alcun effetto sulla competitività della PU di Maranello.
Una risposta, un sospiro di sollievo, una prova di forza. La sensazione (e solo di questa si tratta absit iniura verbis) è che un pieno ritorno in auge della Ferrari provochi preoccupazione e irrequietezza in avversari abituati in questi ultimi anni fin troppo bene. La Ferrari, insomma, è tornata a fare paura. La speranza è che la squadra diretta da Binotto possa far tesoro del vantaggio tecnico conquistato a piccoli passi e non lo dilapidi durante l’inverno, per presentarsi ai nastri di partenza del 2020 da assoluta protagonista. Aver progettato il motore migliore della griglia ha tolto il sonno ai rivali, esponendoli tra l’altro ad una pessima figura, figuriamoci cosa succederebbe con una monoposto completa sotto ogni punto di vista. In tanti finirebbero al manicomio…
Antonino Rendina
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