Gran Premio di Germania, Hockenheim: Anteprima ed orari del weekend
La Formula 1 ritorna nella Foresta Nera
Il circus della Formula ritorna nella Foresta Nera per il Gran Premio di Germania che, come tutti ormai sanno, si disputa, ad anni alterni, sui circuiti del Nurburgring e di Hockenheimring. Quest’anno tocca all’Hockenheimring, situato alla periferia est della cittadina di Hockenheim a metà strada tra Stoccarda e Francoforte.
Il carrozzone della Formula 1 arriva in Germania reduce dal Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone che ha illuso la Ferrari e i tifosi del cavallino sparsi per il mondo. L’alfiere della Rossa, Alonso, scattato dalla pole ha tenuto la testa della gara fino a pochi giri dalla fine quando le sue gomme morbide sono crollate favorendo il sorpasso di Webber su coperture più dure. Webber si è aggiudicato, quindi, la seconda vittoria stagionale, unico pilota con Alonso a vincere due Gran Premi quest’anno.
Webber ha festeggiato la vittoria in quel di Silverstone rinnovando il suo contratto con la scuderia austriaca anche per la stagione 2013, mettendo così fine alle voci di un suo possibile approdo alla Ferrari a partire dal prossimo anno. Interrogato in merito dalla stampa, l’australiano si è detto molto felice e ha sostenuto che cambiare squadra l’anno prossimo gli avrebbe precluso le possibilità di lottare per il titolo quest’anno.
Nonostante il secondo posto di Silverstone, Alonso comunque resta leader della classifica mondiale, proprio davanti all’australiano e al campione del mondo in carica Vettel. La Ferrari insomma è in costante miglioramento e sembra poter battagliare quanto meno alla pari con le Red Bull. Sono apparse, invece, molto sottotono le McLaren: Button è ormai in crisi da alcune gare, dopo il secondo posto della Cina non è più salito sul podio e ha ottenuto appena sette punti in sei gare col compagno di squadra Hamilton che l’ha costantemente battuto in qualifica e in classifica mondiale ha quarantadue lunghezze di vantaggio.
Il team di Woking sembra essere in crisi con la propria vettura, sebbene i grandi capi sostengano che nonostante le prestazioni non eccelse mostrate a Silverstone, non ci sia nulla di fondamentalmente sbagliato nella macchina. E il punto debole delle prime gare: i pit stop zeppi di errori e disattenzioni, sono nettamente migliorati. Hamilton è comunque fiducioso sulle possibilità di lottare per il mondiale e non c’è motivo per dargli torto considerando che questa stagione è all’insegna dell’equilibrio prestazionale e dell’imprevedibilità.
Quest’anno, essendo un numero pari, il Gran Premio di Germania si disputa sull’Hockenheimring, negli anni dispari si va al Nurburgring. Il circuito del vecchio Hockenheimring ha solo il nome. Alle origini la partenza era situata nei pressi dell’attuale SudKurve che all’epoca era una comune strada del centro abitato di Hockenheim. La gara poi proseguiva per i lunghissimi tratti rettilinei nella foresta. Solo nel 1938 iniziarono i lavori per mettere in piedi un vero e proprio autodromo permanente che, al di là di piccole modifiche di routine, tra le quali, l’introduzione di due chicane dopo l’incidente mortale occorso a Jim Clark, sarebbe stato lo stesso per anni. Fino a quando nel 2002 si decise di amputare il tracciato dei tratti lungo la foresta per ottenere un canonico circuito di poco meno di cinque chilometri di lunghezza.
Le radicali modifiche apportate nel 2002 hanno di fatto snaturato l’essenza di questo tracciato che basava quasi tutta la tecnicità nel fatto che il Motodrom, il tratto di curve lente che chiude il tracciato, dovesse essere percorso con un carico aerodinamico quasi nullo richiesto per i lunghi rettilinei. Del vecchio tracciato non resta più nulla purtroppo, in quanto per la costruzione del tratto nuovo si dovette procedere al disboscamento di una parte della foresta e per compensare questo abbattimento si è deciso di demolire quel che restava del vecchio circuito e piantare nuovi alberi.
Il Gran Premio di Germania (le cui prime tre edizioni erano per vetture sport) si svolse per la prima volta nel 1926 sul velocissimo circuito berlinese dell’Avus e, nel mezzo di un violento diluvio, vide la vittoria di uno dei più grandi piloti di sempre, Rudolf Caracciola su Mercedes, che risulta ancora oggi essere il più vittorioso in questa gara, con ben 6 vittorie su 12 edizioni tra il 1926 e il 1939. Già nel 1927 il Gran Premio si trasferisce stabilmente sul lungo e maestoso circuito del Nurburgring, e a vincere è Otto Mertz, pilota che nel 1914 era stato uno degli autisti del corteo imperiale durante l’attentato di Sarajevo che scatenò la “Grande Guerra”.
Macchine e piloti tedeschi dominano l’albo d’oro fino al secondo conflitto mondiale con alcune significative eccezioni, come il trionfo tutto francese di Chiron su Bugatti nel 1929, ma soprattutto la storica vittoria di Tazio Nuvolari nel 1935 ottenuta con una gloriosa (ma ormai vecchia di tre anni) Alfa P3 in pesante debito di cavalli rispetto all’imponente schieramento degli squadroni tedeschi che comprendeva ben cinque Mercedes e quattro Auto Union.
Dopo essersi portato contro ogni previsione in testa già a metà gara, Nuvolari dovette subire la rottura della pompa di rifornimento del carburante durante il suo pit stop, regalando agli avversari circa un minuto. Rientrato in sesta posizione, Nuvolari riuscì a risalire al secondo posto nelle tornate finali, mettendo pressione alla Mercedes di von Brauchitsch che guidava la corsa, e che dechappò un pneumatico proprio all’ultimo giro, mentre il mantovano sulla rossa Alfa Romeo tagliava il traguardo tra l’incredulità del pubblico di casa e delle autorità naziste, che subiranno un altro parziale dispiacere nel 1938, quando dal plotone delle dominanti Mercedes e Auto Union uscì trionfatore il giovane inglese Dick Seaman, unico straniero a correre per la Mercedes grazie a un permesso speciale di Hitler.
Anche stavolta è una disavventura di von Brauchitsch a favorire la vittoria di un pilota straniero, dato che l’iracondo nobile tedesco (soprannominato “Pechvogel”, cioè “uccello della sfortuna”) con la sua Mercedes è vittima di un incendio al pit stop (per fortuna incruento come quello di Verstappen su Benetton nel 1994).
Nel secondo dopoguerra la Germania, ormai divisa in due parti dalle potenze vincitrici del conflitto, torna ad ospitare gare internazionali sul mitico ‘Ring nel 1950, quando Ascari su Ferrari vince il rinato GP di Germania, ma limitato alle vetture di F2.
Finalmente, nel 1951, anche il Gran Premio di Germania entra a far parte del Mondiale di Formula 1 ed è ancora la Ferrari a dominare, dapprima con altre due vittorie consecutive di Ascari e poi con Farina. Poi è Fangio a piazzare una tripletta su tre vetture differenti tra il 1954 e il 1957 (nel 1955 la gara saltò in seguito alla tragedia di Le Mans) ed è proprio nel 1957 che l’asso argentino ottiene quella che, anche a suo dire, è la più bella e più grande delle sue tante vittorie: attardato ai box per il rifornimento e il cambio gomme alla sua Maserati, Fangio rientra in pista con un pesantissimo distacco dalle due Ferrari di Hawthorn e Collins e non dà, volutamente, l’impressione di tentare di riprendere i ferraristi, a cui dopo due giri il box segnala di rallentare, dato che Fangio è distaccato di quasi un minuto. In quel momento Fangio comincia a spingere in modo forsennato, approfittando del fatto che i due avversari per oltre 22 chilometri (un giro del ‘Ring) non forzeranno (altro che comunicazioni-radio..!). Per dare un’idea di quanto Fangio vada forte, basta pensare che fa il giro più veloce in corsa con 8 secondi in meno del suo tempo in prova che gli era valso la pole! Al penultimo giro acciuffa i due ferraristi e va a trionfare per la ventiquattresima e ultima volta della sua carriera in Formula 1, vittoria che gli consegna virtualmente anche il quinto titolo mondiale.
L’anno successivo si impone Brooks su Vanwall mentre il suo inseguitore, Collins su Ferrari, rimane ucciso nel vano tentativo di attaccare l’agile vettura inglese. Brooks vince anche nel ’59, stavolta su Ferrari, quando il GP ritorna “una tantum” sul velocissimo circuito dell’Avus per solidarietà con la delicata situazione internazionale di Berlino, infatti una parte del’antica pista è esclusa dal tracciato del GP perché rimasta in territorio di occupazione sovietica. Dopo il 1950, anche nel 1960 la gara viene riservata solo alle F2 e si corre sull’anello Sud del ‘Ring, mentre il Mondiale ritorna sulla Nordschleife dall’anno successivo. Negli anni ’60 uno dei grandi interpreti di questo circuito è John Surtees, che coglie due vittorie consecutive con la Ferrari, mentre nel ’65 il grande Jim Clark coglie qui la sesta vittoria su sei GP stagionali, festeggiando così il suo secondo titolo mondiale con un anticipo di tre mesi sulla fine del campionato.
Tra la fine del decennio e l’inizio degli anni ’70 Stewart e Ickx sono i rivali che si giocano il titolo di “Ringmeister” (maestro del Ring), riconoscimento che va a chi vince tre volte un GP su questo circuito: è lo scozzese a prevalere con tre successi (sono due invece le affermazioni per Ickx) ed entra nel mito la sua vittoria del 1968, quando in un Gran Premio flagellato da pioggia, nebbia e vento riesce a vincere la gara con il mostruoso vantaggio di oltre quattro minuti sul secondo arrivato, Graham Hill (vincitore nel 1962).
Stewart vincerà per la terza volta nel 1973, e rimarrà la sua ultima vittoria da pilota (27 in totale, record che durerà fino all’epoca di Prost), ma il destino ha poi voluto che lo scozzese, ritornato a fine anni ’90 in F1 come Costruttore, ottenga la sua unica vittoria in tale veste proprio sul Nurburgring (ma sul nuovo circuito ridotto) nella rocambolesca edizione del 1999 grazie a Herbert.
Nel 1970 il contraccolpo per la tragica morte di Courage a Zandvoort porta a spostare il Gran Premio di Germania per la prima volta ad Hockenheim (vittoria di Rindt dopo un gran duello con Ickx) perché i piloti cominciano a considerare il ‘Ring poco sicuro: è un segnale della campagna per la sicurezza lanciata in quegli anni da Stewart.
Nel 1974 Regazzoni compie il capolavoro della sua carriera dominando il GP di Germania dall’inizio alla fine e infliggendo pesanti distacchi ai suoi avversari proprio nel momento in cui la pista viene bagnata da improvvisi scrosci di pioggia: Clay sembra non accorgersene e arriva al traguardo con quasi un minuto di vantaggio.
Nel 1976 il famigerato incidente di Lauda con la sua Ferrari cambia per sempre il volto non solo dell’austriaco, segnato dalle ustioni, ma dell’intera Formula 1: le sempre maggiori esigenze di sicurezza in uno sport che sta progressivamente diventando popolarissimo grazie alla TV, impongono la dolorosa ma ormai irrinunciabile “morte” del ‘Ring come sede del Gran Premio di Germania, che dal 1977 si sposta stabilmente ad Hockenheim ed è proprio Lauda a vincere, esattamente un anno dopo aver sfiorato la morte. Nonostante i maggiori standard di sicurezza del circuito, nel 1980 ad Hockenheim muore Depailler durante una seduta di test, e nel 1982 il ferrarista Pironi vede troncata la sua carriera e la corsa al titolo mondiale in un gravissimo incidente in prova dove rischia l’amputazione delle gambe.
Nel 1985 il GP di Germania torna eccezionalmente al Nurburgring, ma nella nuova versione accorciata che è quella che conosciamo oggi (totalmente diversa dalla mitica Nordschleife di oltre 22 km) e a vincere, come nel 1935, è di nuovo un italiano su una vettura rossa col cavallino sul cofano: Alboreto, esattamente 50 anni dopo Nuvolari (che correva con una rossa Alfa col cavallino della Scuderia Ferrari) trionfa e fa sognare gli italiani consolidando la sua leadership nel mondiale.
Ma i dominatori degli anni ’80 sono due brasiliani: Piquet, primo nel 1981, 1986 e 1987, e Ayrton Senna che piazza una perentoria tripletta dal 1988 al 1990, mentre Mansell e Prost vincono due volte ciascuno. Anche l’austriaco Berger vanta due trionfi (potevano essere tre senza il ritiro all’ultimo giro del 1996), davvero significativi: nel 1994 porta la Ferrari alla vittoria dopo un digiuno totale che per le Rosse durava dal 1990, e nel 1997 al suo ultimo anno di carriera e dopo aver sofferto l’inattesa morte del padre e uno stop di tre gare per un’operazione al naso, Gerhard va a ottenere perentoriamente la sua decima e ultima vittoria in Formula 1, che sarà anche l’ultima per la Benetton, prima che la scuderia venga rilevata dalla Renault.
Da ricordare l’edizione del 1999: Mika Salo viene chiamato a sostituire l’infortunato Schumacher sulla Ferrari, e il finlandese si trova davanti l’occasione della vita trovandosi a condurre il Gran Premio di Germania, ma il compagno Irvine è in lotta per il mondiale, e così Mika deve cedere la vittoria a Eddie. Salo non avrà più altre occasioni di vittoria nella sua carriera. Nel 2000 è ancora una Ferrari a vincere, quella di Barrichello, al suo primo successo in Formula 1, in una gara ricordata per l’invasione di pista di un ex-dipendente della Mercedes che protesta per il suo licenziamento.
Il 2001 vide la vittoria di Ralf Schumacher sulla potente Williams BMW è fu l’ultimo anno in cui si corse sul circuito in versione originale. L’anno successivo, Michael Schumacher su Ferrari vince la prima edizione sulla nuova pista, dopo aver già ottenuto la vittoria sul vecchio tracciato nel 1995 con la Benetton. Michael vincerà anche nel 2004 e nel 2006, risultando il secondo pilota più vittorioso in questo Gran Premio dopo il suo connazionale Caracciola.
Nel 2007 la gara non si disputò per disaccordi tra i due maggiori enti automobilistici tedeschi, e il Gran Premio disputato al Nurburgring quell’anno ebbe la denominazione di Gran Premio d’Europa. Il Gran Premio di Germania tornò in calendario nel 2008 (vittoria di Hamilton), mentre nel 2009 venne disputata al Nurburgring (primo Webber su Red Bull) nell’ottica di una nuova alternanza annuale tra i due circuiti.
Fra i piloti in attività, oltre a quelli citati, anche Alonso ha vinto questo Gran Premio, per due volte sempre ad Hockenheim: nel 2005, approfittando di un errore dei meccanici McLaren Mercedes (circuito di raffreddamento) che costrinse al ritiro il dominatore Raikkonen, lo spagnolo ottenne una vittoria che lo lanciò prepotentemente verso il primo dei suoi due titoli mondiali consecutivi con la Renault, mentre è inutile ricordare ancora le polemiche sul gioco di squadra a suo favore nell’edizione 2010. Lo scorso anno, al Nurburgring, Hamilton riuscì a vincere in una gara dove le Red Bull ebbero uno dei pochi momenti di appannamento di una stagione largamente dominata.
All’Hockenheimring cercheranno il riscatto in molti: la Ferrari vorrà sicuramente rifarsi dopo aver perso a Silverstone a pochi giri dalla fine; il campione del mondo in carica Vettel, sulla pista di casa, vorrà certamente vincere per risalire in classifica dove il compagno Webber gli è davanti. Cercheranno il riscatto anche la McLaren e soprattutto la Mercedes, che ha la sede operativa a pochi chilometri dal circuito, e i suoi due piloti: Rosberg e Schumacher.
Gli ingredienti per un Gran Premio scoppiettante ci sono tutti, vedremo se le aspettatie saranno ripagate.
Domenico Della Valle – Francesco Ferrandino
INFO
Lunghezza del circuito: 4,574 km
Giri da percorrere: 67
Distanza totale: 306,458 km
Numero di curve: 17
Senso di marcia: orario
Mescole Pirelli: soffici/medie
Apertura farfalla: 64% della percorrenza
RECORD
Giro prova: 1:13.306 – M Schumacher – Ferrari – 2004
Giro gara: 1:13.780 – K Raikkonen – McLaren Mercedes – 2004
Distanza: 1h23:54.848 – M Schumacher – Ferrari – 2004
Vittorie pilota: 6 – R Caracciola
Vittorie team: 20 – Ferrari
Pole pilota: 4 – Clark, Ickx
Pole team: 18 – Ferrari
Km in testa pilota: 1.391 – J Fangio
Km in testa team: 6.585 – Ferrari
Migliori giri pilota: 4 – M Schumacher
Migliori giri team: 16 – Ferrari
Podi pilota: 7 – M Schumacher
Podi team: 50 – Ferrari
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Albo d’oro
01. 1926 R Caracciola – Mercedes
02. 1927 O Merz – Mercedes
03. 1928 R Caracciola, C Werner – Mercedes
04. 1929 L Chiron – Bugatti
05. 1931 R Caracciola – Mercedes
06. 1932 R Caracciola – Alfa Romeo
07. 1934 H Stuck – Auto Union
08. 1935 T Nuvolari – Alfa Romeo
09. 1936 B Rosemeyer – Auto Union
10. 1937 R Caracciola – Mercedes
11. 1938 R Seaman – Mercedes
12. 1939 R Caracciola – Mercedes
13. 1950 A Ascari – Ferrari
14. 1951 A Ascari – Ferrari
15. 1952 A Ascari – Ferrari
16. 1953 N Farina – Ferrari
17. 1954 J Fangio – Mercedes
18. 1956 J Fangio – Ferrari
19. 1957 J Fangio – Maserati
20. 1958 T Brooks – Vanwall
21. 1959 T Brooks – Ferrari
22. 1960 J Bonnier – Porsche
23. 1961 S Moss – Lotus Climax
24. 1962 G Hill – BRM
25. 1963 J Surtees – Ferrari
26. 1964 J Surtees – Ferrari
27. 1965 J Clark – Lotus Climax
28. 1966 J Brabham – Brabham Repco
29. 1967 D Hulme – Brabham Repco
30. 1968 J Stewart – Matra Ford
31. 1969 J Ickx – Brabham Ford
32. 1970 J Rindt – Lotus Ford
33. 1971 J Stewart – Tyrrell Ford
34. 1972 J Ickx – Ferrari
35. 1973 J Stewart – Tyrrell Ford
36. 1974 C Regazzoni – Ferrari
37. 1975 C Reutemann – Brabham Ford
38. 1976 J Hunt – McLaren Ford
39. 1977 N Lauda – Ferrari
40. 1978 M Andretti – Lotus Ford
41. 1979 A Jones – Williams Ford
42. 1980 J Lafitte – Ligier Ford
43. 1981 N Piquet – Brabham Ford
44. 1982 P Tambay – Ferrari
45. 1983 R Arnoux – Ferrari
46. 1984 A Prost – McLaren TAG
47. 1985 M Alboreto – Ferrari
48. 1986 N Piquet – Williams Honda
49. 1987 N Piquet – Williams Honda
50. 1988 A Senna – McLaren Honda
51. 1989 A Senna – McLaren Honda
52. 1990 A Senna – McLaren Honda
53. 1991 N Mansell – Williams Renault
54. 1992 N Mansell – Williams Renault
55. 1993 A Prost – Williams Renault
56. 1994 G Berger – Ferrari
57. 1995 M Schumacher – Benetton Renault
58. 1996 D Hill – Williams Renault
59. 1997 G Berger – Benetton Renault
60. 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes
61. 1999 E Irvine – Ferrari
62. 2000 R Barrichello – Ferrari
63. 2001 R Schumacher – Williams BMW
64. 2002 M Schumacher – Ferrari
65. 2003 J Montoya – Williams BMW
66. 2004 M Schumacher – Ferrari
67. 2005 F Alonso – Renault
68. 2006 M Schumacher – Ferrari
69. 2008 L Hamilton – McLaren Mercedes
70. 2009 M Webber – Red Bull Renault
71. 2010 F Alonso – Ferrari
72. 2011 L Hamilton – McLaren Mercedes
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Orari del Gran Premio di Germania
Venerdì 20 Luglio
10:00-11:30 Prove Libere 1
14:00-15:30 Prove Libere 2
Sabato 21 Luglio
11:00-12:00 Prove Libere 3
14:00-15:00 Qualifiche – Rai Due/Rai HD
Domenica 22 Luglio
14:00 Gara – Rai Uno/Rai HD
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