Gran Premio del Belgio, Spa-Francorchamps: Anteprima ed orari del weekend

Gran Premio del Belgio, Spa-Francorchamps: Anteprima ed orari del weekend

Il circus della Formula 1 torna dalle vacanze ed approda in Belgio, sulla mitica pista di Spa-Francorchamps, da tutti considerata l’università dell’automobilismo. Tutto rende Spa mitica: i saliscendi, i suoi curvoni velocissimi, i lunghi tratti tra la foresta delle Ardenne ed ovviamente l’Eau Rouge, forse la curva più famosa del mondo!

La pista di Spa-Francorchamps è senza dubbio la preferita dalla maggior parte dei piloti, come a Silverstone e Monza anche qui si respira ancora l’aria della Formula 1 di un tempo e i tifosi sono ben lieti di assistere ad una delle più belle gare dell’anno.

Sorgendo nel bel mezzo delle Ardenne il tracciato di Spa offre un mix unico di curve, cambi di direzione, lunghi rettilinei e forti frenate. Si parte subito con La Source, un tornante molto lento per poi dirigersi a grande velocita’ verso il punto caratterizzato dalla piu’ impressionante difficolta’ di pilotaggio: l’Eau Rouge, seguito dalla piega verso destra del Raidillon. Si affronta il rettilineo del Kemmel per arrivare alla chicane Les Combes, molto veloce per poi scendere alle curve Malmedy, Rivage e Bruxelles. Da qui in avanti si trova quella che e’ forse la parte piu’ bella del tracciato: il velocissimo curvone Pouhon, la chicane Fagnes, la curva Stavelot e la lunghissima curva Blanchimont. Si affronta poi la bus stop, il punto piu’ lento della pista, e si arriva sul rettilineo di partenza.

Si giunge in Belgio dopo quasi un mese di pausa in cui le discussioni si sono concentrate su tre punti: la manovra di Schumacher su Barrichello nel Gran Premio d’Ungheria; i primi test delle nuove gomme Pirelli; le nuove esternazioni di Lauda sulla Ferrari. Andiamo con ordine.

Nello scorso Gran Premio d’Ungheria, che ha visto trionfare Mark Webber, seguito da Alonso e Vettel, negli ultimi giri uno Schumacher sempre più in difficoltà con le gomme ha tentanto di resistere per diverse tornate agli attacchi di Barrichello, a pochi giri dal termine sul rettilineo del traguardo Barrichello si butta all’interno del tedesco che stringe sempre di più il brasiliano contro il muretto dei box a grande velocità. Immancabili le polemiche con Schumacher che alla fine è stato anche penalizzato: nella “sua” Spa sarà costretto a partire dieci posizioni più indietro della sua qualifica.

Nel corso dell’ultima settimana la Pirelli, utilizzando una vecchia Toyota riadattata, ha svolto i primi test sulle nuove coperture che verranno utilizzate a partire dal 2011. A bordo della vettura Nick Heidfeld, liberato dalla Mercedes. I vertici della casa italiana si sono detti soddisfatti dei risultati ottenuti anche se c’è ancora da lavorare in vista della prossima stagione.

Negli ultimi giorni non sono mancate neanche le ormai consuete esternazioni di Niki Lauda, l’ex Campione del Mondo ha duramente criticato la Ferrari per i fatti di Hockenheim (l’ordine di scuderia che ha costretto Massa a lasciare strada ad Alonso), e ha detto che a suo giudizio la Ferrari verrà “duramente bastonata” in occasione della riunione del Consiglio Mondiale del prossimo 8 Settembre. A stretto giro è arrivata la replica al vetriolo della casa di Maranello che ha bollato Lauda come un “vecchio maître à penser” e confermando la fiducia della Ferrari nella FIA.

Tornando al Gran Premio del Belgio, quando nel 1950 venne istituito il Mondiale di Formula 1, la gara belga esisteva già da un quarto di secolo: ‘idea di realizzare un circuito automobilistico nella zona delle Ardenne infatti risale agli anni ’20, quando Jules de Their e Henri Langlois Van Ophem progettarono di unire le strade che collegavano tre piccole cittadine: Francorchamps, Malmedy e Stavelot. Il tracciato che ne risultava era uno dei piu’ lunghi (quasi 14 km) e veloci mai realizzati e nel 1925 il primo Gran Premio del Belgio, valido anche come Gran Premio d’Europa e incluso nella prima edizione del cosiddetto “Campionato Automobilistico del Mondo”, vide la schiacciante vittoria dell’Alfa Romeo di Antonio Ascari che, avviatosi a diventare il pilota di riferimento di quell’epoca, morirà invece pochi mesi dopo, durante il Gran Premio di Francia.

Suo figlio Alberto, con la Ferrari, trionferà poi nel 1952 e 1953, nelle sue magiche stagioni iridate. Negli anni ’30 altri nomi prestigiosi trovano posto nell’albo d’oro, come Chiron nel 1930, oppure Tazio Nuvolari nel 1933, che con una Maserati privata partì in ultima posizione, ma già alla fine del primo giro era balzato incredibilmente in testa, rimanendovi fino al traguardo.

Il successivo dominio delle auto tedesche si estese anche a questa gara, che vide trionfare la Mercedes di Caracciola nel ’35 (quando il tedesco divenne Campione d’Europa), l’Auto Union di Hasse (alla sua prima e unica vittoria in un GP) nel ’37, e di nuovo la Mercedes nel ’39 con Lang, in una edizione funestata dalla tragedia occorsa al suo compagno di squadra, l’inglese Seaman che uscì di pista sul bagnato poco prima della Source e andò a sbattere contro un albero, incendiandosi: Seaman morì la notte seguente per le tremende ustioni, senza aver perduto quasi mai conoscenza.

Dopo la lunga parentesi della seconda guerra mondiale, la vittoria di Chaboud nel ’46 segnò il ritorno delle competizioni sul circuito delle Ardenne, e l’anno successivo l’Alfa tornò alla vittoria col pilota-simbolo degli anni ’40, Jean Pierre Wimille, che trionfò a bordo della mitica Alfetta 158 sovralimentata. La Talbot, intanto, con la vittoria di Rosier nel ’49, ma soprattutto con l’eccezionale prestazione di Sommer nel ’50 che riuscì seriamente a insidiare il primato all’Alfa del vincitore Fangio (primo anche nel ’54 e ’55), indicò a tutti (Ferrari in primis) la strada del motore aspirato i cui consumi ridotti, su una pista veloce come Spa, diventavano una fondamentale discriminante.

Nonostante Spa fosse un circuito magnifico per il pilotaggio, la sua intrinseca pericolosità ha spesso causato drammatici incidenti: nell’edizione 1960, vinta da Jack Brabham, in due incidenti distinti persero la vita Chris Bristow e Alan Stacey, tragedie che quasi indussero al ritiro dalle corse un altro giovane debuttante, Jim Clark, che poi diventerà un dominatore di questa gara ottenendo un poker di successi consecutivi tra il 1962 (sua prima vittoria in assoluto in F1) e il 1965.

Rocambolesca l’edizione del ’64: negli ultimi chilometri, prima Gurney, poi Hill e infine McLaren furono incredibilmente costretti a rinunciare per guai meccanici alla vittoria, che premiò lo “scozzese volante”, il quale tra l’altro aveva sempre confidato di odiare il tracciato belga, la cui pericolosità venne accentuata quando la Formula 1 passò nel 1966 alla cilindrata di 3000 cc: quell’anno, proprio durante le riprese del film “Grand Prix”, un diluvio provocò un incidente multiplo nella zona più veloce della pista, e il giovane Stewart si salvò per miracolo restando comunque a lungo bloccato e ferito nell’abitacolo della sua BRM. Da allora Jackie intraprese una convinta campagna per la sicurezza, che nel giro di pochi anni giocoforza ebbe effetti negativi per un circuito come Spa, almeno nella sua versione originale di 14 chilometri che si snodava tra case, fossati e pali della luce. Stewart infatti una volta disse che “correre a Spa è come camminare in equilibrio su una corda in una giornata ventosa”.

Nel ’68 Bruce McLaren portò per la prima volta al successo una vettura che portava il suo nome, che da allora è diventata una delle scuderie più prestigiose della F1, mentre la Ferrari nello stesso anno fece debuttare in gara gli alettoni, un accessorio che è presto divenuto parte integrante di ogni monoposto della massima formula. L’edizione del ’70, con la vittoria di Rodriguez nel ’70 ottenuta in volata contro Amon, è l’ultima disputata a Spa nella sua configurazione originale.

Il Gran Premio del Belgio nei primi anni settanta si trasferì due volte a Nivelles (’72 e ’74, entrambe vinte da Fittipaldi), e poi stabilmente a Zolder: da ricordare la doppietta Lauda-Ferrari nel 1975-76, seguita dall’unica vittoria in Formula 1 di Gunnar Nilsson, lo sfortunato pilota svedese che morì l’anno successivo per un tumore. Nel ’78 (curioso, proprio dieci anni dopo gli alettoni della Ferrari) debuttò vittoriosamente la Lotus 79 di Andretti con le sue minigonne rigide e scorrevoli: è la nascita definitiva dell’effetto suolo, che cambierà per sempre il modo di progettare le Formula 1.

Ma anche il circuito di Zolder è legato a episodi tragici: nell’81 Reutemann (che poi vinse la gara) in qualifica investì un meccanico dell’Osella in corsia box, Giovanni Amadeo, che poi morì qualche giorno dopo, mentre nella confusa procedura di partenza venne investito sulla griglia anche un meccanico dell’Arrows, che pur subendo numerose fratture riuscì a cavarsela. Invece il 1982 è ricordato per la morte di Gilles Villeneuve, che in qualifica fu vittima di una incomprensione con Mass: il folle volo della Ferrari numero 27 è impossibile da dimenticare.

Finalmente nel 1983 la F1 tornò a Spa, ma nella nuova versione più corta e infinitamente più sicura, dal momento che furono esclusi la pericolosa curva di Bourneville, i dislivelli di Malmedy, l’interminabile rettilineo di Masta (intervallato da una velocissima esse), la vertiginosa curva di Stavelot (dove Moss ci rimise le gambe nel ’60) e il complesso di La Carrière. Il tracciato così modificato si ridusse a meno di sette chilometri, ma rimase comunque molto selettivo: vinse la Renault di Prost (primo anche nell’87 su McLaren).

L’anno successivo per l’ultima volta si corse a Zolder, e a vincere fu Michele Alboreto, alla sua prima affermazione sulla Ferrari: da ben diciotto anni un italiano non vinceva su una rossa di Maranello. Nell’85 Ayrton Senna con la Lotus ottenne la prima delle sue cinque vittorie su questa pista, di cui ben quattro consecutive tra l’88 e l’91 con la McLaren Honda: diverse volte il brasiliano affermò che Spa era il circuito che gli piaceva di più tra quelli esistenti .

Proprio nel 1991, e proprio su questa pista debuttò in Formula 1 Michael Schumacher, che con Spa ha sempre mantenuto un legame speciale, infatti ad un anno esatto dall’esordio il tedesco centrò con la Benetton il suo primo successo, arrivando poi a totalizzarne ben sei: memorabile la rimonta del ’95 che lo portò a vincere partendo dalla sedicesima posizione sotto il diluvio, resistendo a Damon Hill con le slick sul bagnato, oppure le vittorie nei due anni successivi con la Ferrari, sempre sfruttando la sua grande abilità sul bagnato.

Ma le affermazioni del tedesco potevano essere ben di più se si considera che nel ’94 passò vincitore sul traguardo ma fu squalificato per eccessivo consumo del fondo della vettura, oppure si pensi alla famigerata e discussa edizione del ’98 quando, ampiamente in testa, Schumacher venne a collisione con la McLaren di Coulthard, doppiato, che rallentò improvvisamente in uscita di curva. Entrambe le volte la vittoria andò a Damon Hill (primo anche nel ’93), e quella del 1998 su Jordan è anche l’ultima in Formula 1 dell’inglese (e ultimo podio in carriera per Alesi, 3° su Sauber).

Hakkinen vinse solo una volta a Spa, nel 2000, ma si tratta di un trionfo impreziosito dal grande sorpasso che il finlandese operò su Schumacher alla fine del rettilineo del Kemmel, quando i due contendenti si trovarono a doppiare la Bar di Zonta: il tedesco lo passò all’interno, mentre Hakkinen fulmineamente si buttò all’esterno passando entrambi, compiendo una manovra giustamente ricordata fra le più entusiasmanti di sempre. Schumacher si rifece vincendo ancora nel 2001 (superando il record assoluto di vittorie in F1 detenuto da Prost) e nel 2002, divenendo il pilota più vincente nella storia del Gran Premio del Belgio.

Nel 2003, per le annose beghe dovute alle leggi anti-fumo, la gara non si disputò, come accadde anche nel 2006.

Intanto, dopo l’era di Schumacher, negli ultimi anni Spa è stata riserva di caccia quasi esclusiva per Kimi Raikkonen che, prima con la McLaren (2004 e 2005) poi con la Ferrari (2007 e 2009, a tutt’oggi l’ultima affermazione di Kimi in Formula 1), ha ottenuto quattro trionfi, mancando di poco il quinto nella polemica edizione 2008, quando il finlandese, in testa fino al momento in cui cominciò a cadere la pioggia, fece un errore sull’asfalto viscido uscendo di pista mentre lottava con la McLaren di Hamilton, che passò primo al traguardo ma venne poi penalizzato di 25” per un discusso taglio di chicane e una presunta insufficiente “restituzione” della posizione al finlandese. La vittoria a tavolino andò quindi all’altro ferrarista, il brasiliano Massa: una decisione che a distanza di tempo fa ancora discutere.

Con il Gran Premio del Belgio ed il successivo Gran Premio d’Italia la Formula 1 si avvia verso l’epilogo, Spa infatti rappresenta la penultima gara nel vecchio continente, dopo Monza si andrà in Asia e Sud America. La lotta per il mondiale piloti è molto aperta: i primi cinque piloti sono racchiusi in venti punti (meno di una vittoria) e non commettere errori sarà determinante per la volata finale verso l’iride. Molto serrata anche la lotta per il mondiale costruttori con Red Bull e McLaren separate da appena otto punti, più indietro la Ferrari.

La pista di Spa dovrebbe ben adattarsi alla Red Bull anche se il team manager Christian Horner ha smorzato gli entusiasmi affermando che sui lunghi rettilinei delle Ardenne la loro vettura potrebbe trovarsi in difficoltà. Di sicuro tenterà il riscatto la McLaren che è inciampata in brutto weekend in quel di Budapest: con Button che ha chiuso all’ottavo posto e Lewis Hamilton costretto al ritiro per un problema al cambio. Aria d’ottimismo in Ferrari che mira ad accorciare le distanze in entrambe le classifiche.

Da non sottovalutare le incognite legate al meteo: Spa è famosa per le sue condizioni atmosferiche per niente stabili: può piovere improvvisamente e su parte della pista può splendere il sole e sull’altra può scatenarsi il diluvio. Anche gli strateghi avranno il loro bel da fare…

Domenico Della Valle – Francesco Ferrandino

INFO
Lunghezza del circuito: 7,004 km
Giri da percorrere: 44
Distanza totale: 308,052 km
Numero di curve: 19 – 10 a destra, 9 a sinistra
Mescole Bridgestone: medie/dure

RECORD
Giro prova: 1:44.503 – J Trulli – Toyota – 2009
Giro gara: 1:47.263 – S Vettel – Red Bull Renault – 2009
Distanza: 1h20:39.066 – K Raikkonen – Ferrari – 2007
Vittorie pilota: 6 – M Schumacher
Vittorie team: 16 – Ferrari
Pole pilota: 4 – J Fangio, A Prost, A Senna
Pole team: 13 – Ferrari
Km in testa pilota: 1.806 – M Schumacher
Km in testa team: 5.459 – Ferrari
Migliori giri pilota: 6 – A Prost
Migliori giri team: 17 – Ferrari
Podi pilota: 9 – M Schumacher
Podi team: 44 – Ferrari

Albo d’oro
01. 1950 J Fangio – Alfa Romeo
02. 1951 N Farina – Alfa Romeo
03. 1952 A Ascari – Ferrari
04. 1953 A Ascari – Ferrari
05. 1954 J Fangio – Maserati
06. 1955 J Fangio – Mercedes
07. 1956 P Collins – Ferrari
08. 1958 T Brooks – Vanwall
09. 1960 J Brabham – Cooper Climax
10. 1961 P Hill – Ferrari
11. 1962 J Clark – Lotus Climax
12. 1963 J Clark – Lotus Climax
13. 1964 J Clark – Lotus Climax
14. 1965 J Clark – Lotus Climax
15. 1966 J Surtees – Ferrari
16. 1967 D Gurney – Eagle Weslake
17. 1968 B McLaren – McLaren Ford
18. 1970 P Rodriguez – BRM
19. 1972 E Fittipaldi – Lotus Ford
20. 1973 J Stewart – Tyrrell Ford
21. 1974 E Fittipaldi – McLaren Ford
22. 1975 N Lauda – Ferrari
23. 1976 N Lauda – Ferrari
24. 1977 G Nilsson – Lotus Ford
25. 1978 M Andretti – Lotus Ford
26. 1979 J Scheckter – Ferrari
27. 1980 D Pironi – Ligier Ford
28. 1981 C Reutemann – Williams Ford
29. 1982 J Watson – McLaren Ford
30. 1983 A Prost – Renault
31. 1984 M Alboreto – Ferrari
32. 1985 A Senna – Lotus Renault
33. 1986 N Mansell – Williams Honda
34. 1987 A Prost – McLaren TAG
35. 1988 A Senna – McLaren Honda
36. 1989 A Senna – McLaren Honda
37. 1990 A Senna – McLaren Honda
38. 1991 A Senna – McLaren Honda
39. 1992 M Schumacher – Benetton Ford
40. 1993 D Hill – Williams Renault
41. 1994 D Hill – Williams Renault
42. 1995 M Schumacher – Benetton Renault
43. 1996 M Schumacher – Ferrari
44. 1997 M Schumacher – Ferrari
45. 1998 D Hill – Jordan Mugen Honda
46. 1999 D Coulthard – McLaren Mercedes
47. 2000 M Häkkinen – McLaren Mercedes
48. 2001 M Schumacher – Ferrari
49. 2002 M Schumacher – Ferrari
50. 2004 K Raikkonen – McLaren Mercedes
51. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes
52. 2007 K Raikkonen – Ferrari
53. 2008 F Massa – Ferrari
54. 2009 K Raikkonen – Ferrari

Orari del Gran Premio del Belgio

Venerdì 27 Agosto 2010
10:00-11:30 Prove Libere 1
14:00-15:30 Prove Libere 2

Sabato 28 Agosto 2010
11:00-12:00 Prove Libere 3
14:00-15:00 Qualifiche – Diretta Rai Due

Domenica 29 Agosto
14:00 Gara – Diretta Rai Uno

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