Formula 1 | Mercedes, Wolff e Allison preoccupati dall’affidabilità della W16
Il direttore tecnico: "Non sappiamo cosa si sia rotto nel motore di Kimi"
La Mercedes ha avuto una tripletta piuttosto complicata. Da Imola a Barcellona, passando per Monaco, ci sono stati ben tre ritiri per la W16, due in gara con Antonelli, uno in qualifica con Russell. La monoposto in questo momento è obiettivamente fragile, e non sembrano esserci delle soluzioni a breve termine. Non solo: la gestione delle gomme è un fattore cruciale per i brutti risultati in gara, quantomeno in termini di prestazione, e per questo il team principal Toto Wolff ha sollecitato la squadra a intervenire su una criticità tecnica che continua a condizionare le prestazioni, in particolare proprio in relazione alla gestione degli pneumatici.
“È difficile trovare molti aspetti positivi, a parte qualche segnale incoraggiante nella gestione delle gomme – ha dichiarato Toto dopo Barcellona. Dobbiamo analizzare a fondo quanto accaduto e capire l’origine di alcuni problemi”.
Tra gli episodi più critici, il ritiro di Kimi Antonelli in gara a Barcellona ha riacceso l’attenzione sulla tenuta della power unit Mercedes, storicamente uno dei punti di forza del team. Il guasto ha costretto il pilota italiano a fermarsi nelle fasi finali del Gran Premio: “Dobbiamo verificare se si è trattato di un guasto al motore. Da una prima analisi sembra così, e questo è preoccupante, visto che la power unit è sempre stata uno dei nostri punti fermi”, ha aggiunto Toto.
Gli fa eco il team principal James Allison, il quale è apparso addirittura più drastico: “Non sappiamo ancora quale componente della power unit si sia guastato. Il motore di Kimi è stato inviato a Brixworth, dove verrà smontato per individuare la causa del problema. Una volta accertata, verranno stabilite le raccomandazioni necessarie, non solo per il nostro team, ma anche per le squadre clienti, con l’obiettivo di evitare che l’inconveniente si ripresenti nel prosieguo della stagione”.
Oltre ai problemi di affidabilità, l’aspetto che preoccupa maggiormente riguarda il comportamento degli pneumatici posteriori, in particolare in condizioni di alte temperature. Un elemento che secondo Wolff ha radici profonde nella progettazione della vettura: “La nostra macchina soffre da anni di surriscaldamento alle gomme posteriori. Quando fa freddo siamo competitivi, ma appena le condizioni diventano più calde, fatichiamo a tenere le prestazioni sotto controllo”.
“A Las Vegas, con temperature basse, la macchina ha funzionato subito. I piloti erano entusiasti. Al contrario, gli avversari avevano difficoltà a trovare aderenza. Questo dimostra che il comportamento della nostra vettura è influenzato da fattori strutturali, non semplicemente da regolazioni di assetto”.
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