Formula 1 | Ferrari, a Baku c’è bisogno di una power unit versatile

Bariselli: "Deve avere una buona guidabilità nel misto e nel lento senza sprechi di energia"

Formula 1 | Ferrari, a Baku c’è bisogno di una power unit versatile

La Ferrari dovrà riscattare a Baku le ultime prestazioni negative. Tra Barcellona e Montecarlo una ecatombe prima tecnica e poi strategica hanno fatto sì che Leclerc perdesse due gare praticamente vinte, e sulla carta il circuito dell’Azerbaijan non sembra favorire la F1-75 rispetto alla competitività della Red Bull sul dritto. Gli ultimi aggiornamenti portati in Spagna però potrebbero aver avvicinato le due squadre in lotta per entrambi i titoli. Oggi vi riportiamo le parole di Nicola Bariselli, power unit track operations manager della Ferrari.

Che tipo di pista è il Baku City Circuit?
“Baku è un circuito cittadino ma con grandi anomalie. È sicuramente atipico perché prevede, oltre alle normali curve a 90 gradi, una parte da bassissima velocità, ma anche rettifili particolarmente lunghi. Basta pensare che qui abbiamo uno dei rettilinei box più lunghi del campionato. Per i piloti è una sfida impegnativa, a Carlos e, soprattutto, a Charles piace correre qui”.

Perché si dice che questo tracciato sia particolarmente impegnativo per le power unit?
“Perché, date le caratteristiche del circuito, la power unit deve essere versatile: deve infatti mettere i piloti in condizione di avere una buona guidabilità nel misto e nel lento, senza però che ci siano sprechi di energia, che è invece tutta necessaria per affrontare i lunghi rettilinei. Anche la potenza pura è sicuramente fondamentale, specie per le doti di accelerazione che sono richieste in uscita delle tante curve a bassa velocità, sia nella ricerca del giro secco che in gara”. 

Si corre sotto al livello del mare e in un ambiente di solito molto ventoso. Come influiscono queste condizioni sulla prestazione?
“Le condizioni ambientali hanno un impatto rilevante sull’ottimizzazione del pacchetto vettura/power unit. In particolare, le variazioni di intensità e direzione del vento possono portare a condizioni di funzionamento diverse sia a livello di velocità di percorrenza delle curve (e quindi anche relativamente al regime di coppia e all’utilizzo marce) che durata del rettilineo. Potete immaginare facilmente quanto cambi la prestazione, per esempio sul rettilineo finale, se il vento è in coda o frontale. La differenza è misurabile in diversi decimi di secondo”. 

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