Ferrari, il 2017 non è ancora finito: quattro gare e quattro “obiettivi” da raggiungere…
Il mondiale di Vettel è di fatto "finito", ma la Rossa deve sfruttare le restanti gare in ottica futura
L’obiettivo principe, più correttamente il sogno, sembra sfumato definitivamente, quantomeno è stato rimandato di un anno, a causa del tristemente noto trittico Singapore-Malesia-Suzuka. Ma per la grande Ferrari che ha comunque spaventato e messo in crisi la Mercedes non è ancora tempo di gettare la spugna, di andare in vacanza o meglio di pensare al 2018.
Non mi riferisco ad una improbabile remuntada iridata – con il povero Vettel che dovrebbe affidarsi a tutti i santi per recuperare esattamente quindici punti ad Hamilton in ognuno dei restanti quattro GP – bensì ad un percorso di crescita e di sviluppo che va assolutamente intensificato nelle ultime gare.
Un grande allenamento, che serva anche da conferma, per presentarsi ancora più forti al prossimo nastro di partenza. Quattro GP con quattro obiettivi precisi, elencati di seguito. D’altronde c’è un vecchio adagio secondo cui per capire il mondiale che verrà bisogna analizzare le ultime gare del precedente.
VINCERE. Perché in fondo, vincere aiuta a vincere, giova all’autostima, mina le certezze anche dei più agguerriti e ostici rivali, è atto forte di presenza. La rutilante SF70H – al netto di qualche intoppo con il motore – s’è dimostrata monoposto efficace e velocissima (quasi) dovunque. Il pacchetto squadra-pilota-vettura sembra meritare qualcosa in più delle quattro vittorie di “tappa” conquistate finora e un fuoriclasse affamato come Vettel sotto questo punto di vista è una garanzia.
AFFIDABILITA’. Tra ceri, candele e preghiere, è priorità del team evitare (e farlo quanto prima) partenze a cinque cilindi o partenze mancate. Sono immagini che non rendono merito nè alla tradizione del Cavallino né ad una stagiona vissuta da assoluti protagonisti. Dalla storia del controllo di qualità a quella più intrigante di uno step evolutivo di motore rivelatosi sbagliato, la Ferrari deve porre rimedio alla falla quanto prima, anche e soprattutto in ottica 2018. Può capitare di inciampare, ma un perdurante difetto progettuale getterebbe l’ambiente nel caos. Da esorcizzare quanto prima.
SORPASSO PRESTAZIONALE. Ancora quattro gare, tutto il tempo per mettere la freccia a sinistra e volare, portandosi con se’ a mo’ di scalpo un po’ della livrea (sverniciata) della Mercedes. C’è brama e smania di prendersi una rivincita quantomeno prestazionale, di spaventare ancora e ancora gli anglo-tedeschi, di tornare ad essere quelli di Singapore, della Malesia, versatili e indomabili. E’ uno sport di velocità, e finire il mondiale con la vettura più veloce in pista sarebbe il viatico perfetto per rovinare le vacanze natalizie ai campioni in carica della Mercedes.
RAIKKONEN. Il dado è tratto. La Ferrari ha scelto la stabilità interna, confermando anche l’anno prossimo il suo leale campione del mondo sul viale del tramonto. Kimi dal canto suo ha risposto in modo ondivago, alternando gare da fuoriclasse ad altre in sordina. La leggera flessione delle ultime uscite (Italia e Giappone, in mezzo due botti) ha fatto tornare d’attualità annose e stucchevoli polemiche. Il finlandese ha quattro gare per far sentire il suo peso, per lanciare un segnale, e per fare in modo che la sua stagione non venga bollata come anonima.
Antonino Rendina
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