F1 | Williams, Russell: “Mi farebbe piacere poter dimostrare quanto valgo, ma serve l’auto”
Il pilota inglese si sente frustrato a causa della scarsa competitività della sua monoposto
In due stagioni zero punti. E per quanto George Russell, campione della F2 nel 2018 e appena ventiduenne, sia considerato un talento tra i più cristallini del Circus, il dato inizia a infastidire l’inglese che vede piloti con i quali è cresciuto raccogliere molte più soddisfazioni.
Il pilota di scuola Mercedes – a tutti gli effetti ancora in orbita della Stella a tre punte – ha ormai metabolizzato il discorso della relatività delle prestazioni F1, da valutare sempre e comunque in relazione alle potenzialità del mezzo a disposizione. Eppure non gli dispiacerebbe potersi confrontare con quei coetanei che nelle categorie propedeutiche ha sovente battuto.
“Come pilota vorresti sempre dimostrare tutto il tuo potenziale nelle migliori condizioni possibili – ha affermato Russell nel giovedì del Bahrain – Ma sappiamo come funziona la F1, dove ci sono squadre diversissime tra loro per potenziale, macchine più veloci e macchine lente. E’ come un ciclista al Tour de France che corre contro gente con la bici elettrica, può essere il migliore ma non vincerà. E’ un po’ frustrante ma è una situazione che va accettata, anche perché nel 2021 temo cambierà ben poco”.
La speranza, e si torna sempre lì, sono i regolamenti in vigore dal 2022: “Speriamo che le nuove norme possano avvicinare tutti quanti e permettere al pilota di fare la differenza al volante – ha continuato l’inglese che poi ha chiosato parlando della gara in Turchia – Istanbul non è stata un’occasione persa, le condizioni erano proibitive, è stata una lotteria per tutti, è stato un fine settimana anomalo. Spesso speriamo in situazioni critiche che possano mischiare le carte, ma quanto visto in Turchia è stata una cosa totalmente fuori dal nostro controllo, potevamo fare poco”.
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