F1 | Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima: Mercedes sarà ancora padrona?
Non è da escludere un inizio di 2017 in discesa per la Mercedes, con un Lewis Hamilton pronto a fare la voce grossa
Quanto prova vanamente a scaldarsi il freddo inverno di una Formula 1 gattopardiana, che rivoluziona e cambia forma per restare immutata e immobile nella sua sostanza. E’ un circo che è giostra, montagne russe di annunci, giochetti social, scherzetti divertiti tra squadre amiche – vedasi il puzzle della Mercedes per creare un po’ di interesse verso l’annunciatissimo ingaggio di Valtteri Bottas – ma è anche un susseguirsi di velati veleni, colpi bassi sotto forma di posta raccomandata A/R, per un regolamento tecnico tutto nuovo che va sapientemente letto ed interpreato.
C’è chi come la Red Bull, ad esempio, che per spingersi troppo oltre è finita nel “labirinto” del Gioco Dell’Oca, dovendo tornare qualche casella indietro per poi ripartire, rivedendo alcuni piani – o meglio rimuginando su alcune soluzioni in zona sospensioni fin troppo azzardate – e vedendo smorzata sul più bello la sua scalata al vertice, pronosticata urbi et orbi. C’è chi sogna e spera di ribaltare tutto, partendo quasi da zero, come la nobile e speranzosa McLaren-Honda. C’è poi la Ferrari che si informa, interviene, dialoga. Guardinga e prudente, conservativa nelle idee, ma certosina nel lavoro, con la paura di sbagliare che poi è paura di rischiare, e allora aspettiamoci una “668” che non sarà un fulmine di guerra, ma quantomeno una buona base su cui lavoare, un’auto docile, meno drastica dell’intrattabile e indecifrabile SF16-H.
La rivoluzione aerodinamica ci consegnerà (finalmente) monoposto più belle, aggressive, con bei gommoni panciuti in stile anni settanta e ottanta, ma anche il fondato timore di gare con meno sorpassi, perché andatelo a trovare voi uno spazio tra percorrenze stellari in curva e frenate ancora più esasperate. Viva l’aderenza, viva la prestazione si dirà, ma la noia è in agguato, e potrebbe essere ancora una volta di color argento.
Con una Ferrari che è pura incognita e in perenne ristrutturazione interna, snobbata dai pronostici e con poche aspettative (ma noi simpatizziamo sempre per gli underdog), il ruolo di grande sfidante della Mercedes tocca alla temibile Red Bull del diabolico Adrian Newey. Chi meglio di lui può sguazzare e gongolare con un aumento dei carico aerodinamico del 30%? Eppure tra i chiarimenti e i divieti della Federazione sulle sospensioni idrauliche e un motore Renault dall’architettura completamente rivista, la stessa Red Bull avrà bisogno di tempo per carburare, come ammesso dallo stesso Mateschitz che ha parlato di “metà stagione per avere una vettura in grado di impensierire la Mercedes”.
Già, la Mercedes orfana di Nico Rosberg e Paddy Lowe. Ma anche perdendo in un sol botto campione del mondo e direttore tecnico (con Allison pronto a subentrare) Brackley resta un passo avanti. Con una equipe di tecnici da far invidia alla NASA e le sue due belle factory, la squadra anglo-tedesca è una potenza che non sembra scricchiolare sotto il fuoco (per ora fatuo) nemico. E con un Bottas che dovrà comunque metabolizzare il passaggio in un universo di pressione qual è la Mercedes, Lewis Hamilton sembra poter tornare a recitare la parte del cannibale. E’ ancora presto, ma mettendo insieme qualche indizio non dovremo stupirci più di tanto se i sogni di gloria di Ricciardo e Verstappen rimarranno tali per un po’, e se la Mercedes inizierà il 2017 come le ultime tre stagioni dell’era ibrida: vincendo a mani bassi. Con un Lewis in discesa libera verso nuovi trionfi. Il rischio è di rimanere ammaliati da questa nuova Formula 1, per poi accorgersi che forse è la stessa di sempre. Molto argentata, se non grigia. Questione di sfumature.
Antonino Rendina
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