F1 | Montezemolo sull’attuale Ferrari: “Mi dispiace, non credo sia una crisi di breve termine”

"La squadra va ricostruita andando a trovare i migliori tecnici sul mercato", il pensiero dell'ex presidente del Cavallino

F1 | Montezemolo sull’attuale Ferrari: “Mi dispiace, non credo sia una crisi di breve termine”

La bacheca della Ferrari è oramai vuota da oltre un quindicennio. Gli ultimi titoli vinti dalla casa di Maranello risalgono al Mondiale piloti del 2007, con Kimi Raikkonen, e quello Costruttori nel 2008. Presidente del Cavallino in quei anni era Luca Cordero di Montezemolo che ha discusso dell’attuale crisi in cui versa la squadra più vincente e iconica della Formula 1. Montezemolo infatti ha sottolineato come sia importante ricostruire la Scuderia puntando su innesti di valore come avvenuto durante la sua presidenza a metà degli anni ’90. Quando vennero create le fondamenta per iniziare quell’indimenticabile ciclo storico di vittorie e di titoli con Michael Schumacher.

“Ferrari insieme alla mia famiglia è stata la cosa più importante della mia vita – ha dichiarato Montezemolo, intervistato su La7 nel programma Piazzapulita – Io sono stato in Ferrari in venticinque anni, in due momenti diversi. Negli anni ’70 facevo l’assistente di Enzo Ferrari, facevo il diretto sportivo, abbiamo vinto il titolo con Niki Lauda, e poi negli anni ’90. È un discorso lungo, un po’ doloroso per me perché mi dispiace vedere la Ferrari così e non penso che sia una crisi di breve termine perché si tratta di ricostruire. E quando si tratta di ricostruire, si tratta anche di trovare sul mercato i migliori tecnici”.

Montezemolo, continuando con la propria disamina, ha poi aggiunto: “Quando misi insieme la squadra, chiamata dream team, a parte il sottoscritto presi Todt, Domenicali, Ross Brawn, Rory Byrne. Poi arrivò Schumacher, ma arrivò due anni dopo. Quando sapevamo che il pilota avrebbe fatto la differenza. Anche all’epoca arrivavamo da un periodo di crisi, ma abbiamo costruito una squadra. Mi auguro che questo, seppure con grande ritardo, avvenga anche oggi andando a recuperare sul mercato alcuni tecnici fondamentali di qualunque nazionalità. Perché per vincere ci vuole competenza e bisogna portare cultura in azienda dove in certi settori è meno forte. Mi dispiace molto perché quest’anno mi sarei aspettato, al di là, dei discorsi trionfalistici che si fanno sempre, sbagliando alle presentazioni, mi sarei aspettato una vettura più competitiva. Un’evoluzione di quella dello scorso anno che nella prima parte della stagione era molto buona”.

Parlando sia del passato, e i quei piloti che hanno caratterizzato le sue vittorie in Ferrari come Lauda e Schumacher, che del presente (Leclerc) l’ex numero uno del Cavallino ha detto: Lauda è stato uno degli amici più importanti della mia vita. Abbiamo iniziato a lavorare insieme, giovane direttore sportivo io mentre lui era un giovanissimo pilota, trascorso tanti anni uno al fianco dell’altro. Anche quando era in Mercedes eravamo rimasti grandi amici nonostante fossimo avversari. Schumacher è stato il pilota che ha vinto di più alla Ferrari, avevamo in comune una cosa: quando si vinceva lo si faceva tutti insieme, così come quando si perdeva. Spesso invece ci sono dei piloti che quando vincono è merito loro, quando perdono è colpa della squadra o della macchina. Leclerc è molto bravo, è un pilota velocissimo soprattutto sul giro secco. Sta vivendo un momento molto delicato della carriera. Perché pur essendo molto giovane passando gli anni e deve provare a vincere ed ha bisogno di una macchina competitiva”.

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