F1 | Mario Isola esclusivo: “Vogliamo continuare anche oltre il 2024!”
"Crediamo di aver fatto un buon lavoro e siamo felici di rimanere ancora in Formula 1", ha detto il capo di Pirelli
Terza e ultima parte della bella chiacchierata con Mario Isola, direttore motorsport della Pirelli. Sulle pagine di Motorionline trovate già i primi due estratti dell’intervista, si parla della sfida affrontata e superata nel 2022 con le gomme da 18 pollici, di innovazione tecnologica e anche di sostenibilità. Qui facciamo un po’ di Amarcord con il manager milanese, dall’ingresso della casa italiana in Formula 1 nel 2011, prendendo l’eredità della Bridgestone (che dopo il ritiro di Michelin nel 2007, aveva assunto il ruolo di fornitore unico fino al tender che ha visto l’ingresso di Pirelli, ndr). Nelle prime stagioni Pirelli ha dovuto rispondere a tantissime richieste da parte di team, piloti e tutto il Circus in generale. Torneremo anche a Silverstone 2013, laddove è stata affrontata forse la sfida più difficile dal ritorno nella categoria principale del motorsport, ma parleremo anche di progetti e dell’intenzione di continuare anche oltre la scadenza del 2024.
Siete in Formula 1 dal 2011, vi hanno fatto molte richieste specialmente nei primi anni e avete affrontato tante sfide e cambi regolamentari, quali sono stati i momenti più affascinanti? E quelli più difficili? Mi viene in mente quanto accaduto a Silverstone nel 2013.
“Quando una gomma si rompe è sempre un momento complicato, innanzitutto perché devi capire cosa sia accaduto, e devi farlo anche in fretta, anche perché con un calendario così pieno di gare, già la settimana dopo o al massimo due sei di nuovo in pista, quindi se c’è un problema lo devi identificare e correggere molto velocemente. Quando lavori in un campionato di questo livello, così avanzato tecnologicamente, come può rompersi una sospensione, un motore o un freno, purtroppo a volte può succedere con una gomma, anche se non dovrebbe. Sta a noi reagire velocemente in modo che questo non accada. A Silverstone nel 2013, pressati anche un po’ dalla Formula 1, che voleva uno pneumatico un po’ più prestazionale, abbiamo introdotto una specifica un po’ più estrema che poi ha avuto i problemi che conosciamo e prima, analizzando, siamo riusciti a capire cosa fosse successo, e poi siamo tornati ad un prodotto meno estremo. Ci sono stati diversi momenti difficili, abbiamo sfide ogni giorno: dalla gestione dei team e dei piloti al fatto di dare loro un prodotto che accontenti tutti, ed è la cosa più difficile della terra”.
“Citavi i primi anni, quando tutti ci tiravano la giacchetta da una parte e dall’altra, ecco, questo è uno dei motivi per i quali è nata la target letter, ed è stata introdotta perché ad un certo punto nel 2015 noi abbiamo detto: “Ok, fermi tutti. Uno vuole più degrado, l’altro meno degrado, quello vuole tre pit stop, l’altro ne vuole due, la gomma non va bene così, eccetera”. A quel punto abbiamo preso un pezzo di carta chiedendo a tutti come volessero queste gomme, e noi ci impegneremo al massimo per raggiungere l’obiettivo, ma deve essere tutto condiviso, perché noi facciamo un solo prodotto che deve andare bene per tutti, non possiamo fare un livello di degrado o prestazione per l’uno o per l’altro a seconda delle esigenze. Ecco perché è nata la target letter, ed è stato uno step importante, perché a quel punto ci siamo trovati con delle richieste che magari non tutti hanno digerito al 100%, però era tutto scritto, e nel 2022 abbiamo raggiunto tutti i target presenti, e i piloti erano contenti, li ho incontrati in Messico nel briefing, e mi piace anche quando danno dei suggerimenti, perché hai la possibilità di migliorare ulteriormente il prodotto. Abbiamo parlato di parecchie cose, delle wet, delle termocoperte, perché ad Austin c’era in programma di fare tre ore a 50°C, non si erano trovati e quindi abbiamo provato a fare due ore a 70°C, un calcolo dell’energia consumata e si è visto come le cose andassero meglio, quindi tutti insieme siamo arrivati a una soluzione che accontenta loro e raggiunge il livello di minor consumo dell’energia utilizzato durante il weekend. Questi obiettivi li raggiungi parlando e confrontandoti, senza aver paura della critica, quella c’è, è parte del nostro lavoro”.
Al termine del 2024 scade il contratto con la Formula 1, state già pensando al rinnovo? Anche perché arriva la regola dell’abolizione delle termocoperte, quindi un’ulteriore sfida da affrontare.
“Il contratto scade alla fine del 2024, quindi avremo almeno una stagione senza le termocoperte, ci stiamo già lavorando. La procedura per il rinnovo è quella classica, ossia una gara d’appalto da parte della FIA alla quale gli interessati mandano la disponibilità. Noi abbiamo già detto che ci interessa continuare, ci sembra di aver fatto un buon lavoro e siamo felici di rimanere per un periodo che poi sarà deciso successivamente, solitamente sono tre anni, quindi penso sarà questa la durata. Faremo la nostra proposta, vogliamo continuare!”.
In un mondo ipotetico, se dovesse arrivare un altro fornitore e quindi perdere “l’esclusiva”, lo accettereste? E come cambierebbe il vostro modo di lavorare?
“Anni fa si era parlato di un interesse di qualche altro produttore. Non credo che la questione cambierà, anche per un motivo di costi, perché con il nuovo regolamento finanziario e l’introduzione del budget cap, riaprire alla competizione tra fornitori di pneumatici vuol dire aumentare a dismisura i costi. All’epoca c’erano le squadre che avevano un test team dedicato allo sviluppo gomme, quindi si potrebbe riaprire forse con dei vincoli, ma è sempre molto difficile, quindi non credo si vada in quella direzione. Posso portare ad esempio quanto succedeva nelle categorie GT in cui ho iniziato e la gomma era libera. Ricordo che il primo anno del progetto Maserati MC12 abbiamo fatto cento giornate di test prima del debutto e altre cinquanta durante l’anno, per essere competitivi. All’epoca correvamo sia nel FIA GT che nell’American Le Mans Series. Oltre a tutte le giornate di test, quindi, scendevamo in pista per venti gare. Questi numeri danno l’idea dell’impatto che potrebbe avere l’apertura a più fornitori di pneumatici.. Guardando un po’ la direzione che sta prendendo il mondo la vedo difficile, dovesse accadere, valuteremo le condizioni, le regole del gioco e poi prendere una decisione. Però non è sicuramente un “no” a priori”.
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