F1 | La McLaren ha capito, la Ferrari non ancora

Norris velocissimo e costante in Brasile, la McLaren sembra aver compreso meglio di altri la F1 ad effetto suolo

F1 | La McLaren ha capito, la Ferrari non ancora

Dobbiamo ancora capire, sempre, all’infinito, senza trovare mai il bandolo della matassa. La Ferrari in Brasile è la solita squadra degli ultimi tempi, una grande incompiuta che annaspa con le gomme, lontana dal vertice, veloce in qualifica e insufficiente sul passo. Per non parlare poi del guasto occorso a Charles Leclerc nel giro di formazione, ennesimo grottesco inconveniente in cui inciampa un team non nuovo a questo genere di figuracce. Solo poche settimane fa, in Qatar, Sainz non prendeva parte al GP per un problema di perdita di carburante.

La Rossa, orfana di Leclerc, ha lottato in zona punti con Carlos Sainz, sesto al traguardo, dando l’impressione di essere una scuderia senza presente ma anche senza futuro; non si vedono infatti quei decisi e agognati passi in avanti nella gestione delle gomme e nel ritmo sulla distanza che potrebbero far ben sperare per l’anno venturo.

Fa impallidire, a dirla tutta, il confronto con la McLaren. La scuderia di oltremanica, brillantemente diretta da Andrea Stella, sta dimostrando di aver compreso molto meglio di altri (della Ferrari, ma anche della Mercedes) la “Formula ad effetto suolo”, se vogliamo una notizia nella F1 a totale appannaggio della Red Bull.

Adrian Newey è il dominus di questo regolamento tecnico, ma i progressi della McLaren nei circuiti dove l’aerodinamica la fa da padrona, la velocità tenuta da Lando Norris tra i saliscendi di San Paolo, la facilità con cui ha retto il passo monstre di Verstappen senza accusare distacchi abissali, sono indizi da non sottovalutare.

La McLaren non ha solo compiuto un salto prestazionale eccezionale, ma si è anche avvicinata alla Red Bull. Le cavalcate di Super Max, se rapportate alle gare di Norris e Piastri in Qatar, di Norris in Brasile, appaiono un po’ meno solitarie. E questo può essere un buon viatico per vedere gare più combattute nel 2024.

In confronto alla freschezza tecnica dimostrata in questi mesi dalla McLaren, la Ferrari appare una scuderia incapace di essere innovativa, di trovare lo spunto tecnico utile per ribaltare quello che è uno stato dell’arte francamente modesto, andando avanti per inerzia e con compromessi di assetto.

Mentre aspettiamo la resurrezione tecnica del Cavallino, o il ritorno prepotente di un’altra grande delusa come la Mercedes,  a sbocciare nel 2024 potrebbe essere proprio l’arancione di Inghilterra; la MCL60 non è solo un’auto velocissima, ma è una vettura che brilla in quei concetti aerodinamici fondamentali per fare la differenza in questa Formula 1. Bravi loro, ad arrivarci prima di altri.

Antonino Rendina

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