F1 | GP di Abu Dhabi: l’analisi delle qualifiche

Verstappen conquista la pole davanti a Hamilton, terzo un ottimo Norris

F1 | GP di Abu Dhabi: l’analisi delle qualifiche

Dopo una stagione lunga quasi nove mesi, il campionato 2021 è finalmente giunto al suo capitolo conclusivo ad Abu Dhabi, dove si decideranno i destini dei due titoli mondiali. Un’ultima qualifica che, anche in questo caso, ha regalato emozioni e sorprese, con Max Verstappen capace di porre il primo tassello conquistando la tredicesima pole position della sua carriera, probabilmente una delle più importanti. Una prima posizione cercata e meritata, trovata grazie ad un giro che gli ha permesso di rifilare quasi quattro decimi al suo rivale più diretto per l’alloro iridato, quel Lewis Hamilton che domani lo affiancherà in prima fila.

“Ovviamente è una sensazione incredibile. Fino ad ora il nostro weekend aveva visto alti e bassi dal punto di vista del bilanciamento, ma penso che per la qualifica abbiamo fatto le scelte giuste e quando siamo scesi in pista mi sentivo più a mio agio. Tuttavia, Q1 non perfetto, avevo ancora bisogno di mettere a punto un paio di cose. Dal Q2 in poi è stato un po’ meglio. Poi in Q3 la vettura è andata bene negli ultimi due tentativi. Ma sono incredibilmente felice. Questo è naturalmente quello che volevamo. Non è mai facile, soprattutto con la forma mostrata dalla Mercedes nelle ultime gare”, ha dichiarato il pilota della Red Bull nelle interviste. Una pole che pone le proprie basi su quanto fatto in particolare nel terzo settore, quello più lento e guidato, dove sin dal venerdì l’olandese aveva dimostrato di poter fare la differenza. Un elemento poi confermato anche al sabato, quando in qualifica Max era stato in grado di completare quel tratto di pista con un tempo di quasi due decimi inferiore rispetto a qualunque altro pilota, nonostante un cambio di configurazione aerodinamica che lo aveva visto passare ad una soluzione con un minor carico aerodinamico per favorire anche le velocità di punta in rettilineo. Un cambio in corsa che, però, porta con sé anche altre considerazioni, soprattutto in merito al programma svolto al venerdì, quando era stato Perez a provare la soluzione più scarica, mentre Max era rimasto su una configurazione più tradizionale. Sin dalle prime prove libere, tuttavia, diversi piloti avevano accusato un fastidioso sottosterzo, dovendo spesso tornare ai box per cercare di incrementare il carico all’anteriore. Problemi che aveva riscontrato anche lo stesso Verstappen e, complici le difficoltà di bilanciamento che Red Bull aveva incontrato nel corso della stagione con un posteriore eccessivamente carico, non deve sorprendere che la squadra di Milton Keynes avesse effettuato delle prove comparative adottando anche una soluzione più scarica che gli concedesse maggior spazio di manovra. Una scelta che riprende un trend che si era visto già in altre occasioni quest’anno, con una Mercedes che, al contrario, punterà sulla gestione gomme in gara per tentare di ribaltare la situazione. Se Hamilton potrà prendere il via sulla media, Verstappen sarà infatti costretto a farlo sulla soft, unica alternativa disponibile dopo aver spiattellato in Q2 il solo set di pneumatici a banda gialla a disposizione. “Naturalmente non era il nostro piano [quello di partire sulle soft] perché volevamo farlo sulla media, ma sono arrivato al bloccaggio su quel set. Ma sulla soft mi sentivo a mio agio anche nei long run di ieri. Quindi non è stata una decisione difficile da prendere”, ha poi aggiunto il numero 33. Un piccolo rimpianto per il pilota di Hasselt, soprattutto pensando che il bloccaggio era giunto nel secondo tentativo con quella gomma, voluto per compensare una possibile evoluzione della pista, ma che comunque non compromette del tutto le sue chance in vista della gara: sin dal venerdì, la mescola più soffice ha fornito buoni riscontri, sia come durata sul giro singolo, che in termini di costanza dei tempi sulla lunga distanza (come con Esteban Ocon e Yuki Tsunoda), tanto da renderla una scelta valida anche per altre squadre all’interno della midfield, anche se la media garantirà maggior flessibilità dal punto di vista strategico. Fondamentale sarà anche il ruolo di Sergio Perez, il quale potrebbe essere mantenuto nella pit window di Hamilton per cercare di ostacolarne la scelta del momento della sosta.

Con ancora un’intera gara davanti, la track position potrebbe rivelarsi un aspetto decisivo, motivo per il quale Verstappen potrebbe anche considerarsi il favorito, ma indubbiamente sottovalutare la Mercedes è un errore che non va commesso. Hamilton tenterà di sfruttare la maggior durata della media per ribaltare una qualifica che non ha regalato grandi soddisfazioni, in particolare per un gap che probabilmente neanche il team tedesco si aspettava, in particolare dopo le prove libere: “La macchina era buona. Max ha fatto un ottimo lavoro nell’ultimo giro. In generale, durante le prove, la vettura sembrava solida. Ma  durante le qualifiche sembrava che fosse diventato un po’ più difficile cercare di guadagnare velocità e negli ultimi due tentativi non era facile trovare il tempo. Non so se è la temperatura della pista o cosa, ma l’ultimo giro era ok. Sicuramente non possiamo lamentarci ma, naturalmente, avremmo voluto essere un po’ più veloci oggi”, ha dichiarato l’inglese al termine delle qualifiche. Una Mercedes che con Hamilton ha patito non solo sotto l’aspetto delle velocità di punta, ma anche qualche difficoltà nelle fasi di trazione, in particolare da curva cinque, dove in diverse occasioni la W12 aveva faticato nella gestione del posteriore e della successiva fase di messa a terra della potenza. Un tema, quello della rapidità sui rettilinei, che ha generato qualche clamore, dato che ci si aspettava una Mercedes in grado di poter vincere il confronto diretto con Honda, ma analizzando il comportamento di altre vetture equipaggiate con l’unità della Stella, emerge come anche quelle stesse squadre non abbiano registrato velocità di punta particolarmente elevate, nemmeno la McLaren, che nel corso della stagione aveva fatto di questo aspetto uno dei suoi punti di forza. Un duello che ha dato ragione alla Red Bull, complice anche la sua scelta di puntare su un assetto più scarico, e alla casa nipponica, desiderosa di mettere a disposizione dell’olandese ogni millesimo disponibile e cosciente di essersi presentata all’appuntamento finale con ancora due unità termine in grado di poter dare qualcosa sotto l’aspetto della potenza. Un punto debole che ha dato a Verstappen circa due decimi di vantaggio, seppur vi sia da sottolineare come questo valore sia stato leggermente influenzato dall’aiuto fornito da Perez nella parte conclusiva dell’allungo prima di curva nove. Ma a decretare la sconfitta del sette volte campione del mondo del giro secco è stata soprattutto l’impossibilità di tenere il passo nelle curve, in particolare quelle del terzo settore, dove sin dalle prime prove libere la Red Bull aveva dimostrato di avere qualcosa in più nel portare maggior velocità, mantenendola poi in percorrenza e in uscita. Un discorso che si andava a sommare ai miglioramenti della RB16B negli altri due intertempi, quelli che al venerdì sembravano essere ad appannaggio della Mercedes, specie per l’interpretazione di curva nove, dove Hamilton riusciva a mantenere una linea più stretta e più remunerativa in termini di spazio percorso contando comunque su buone velocità. Un vantaggio che al sabato si era poi ridotto sensibilmente, soprattutto in percorrenza più che in staccata, tanto da togliere al britannico quelle poche frecce al proprio arco per riuscire a battere un Verstappen che, sul time attack, sembrava imbattibile. Gli unici punti in cui l’alfiere della squadra anglo-tedesca era stato in grado di fare davvero la differenza erano la chicane 6-7, dove però l’olandese aveva commesso un errore a cui avrebbe posto rimedio nel tentativo successivo, e curva dodici, complice una differenza di interpretazione: Hamilton aveva pianificato di spingere per portare quanta più velocità all’apice con una traiettoria leggermente più larga in uscita, sperando che il buon anteriore della sua vettura lo aiutasse nel cambio di direzione, mentre il pilota di Hasselt aveva optato per un approccio sostanzialmente opposto, anticipando il punto di frenata per garantirsi una miglior traiettoria per l’impostazione del tratto successivo. Al netto di una qualifica avara di grandi soddisfazioni, la Mercedes non va sottovalutata, non solo perché la differenza strategica potrebbe portare con sé qualche sorpresa, ma anche perché nel corso di questo campionato si è potuto apprezzare in più occasioni come le performance sul giro secco si siano poi livellate in gara, se non addirittura ribaltate. Molto probabilmente, Hamilton cercherà di portare il duello sulla lunga distanza, sapendo di prendere il via su un compound meno efficace in partenza, nella speranza di poter sfruttare qualche occasione per girare il destino della corsa a proprio favore.

Dietro ai due pretendenti al titolo prenderà il via un ottimo Lando Norris, tornato a brillare sotto i riflettori di Yas Marina con un giro estremamente rapido e pulito, che gli ha permesso non solo di mettersi alle spalle i suoi rivali più diretti nella conquista del quinto posto nella classifica piloti, ma anche l’altra Red Bull di Sergio Perez. Nella giornata di ieri, nonostante ci fosse ancora qualcosa da perfezionare, la McLaren sembrava non aver mostrato ancora del tutto il proprio potenziale, seguendo un programma differente da quello dei propri concorrenti, specie con Daniel Ricciardo, che ad inizio della FP2 aveva completato ben quattro time attack sullo stesso set di soft, a dimostrazione che la mescola più tenera potesse dare qualcosa anche sulla lunga distanza. Anche se i tempi non sembravano dargli il giusto credito, soprattutto a causa dell’evoluzione della pista, il comportamento della vettura aveva suggerito indicazioni positive. Tuttavia, difficilmente alla vigilia Norris si sarebbe aspettato di poter lottare per la seconda fila.

Una MCL35M che nel confronto con la Ferrari si è ben comporta specie nel primo settore, nella percorrenza di curva uno e in curva tre che, anche se percorsa totalmente in pieno, nel corso del fine settimana si è resa teatro di alcuni visibili differenze in termini di passo, con la squadra di Woking capace di trarne il massimo nel momento in cui entrano in gioco le forze laterali più alte, mantenendo buone velocità senza finire in sottosterzo o uscire dalla traiettoria ideale. McLaren che, però, non ha nemmeno sfigurato nel terzo settore, quello che, per le sue caratteristiche, più di qualunque altro intertempo avrebbe potuto mettere in crisi la vettura del team di Woking, contenendo sufficientemente il gap, specie nel passaggio tra la tredici e la quattordici, per mettersi alle spalle i rivali. Nel confronto con il messicano della Red Bull sono stati proprio dettagli come questi a consentire al britannico di conquistare un’insperata quanto bella terza posizione, nonostante una velocità sugli allunghi sensibilmente inferiore: “Sono molto felice. Non mi aspettavo di essere in terza posizione oggi, ma il feeling con la macchina era positivo e ho anche ho fatto un giro molto buono quando ne avevo bisogno nel mio secondo giro in Q3. Tutto è venuto insieme e mi sono dato la migliore posizione per domani per conquistare buoni punti. Penso che fossimo fiduciosi per tutto il fine settimana che avremmo potuto arrivare alle qualifiche e fare una buona performance, ma probabilmente non per essere così in alto sulla griglia. Quindi, sono felice e non vedo l’ora che inizi la gara, che sarà dura, ma daremo il nostro meglio”, ha dichiarato Norris al termine delle qualifiche.

Al suo fianco in griglia di partenza ci sarà Sergio Perez, con un sorriso a metà, perché se da una parte il quarto posto non è quanto auspicato dal pilota di Guadalajara, la posizione di partenza, in particolare nel confronto con Valtteri Bottas, potrebbe aprire scenari estremamente interessanti nella lotta al titolo. Nel corso del primo tentativo della Q3, il piano della Red Bull era chiaro: aprire la tornata, dare la scia a Verstappen, abortire il giro e lanciarsi nuovamente, sperando che Max avrebbe ricambiato il favore fornendogli la scia nel suo passaggio di rientro ai box. Una tattica che, però, non aveva messo Perez nelle migliori condizioni, in quanto quel continuo alternare le fasi di spinta e di rallentamento era andato ad influire sulla fase di warm-up dello pneumatico. A ciò il messicano avrebbe potuto porre rimedio nel secondo tentativo, quando non avrebbe più dovuto sacrificarsi per il compagno di squadra, potendo così concentrarsi solamente sui propri sforzi, nella speranza di riuscire a mettere in cassaforte quel terzo posto che avrebbe significato molto per il team. Una seconda fila che alla fine era arrivata, seppur non sulla casella in cui sperava Perez, complice un crono nel terzo settore abbastanza elevato, quasi di un decimo e mezzo più lento di quanto aveva registrato nel run precedente, soprattutto per un errore all’ultima curva, dove era finito in sottosterzo dovendo così compromettere la velocità di percorrenza e quella d’uscita, di quasi 5-6 km/h inferiore: “Schierarsi al quarto posto in griglia non è l’ideale per me, ma non era l’aspetto principale oggi. Ho perso la terza posizione all’ultima curva, ma non è un disastro, ci sono ancora molte cose che posso fare domani. Il mio obiettivo sarà quello di fare la differenza, cercando di passare Lando all’inizio in modo da poter sostenere Max sin dalle prime fasi. C’è ancora molto che possiamo fare partendo con la gomma morbida”, ha poi spiegato Perez, a cui nel confronto con il compagno di casacca è mancata proprio quella rapidità nella parte conclusiva del tracciato, specie tra la tredici e la quattordici, dove Verstappen è stato il più rapido in assoluto.

Una qualifica tiratissima, a cui non è mancato l’apporto di Carlos Sainz, quinto ma solamente a sessantun millesimi da quella che avrebbe potuto essere un’ottima terza posizione. Lo spagnolo non aveva iniziato il weekend nel migliore dei modi, lottando per tutto il venerdì con un bilanciamento che non lo aveva soddisfatto, specie per l’instabilità della vettura in frenata, dove tendeva a muoversi troppo, influenzando quello che da sempre è uno dei suoi elementi più caratteristici. Le modifiche al set-up apportate in nottata avevano dato i benefici previsti, permettendo a Carlos di trovarsi maggiormente a suo agio soprattutto sul giro secco. Su una pista dove la gestione del retrotreno sarebbe stato uno dei temi chiave delle qualifiche, lo spagnolo aveva giocato d’astuzia, cercando un approccio meno aggressivo nelle fasi di trazione e, soprattutto, in appoggio in curva nove, per mantenere la gomma “viva” nell’ultimo intertempo, quello che avrebbe messo le gomme posteriori davvero sotto sforzo. Una decisione che in parte aveva pagato, tanto da dargli il quarto tempo più rapido in assoluto in quel tratto di pista, seppur non fosse stato abbastanza per colmare il gap accumulato da Norris negli altri due settori, in particolare quello di apertura, dove la SF21 aveva subito le ottime velocità di percorrenza della MCL35M in curva tre: “Siamo molto soddisfatti della prestazione odierna visto che ieri era stato uno dei venerdì più difficili da parecchie gare a questa parte e oggi siamo stati in grado di recuperare bene. Abbiamo lavorato sodo per tornare ad avere una vettura competitiva e per questo ringrazio tutta la squadra. Questa sessione ha confermato i progressi che ho fatto in qualifica dall’inizio dell’anno e si tratta di un’ulteriore aspetto positivo di questo sabato.

Il terzo settore era fondamentale: per avere un buon giro, era necessario non spingere troppo con le gomme nei primi due settori e dare tutto nell’ultimo. Guardando la classifica sarebbe anche potuta andare meglio visto che Lando è solo pochi centesimi davanti a me. Domani non sarà facile superare ma faremo di tutto per dargli del filo da torcere e guadagnare posizioni. Voglio concludere la mia prima stagione con la Scuderia Ferrari in crescendo. Andiamo in gara!”, ha dichiarato Sainz nelle interviste. Se da un lato del box l’umore è comunque positivo, dall’altro rimane un po’ l’amaro in bocca per una qualifica che avrebbe potuto dare qualcosa in più. Charles Leclerc, settimo domani sullo schieramento, ha pagato un approccio fin troppo aggressivo nel secondo settore durante il suo ultimo tentativo, bruciando le gomme ancor prima di arrivare a quello che sarebbe stato l’intertempo più delicato dell’intero tracciato. Non a caso, prima di dover gestire un posteriore in crisi nelle curve più lente della pista, in particolare alla tredici e alla quattordici dove era stato suo malgrado protagonista di un grosso sovrasterzo, il monegasco si era presentato alla staccata della dodici con miglioramento di quasi quattro decimi rispetto a quanto fatto in precedenza. Un delta figlio soprattutto di quanto fatto proprio nel secondo intertempo, dove in quell’ultimo tentativo aveva tolto oltre due decimi: un’interpretazione che, per quanto gli aveva comunque permesso di abbassare complessivamente il proprio crono finale, aveva pagato solamente in parte, in quanto il tempo perso nella fase conclusiva del giro a causa del surriscaldamento del posteriore era superiore a quanto guadagnato in precedenza: “C’era il potenziale per fare meglio oggi. In Q3 nel primo e nel secondo settore mi stava riuscendo un giro molto buono ma probabilmente ho spinto un po’ troppo. Di conseguenza quando sono arrivato nell’ultima parte non avevo più grip: è un peccato ma è andata così. Rimontare domani non sarà facile, ma ce la metterò tutta. Abbiamo un passo gara piuttosto forte e quindi spero in una bella gara nell’ultimo appuntamento di questa stagione”, sono state le parole di Leclerc.

Tra le due SF21 si è inserito Valtteri Bottas, alle prese con un sabato al di sotto delle aspettative, in parte per il set-up, in parte per un cambio di Power Unit dell’ultimo secondo che non gli ha permesso di esprimersi ai livelli che avrebbe voluto. Un ritorno ad un’unità più vecchia che secondo il finlandese è valso almeno due decimi di prestazione, seppur le velocità di punta non mostrino differenze significative rispetto al compagno di squadra, con un delta da ricercare probabilmente più in progressione: “In Q2, penso di aver fatto il mio miglior tempo sul giro e non ho mai potuto migliorarlo. Più ci provavo, più mi sembrava che il set-up non ne avesse più. Sono andato per un assetto abbastanza morbido meccanicamente e sento che è davvero buono per la gara, e speravo che potesse andare bene anche per la qualifica. Ma il grip è migliorato molto. Abbiamo anche dovuto cambiare con una PU più vecchia per oggi, con uno svantaggio di almeno due decimi rispetti a quella di ieri”, ha aggiunto Bottas. Un set-up molto morbido che sul giro secco non ha pagato, specialmente in quelle curve veloci dove al contrario serve una vettura salda e stabile. Per questo Valtteri ha pagato in tratti estremamente rapidi come curva tre, ma anche in curva nove, dove non è riuscito ad essere altrettanto incisivo in frenata e nella prima fase della percorrenza, lasciando preziosi decimi che il terzo settore da solo, per quanto competitivo, non sarebbe riuscito a compensare. Partire dalla terza fila non sarà semplice per il pilota di Nastola, che ora sarà costretto ad una gara in rimonta per tentare di aiutare il proprio compagno di squadra nella corsa al titolo, consci che l’ampio vantaggio di quasi trenta punti a disposizione della Mercedes in classifica costruttori potrebbe permettere di sacrificare il finlandese in caso di bisogno. A chiudere la quarta fila ci sarà un ottimo Yuki Tsunoda, che conferma e prosegue nei buoni progressi mostrati nelle ultime settimane, con un feeling con la vettura che sembra migliorare di volta in volta. Su una delle poche piste nella seconda metà del calendario su cui aveva avuto l’opportunità di correre anche nelle categorie propedeutiche, il giovane giapponese ha dato prova delle proprie qualità, centrando soprattutto l’accesso all’ultima manche sulla mescola media, l’unico ad esserci riuscito ad esclusione delle due Mercedes. Una scelta in controtendenza rispetto al resto della midfield, ma anche a quanto si era visto in altri appuntamenti, dove generalmente era Tsunoda a dover prendere il via con un compound più tenero. Per quanto in questo caso ci sia un elemento strategico anche da parte delle altre squadre di centro gruppo, è importante comunque sottolineare i progressi del talento nipponico dopo una prima metà di stagione di ambientamento. Una prestazione che assume toni ancora più importanti pensando che il tempo ottenuto nel primo tentativo del Q3, successivamente cancellato per aver superato i limiti della pista in uscita dall’ultima curva, sarebbe stato sufficiente per schierarsi davanti a Bottas. Un crono che purtroppo Tsunoda non è stato in grado di replicare negli ultimi minuti, complice un eccessivo sottosterzo: “Finora è stato un buon weekend ma, naturalmente, oggi sono un po’ frustrato: peccato per i track limits in Q3, il mio era stato un buon giro pur senza una scia. Comunque questo fine settimana ho ritrovato la mia fiducia e i risultati in pista lo mostrano: mi sono sentito bene in macchina come nella prima gara in Bahrain e questo è positivo. Sono davvero soddisfatto del mio giro in Q3 che mi permetterà domani di partire con le gomme medie. Finire la stagione con una bella qualifica è sicuramente un buon modo per finire la stagione, devo solo mettere tutto insieme domani per il momento che conta di più”, ha spiegato l’alfiere dell’AlphaTauri. A concludere la top ten saranno Esteban Ocon, autore di un’altra buona qualifica conclusa con l’accesso alla Q3, e Daniel Ricciardo, il quale probabilmente ha anche pagato un lavoro differente dagli altri sul giro secco, non riuscendo a trovare quei decimi necessari nell’ultimo tentativo a gomma nuova per allinearsi ai tempi dei propri avversari, in particolare nel terzo settore.

L’australiano della McLaren si troverà a doversi fronteggiare con le due Alpine, una davanti e una dietro, di cui curiosamente è anche stato un fattore nell’eliminazione in Q2 di Fernando Alonso. Nell’ultimo tentativo, infatti, lo spagnolo si era ritrovato nel traffico del pilota della scuderia di Woking, accusando un piccolo disturbo aerodinamico nell’ultima curva. Un disturbo che all’apparenza può essere minimo, ma che se si considerano i soli dodici millesimi di distanza che hanno diviso i due al termine della manche, assume un significato differente. Un episodio che l’asturiano non ha digerito, rimarcandolo nelle interviste: “La macchina era buona oggi, quindi è un peccato perdere la Q3 dopo i problemi sul finale. L’out-lap è stato selvaggio in Q2 e sembrava che non ci fossero regole. Mi ha ricordato quello che è successo in Austria, dove erano state date delle penalità. Sfortunatamente, non abbiamo nessuno che faccia da arbitro. Mi aspetto che potremmo recuperare qualche posizione, ma vediamo dove partiamo alla fine. Sono felice di avere la scelta di gomme libere, quindi ci dà l’opportunità di giocare un po’ con la nostra strategia”, ha spiegato Alonso. Un destino condiviso anche con altri piloti eliminati in Q2, tra cui Pierre Gasly, vittima del traffico in ben due diverse occasioni. Nel primo tentativo, completato su gomma media, il francese era stato vittima di un grosso snap in percorrenza di curva nove, il quale ne aveva compromesso il giro; nella speranza che un altro tentativo sullo stesso set potesse essere sufficiente per avvicinarsi alla qualificazione, il transalpino si era lanciato immediatamente alle spalle di Sebastian Vettel, il quale aveva appena concluso il suo giro, finendo largo in curva uno dopo aver subito l’effetto negativo dell’aria sporca. Nella speranza di poter superare il turno sempre con il compound a banda gialla nonostante la criticità del momento, il team aveva deciso di proseguire su quella strada anche nel tentativo finale, dove però il traffico non gli aveva permesso di completare un giro di preparazione pulito e trarre il massimo dagli pneumatici negli istanti decisivi, subendo così un’amara eliminazione. Un’eliminazione che hanno trovato anche Lance Stroll, Antonio Giovinazzi e Sebastian Vettel, anch’essi loro malgrado vittime del traffico. Con freni e coperture troppo fredde, nonostante il passaggio sulla soft, per l’italiano si era rivelato impossibile segnare un tempo sufficiente per passare il turno. Peggio è andata all’Aston Martin, la quale in realtà era uscita con qualche minuto d’anticipo per seguire un programma differente rispetto ai propri rivali, con due giri di preparazione prima del tentativo finale. Una tecnica che non ha pagato per il traffico, tanto che Sebastian Vettel si era dovuto letteralmente fermare in pista nella speranza di trovare il giusto spazio per lanciarsi, senza però trovare l’occasione giusta, soprattutto a causa del calo di temperature degli pneumatici e dell’impianto frenante. L’aspetto paradossale, tuttavia, è che se anche si fossero lanciati immediatamente, senza percorrere due tornate di warm-up, i piloti della squadra inglese sarebbero comunque rimasti invischiati nell’ingorgo, in particolare il tedesco, il quale si sarebbe ritrovato diverse vetture procedere a passo d’uomo nel terzo settore: “Non era il nostro giorno, principalmente a causa di problemi con il traffico. Sono stato trattenuto [da Esteban Ocon] in Q1, ma appena arrivato in Q2 dove ci sono stati ancora più problemi. Tutti i piloti stavano rallentando alla fine del giro e abbiamo visto alcuni piloti saltare il gruppo. Ho dovuto fermarmi e, di conseguenza, ho perso troppa temperatura delle gomme, il che ha rovinato il mio giro veloce finale. Avrei dovuto essere più egoista perché altri piloti non rispettano l’accordo di rimanere in ordine prima di iniziare il loro giro. Finiamo tutti allo stesso posto perché cerchiamo di massimizzare le sessioni [con gli stessi tempi] ma poi si hanno gli stessi piloti che saltano sempre la coda. Quindi partiamo dalla quindicesima posizione e speriamo di poter sorpassare molte macchine domani. Il nostro passo di gara dovrebbe essere competitivo quindi vediamo cosa possiamo fare”, ha spiegato un visibilmente infastidito Sebastian Vettel, che nel corso di questa stagione già in altre occasioni aveva trovato una eliminazione precoce per il traffico. La speranza è che il passo gara, generalmente più competitivo di quello sul giro secco, possa aiutare l’Aston Martin a risalire la classifica, specie su un tracciato che meglio si adatta alle caratteristiche della vettura rispetto alle ultime uscite.


Prosegue un’ultima parte di stagione difficile per la Williams, alle prese con la ricerca di una finestra per la gestione delle gomme che sembra aver smarrito. Nel corso della stagione, la monoposto di Grove aveva dimostrato di avere un buon potenziale in qualifica, confermato anche dai miglioramenti di Nicholas Latifi, ma le recenti difficoltà nel far funzionare le coperture sembrano aver rimandato indietro a vettura di diversi mesi, vanificando quei progressi che si erano potuti apprezzare verso metà stagione. Per l’ultimo tentativo, il team aveva provato un approccio diversificato, mandando in pista per primo il canadese con un discreto anticipo, mentre a George Russell sarebbe stata data l’opportunità di girare sul finale ma con un solo push lap. Una scelta per diversificare il giro di warm up, nella speranza di trovare proprio quella piccola finestra che, però, non è arrivata. “La macchina sembrava ok durante i nostri giri veloci ed ero davvero fiducioso che avremmo potuto passare alla Q2. Abbiamo fatto un giro veloce alla fine ma sfortunatamente le gomme non erano ancora pronte, quindi non abbiamo migliorato il nostro miglior tempo”, ha spiegato il britannico, il quale ha concluso alle spalle del suo compagno di squadra. Si conclude con un diciottesimo posto l’ultima qualifica di Kimi Raikkonen, piuttosto sfortunato sul finale della Q1. La bandiera rossa, causata da un birillo in mezzo alla pista, era comparsa proprio nel momento in cui il finlandese stava tornando in pista dopo aver imbarcato benzina sufficiente per fare più tentativi. Una interruzione che lo aveva visto tra gli ultimi a tornare ai box, facendogli così perdere tempo prezioso, tanto da non potergli più dare il tempo di effettuare due giri veloci e uno di raffreddamento degli pneumatici, come voleva il piano iniziale. Proprio per questo, a differenza della gran parte dei rivali, Raikkonen era rimasto con un solo tentativo in cui era stato sul malgrado protagonista di un errore nell’ultimo settore, vanificando un miglioramento che lo avrebbe messo in lizza per passare alla manche successiva. Senza la possibilità di effettuare un ulteriore run, il finlandese si è dovuto così scontrare con una eliminazione amara: “Ho fatto un giro abbastanza buono durante la mia ultima manche della Q1, il tempo sembrava buono, ma sono andato di traverso alla curva 13 e basta. È un peccato perché l’auto andava bene. Domani è un altro giorno, partiamo abbastanza indietro ma cercheremo di fare la migliore gara possibile e portare a casa un buon risultato”, ha dichiarato Kimi. A concludere lo schieramento, i due piloti Haas, con Mick Schumacher capace ancora una volta di battere il proprio compagno di squadra di oltre mezzo secondo.

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