F1 | GP d’Australia: l’analisi delle prove libere

L'analisi della prima giornata di prove a Melbourne: Mercedes preda, Ferrari cacciatrice

F1 | GP d’Australia: l’analisi delle prove libere

Dopo una lunga sosta invernale, finalmente si torna in pista a fare sul serio. Come da tradizione, la stagione si è aperta con le prime sessioni di prove libere in Australia, sul circuito cittadino di Melbourne. Una pista atipica paragonandola al resto del calendario, che riserva caratteristiche e sfide uniche nel suo genere.

Questo primo venerdì dell’anno si è aperto con una Mercedes in gran forma, subito veloce sia sul giro secco che sul passo gara, riprendendo esattamente da dove l’avevamo lasciata lo scorso campionato. È parsa un pochino più in difficoltà la Ferrari, la quale, però, si è concentrata su un programma di lavoro differente rispetto agli avversari, ed infatti il team di Maranello non ha neanche tentato una vera simulazione di qualifica: a fine giornata di piloti hanno dichiarato che ci sia ancora del lavoro da svolgere per trovare quel feeling con la vettura che è mancato nella seconda sessione di prove libere. La Red Bull è stata protagonista di una sessione un po’ particolare, in cui ha scelto un approccio completamente diverso per il long run di Max Verstappen, chiaramente con meno benzina considerati i tempi registrati dal giovane pilota di Hasselt. L’olandese è comunque rimasto soddisfatto di come sia andata la prima giornata di prove, anche se ha ben chiaro che i rivali, Mercedes in primis, si siano presentati a Melbourne in gran forma.

Alle spalle dei tre top team troviamo un positivo Kimi Raikkonen, sesto, il quale precede le due Renault di Nico Hulkenberg e Daniel Ricciardo, la Haas di Romain Grosjean e la Toro Rosso di Daniil Kvyat. In meno di tre decimi troviamo ben quattro team: la battaglia a centrogruppo potrebbe riservarci spettacolo in pista. Purtroppo, rimane fanalino di coda la Williams, poco competitiva sia sul giro secco che sui long run. La FW42 è sembrata immediatamente difficile da guidare e molto nervosa. L’aspetto più preoccupante al momento, però, non è solo la scarsa competitività della vettura in sé, ma anche la mancanza di pezzi di ricambio, che ha costretto i piloti a dover quasi guidare con i remi in barca al fine di non danneggiare la monoposto.

Le gomme

A partire da questa stagione è entrato in vigore un nuovo regolamento per l’identificazione degli pneumatici: ci saranno infatti solamente tre sigle, ovvero hard, medium e soft, con bande rispettivamente di colore bianco, giallo e rosso. Nell’idea del gommista italiano e di Liberty Media, questo dovrebbe semplificare la comprensione delle situazioni in gara per gli spettatori da casa. Naturalmente, però, al fine di avere un range di gomme che si adatti a tutte le piste del mondiale, Pirelli ha sviluppato un gamma di 5 diversi compound, identificabili come C1, C2, C3, C4 e C5. C1 rappresenta la mescola più dura del range, mentre la C5 è quella più soffice. Per questo appuntamento inaugurale della stagione, Pirelli ha portato i compound C2 (hard a banda bianca), C3 (medium a banda gialla) e C4 (soft a banda rossa), che, nonostante delle differenze di costruzione e di progettazione, dovrebbero ricordare rispettivamente la medium, la soft e la ultrasoft del 2018. Secondo i dati ricavati dal costruttore italiano, tra soft e media ci sarebbe un divario di circa un secondo, mentre tra media e hard il gap scenderebbe a mezzo secondo.

I top team

C’è stata un po’ di sorpresa nel vedere la W10 così bilanciata e veloce sin dai primi momenti, specialmente considerando quanto era emerso dai test invernali di Barcellona, ma le condizioni termiche favorevoli e le diverse caratteristiche della pista possono senza dubbio aver giocato un ruolo importante in quanto visto in questo venerdì australiano, senza contare quanto il team tedesco ci abbia abituato a giocare d’astuzia sulle performance della propria monoposto. Mercedes si è prestata a Melbourne senza novità tecniche di grande rilievo, ma si è concentrata sul mettere a punto ed affinare il pacchetto che era stato introdotto proprio a Barcellona, come confermato da Valtteri Bottas: “Ho sentito la monoposto molto meglio rispetto ai test di Barcellona. Non abbiamo portato in pista tante componenti nuove, ma siamo stati in grado di ottimizzare il pacchetto in modo più efficiente rispetto ai test pre-stagionali” ha commentato il finlandese. Gli fa eco il compagno di squadra, Lewis Hamilton: “Le sensazioni sono positive, la macchina mi ha dato le stesso risposte rispetto a Barcellona e trattandosi di due tracciati così differenti non era assolutamente scontato. Come inizio direi che non c’è male” ha aggiunto l’inglese. Sul giro secco la W10 è sembrata molto competitiva, seppur c’è chi, come Chris Horner, ritiene che l’assetto scelto dalla squadra di Stoccarda possa essere favorevole in modalità qualifica ma non sui long run: “I loro giri erano impressionanti, ma la vettura è sembrata molto rigida e difficile da guidare, non so quanto questo possa essere sostenibile per l’arco di un intero Gran Premio”. Dando un’occhiata ai passi gara mostrati dai piloti Mercedes, indubbiamente i due alfieri del team tedesco sono riusciti a fare la differenza in particolar modo sulla mescola soft nel corso del primo stint, con un vantaggio di più di mezzo secondo al giro sui rivali e con un consumo gomma costante, segno che per il momento la W10 sembra aver trovato un buon bilanciamento per questo tipo di compound. Una differenza che si riduce sensibilmente nella simulazione del secondo stint su gomma media, dove il passo mostrato è molto simile a quello della Ferrari, anche se i pochi giri/dati a disposizione lasciano qualche dubbio sull’evoluzione su un run più lungo.

Come dicevamo, la Ferrari è parsa in difficoltà rispetto ai rivali tedeschi, soprattutto nella seconda sessione di prove libere, quella più significativa per i tempi. La Rossa, però, si è concentrata su un programma di lavoro differente: entrambi i piloti che si ritengono tranquilli e fiduciosi in vista del proseguimento del weekend, nonostante nella seconda sessione di libere il feeling con la vettura non fosse dei migliori, come confermato dai due stessi alfieri della Rossa. “Per noi è stata una giornata difficile, la macchina non era come quella di Barcellona, ma so che la nostra vettura va forte. Speriamo di trovare le ragioni e migliorare domani” – ha commentato Sebastian Vettel a margine della FP2 -. “Non siamo ancora dove vorremmo essere non tanto in termini di tempo sul giro, ma soprattutto per feeling e maneggevolezza della vettura. Non abbiamo ancora preso le misure a questa pista così sconnessa, ma credo che domani sarà un giorno migliore. Se riusciamo a recuperare quel feeling possiamo migliorare molto in termini di tempo sul giro. I nostri tecnici sono molto bravi, sono tranquillo” ha poi aggiunto il tedesco. Nella mattinata con il fresco le sensazioni sembravano positive, ma nel pomeriggio, anche per via dell’innalzamento delle temperature (intorno ai 40°C d’asfalto e i 22°C ambientali), sembra che la SF90 abbia perso quel buon bilanciamento che si era visto a Barcellona. Durante la seconda sessione Vettel si è spesso lamentato di una vettura che soffriva di “wobbling”, in special modo nella prima parte del tracciato, più precisamente in curva 1 e in curva 4, dove c’è bisogno di avere un buon inserimento e di portare molta velocità. “Lina” sembra aver inoltre aver sofferto i tanti bump presenti su questa pista cittadina, e questo sarà un aspetto di cui si dovrà tener conto durante la scelta del set-up che verrà poi usato durante il resto del weekend. Dando un’occhiata ai passi gara, Sebastian e Charles si sono divisi i compiti, provando due strategie differenti: entrambi hanno completato il primo stint su gomma soft, mentre nel secondo run il tedesco si è concentrato sulla mescola media, il monegasco su quella dura, risultando l’unico tra i top team a provare questo tipo di pneumatico sulla lunga distanza. I tempi sulla soft lasciano poco spazio all’immaginazione, in quanto entrambi gli alfieri della Rossa hanno accusato un distacco piuttosto importante dai rivali teutonici, quantificabile in oltre mezzo secondo al giro. Sulla mescola media la situazione migliora notevolmente e sembra portare ad una sostanziale parità tra le due squadre, seppur, come accennavamo in precedenza, i pochi dati a disposizione lasciano qualche dubbio sul comportamento di questa mescola su uno stint prolungato. L’aspetto più interessante è proprio la simulazione sul compound duro completata con Leclerc, dove il monegasco è riuscito ad avvicinarsi sensibilmente ai tempi registrati nel corso del primo stint ma su mescola soft, con un divario quantificabile intorno ai 3 decimi, nonostante la differenza prestazionale tra i due pneumatici sia molto più ampia. Chiaramente ci potrebbe essere una differenza dovuta al carburante imbarcato, ma questo fattore da solo non fornisce un quadro completo della situazione. La conclusione che si potrebbe trarre da questa simulazione è che al momento la Rossa sembri soffrire la gestione del compound più morbido, con un progressivo miglioramento sulle mescole più dure, ma probabilmente ne sapremo di più domani con la terza sessione di libere. Anche se naturalmente è difficile pensare che in uno stint a parità gomma, la Ferrari si ritrovi ad essere solamente un decimo più veloce di Alfa Romeo e Renault come visto oggi. C’è inoltre da segnalare che verso fine sessione, proprio durante il long run sulla hard, Leclerc ha manifestato un problema al cambio sulla sua monoposto che potrebbe aver parzilamente compromesso la sua simulazione: dai box hanno immediatamente comunicato al monegasco una procedura per tentare di risolvere il problema (“driver default charlie 0”, dove driver default sta ad indicare dei settaggi presenti su un manettino del volante volti a gestire i vari allarmi della monoposto), anche se non è del tutto chiaro quanto e come ciò possa aver influito. Andando a cercare conferme dall’onboard, ci è parso che il monegasco avesse effettivamente qualche difficoltà nella cambiata e che tendesse spesso a “tirare” le marce piuttosto che a passare a quella successiva. Sarà una lunga notte quella che attende i tecnici Ferrari insieme ai ragazzi rimasti in fabbrica a Maranello, che dovranno comprendere come tirare fuori il meglio da questa SF90 e permettere ai piloti di trovare quel feeling che è sembrato mancare nel pomeriggio di venerdì, una situazione spesso vissuta già nel passato dagli uomini in Rosso. Ma citando un vecchio detto di un pilota che questo ambiente lo conosce molto bene “it’s only Friday”.

È stata una prima giornata in chiaro scuro anche per la Red Bull. La squadra anglo-austriaca è fiduciosa che il distacco mostrato sul giro secco dalla Mercedes possa essere sensibilmente minore rispetto a quello visto oggi, sia perché Max Verstappen ha incontrato del traffico durante la sua prova a serbatoi scarichi, sia perché in Red Bull credono che l’assetto scelto dai rivali tedeschi possa essere controproducente sulla lunga distanza. “In generale, la vettura si è comportata bene con le Medie e le Soft, ma abbiamo ancora bisogno di comprendere appieno le mescole” – ha commentato l’olandese a fine giornata -. “Il mio run è stato leggermente diverso dalle altre volte in termini di preparazione, c’è sicuramente tanto lavoro sul tempo sul giro. Vedremo i dati stasera per capire cosa possiamo migliorare”. Un po’ meno positiva la giornata di Pierre Gasly, che sul finire della sessione ha sofferto di un problema al motore che lo ha lasciato senza potenza. Dando uno sguardo ai passi gara, quanto mostrato da Max Verstappen è estremamente positivo, ma come confermato dal pilota stesso, il suo programma è stato differente da quello dei rivali, dato che ha imbarcato meno carburante. Su una pista come quella di Melbourne, 10Kg di carburante valgono oltre 4 decimi al giro, ed è quindi plausibile immaginarsi che l’olandese girasse con un quantitativo di benzina sensibilmente minore rispetto non solo a Ferrari e Mercedes, ma anche al proprio compagno di squadra. Parlando proprio di Gasly, la sua simulazione racconta che i tempi ottenuti nel primo stint su mescola soft sono abbastanza vicini a quelli della Rossa, seppur rimane un grosso distacco dai battistrada tedeschi. La situazione non sembra così promettente, invece, per quanto mostrato durante nella seconda frazione, dove i giri del francese sono più vicini a quelli di Leclerc su gomma hard rispetto a quelli di Vettel a pari mescola (medium).

La situazione a centro gruppo

Se la battaglia tra i top team non è ancora ben definita, la sfida a centro gruppo potrebbe riservarci delle belle sorprese. Sul giro secco in pochi decimi troviamo ben quattro squadre diverse, con l’esperto Kimi Raikkonen là davanti a dettare il ritmo.

Il finlandese è soddisfatto di quanto mostrato dalla sua Alfa Romeo C38 durante la giornata di oggi, seppur, come suo solito, non si è voluto sbilanciare sul resto del weekend. Un’informazione importante, invece, arriva dal suo compagno di team, Antonio Giovinazzi, il quale ha confermato che il pacchetto di aggiornamenti introdotto durante la seconda settimana di test a Barcellona sia ancora da scoprire e capire al 100%: insomma, non si tratta di una bocciatura, ma di un “rimandato a settembre”. La squadra italiana dal cuore svizzero si è comunque ben comportata per le strade di Melbourne e sul passo gara sembra aver la possibilità di giocarsela con la Renault per il titolo di “best of the rest”: naturalmente è difficile sapere con precisione i carichi di carburante imbarcati, ma le sensazioni sono senza dubbio positive per l’Alfa Romeo.

In casa Renault la situazione è a due facce, soprattutto per il neo-arrivato Daniel Ricciardo. Il pilota australiano ha sottolineato le difficoltà personali incontrate durante il suo primo venerdì nella squadra transalpina, in particolar modo sui long run: “Per quanto riguarda le prestazioni, queste sono difficili da interpretare. Sono contento degli short run, mentre i long run non sono andati poi molto bene. Abbiamo ancora tanto da capire della monoposto, probabilmente anche alcuni modi differenti di gestire il set-up della vettura. I long run di Hulkenberg sono stati migliori dei miei e abbastanza impressionanti”. Ci sarà quindi tanto lavoro da fare nella parte del garage dedicata al pilota di Perth. Possono essere invece soddisfatti nell’altra metà dei box, quella di Nico Hulkenberg: il pilota tedesco si è ben comportato sia sul giro secco che nella simulazione gara, dove è riuscito a staccare il compagno di squadra di un secondo netto.

Alle spalle di queste due squadre ci troviamo una situazione molto interessante, con un bel mix di Toro Rosso, McLaren, Haas e Racing Point, ognuno con i propri pregi e i propri difetti. La squadra italiana e Daniil Kvyat hanno mostrato segnali positivi sia nella prova di qualifica che nei long run: particolarmente incoraggiante è soprattutto il secondo stint su gomma media, dove il russo non è andato troppo distante dai tempi segnati da Nico Hulkenberg, seppur rimanga naturalmente l’incognita della quantità di carburante a bordo che potrebbe diventare grossa discriminante nel giudizio delle performance. È stata invece una giornata più complicata per i piloti del team di Woking. Sono tanti i problemi accusati dalla MCL34 nel venerdì australiano, ma Carlos Sainz Jr. crede che la vettura non sia lontana dalla top ten: “È stato piuttosto complicato per noi oggi, a causa di qualche problema al motore e al telaio che ci hanno rallentato” – ha detto lo spagnolo a fine giornata -. “Nonostante ciò siamo riusciti a fare dei giri che ci hanno dato delle buone indicazioni. Siamo nel mix con altri team in quella che sapevamo che sarebbe stata una lotta serrata a centro gruppo. Speriamo di poter risolvere i problemi e vedremo cosa succederà domani. Non siamo lontani dalla top ten e abbiamo ancora del margine, ma come tutti del resto” sono state le parole dello spagnolo. C’è ottimismo anche in casa Haas, dove i piloti si dicono soddisfatti di quanto emerso nella giornata odierna, seppur siano consci che la battaglia a centro gruppo sia molto accesa.

Non ha nascosto la propria delusione, invece, Sergio Perez, rimasto piuttosto frustrato da quanto mostrato dalla sua RP19 durante il primo venerdì dell’anno: “Queste due sessioni non sono state buone per me. Credo che ci sia tanto da lavorare per migliorare la monoposto in vista di domani. Il gruppo di metà classifica è molto vicino. Ho sofferto col bilanciamento della vettura. Questo è un aspetto che dobbiamo sicuramente migliorare, come ovviamente anche la gestione delle gomme. Al mattino abbiamo una pista molto fredda mentre al pomeriggio è molto calda. C’è tanto lavoro da fare”. La Racing Point si è presentata a Melbourne con diverse novità tecniche, soprattutto nella zona centrale della vettura, dove sono stati ridisegnati i bargeboard, i deflettori laterali e i supporti per gli specchietti, i quali sono andati ad aggiungeri al corposo pacchetto di aggiornamenti che era stato introdotto durante la seconda settimana di test invernali a Barcellona. Sia sul giro secco che sul passo gara le indicazioni non sono particolarmente entusiasmanti, ma come ben precisato dallo stesso Perez, la battaglia a centro gruppo è molto vicina, quindi un miglioramento durante la notte potrebbe portare la RP19 a giocarsi posizioni più rilevanti.

Giornata disastrosa, infine, in casa Williams, dove entrambi i piloti hanno denotato una mancanza di grip. Robert Kubica non si è tirato indietro nel parlare dei problemi che affliggono al momento la FW42, una monoposto difficile da guidare e da tenere in pista: “La macchina è difficile da guidare e se ti capitano dei danni lo diventa ancora di più. Se dico che fatichiamo anche solo per rimanere in pista, significa che il bilanciamento non è eccezionale. Ma non è una questione di bilanciamento, è una questione soprattutto di grip che ci manca”. Ad aggravare la situazione è arrivata anche la richiesta da parte del team di rimanere distanti dai cordoli, aspetto che ha complicato ulteriormente un contesto di ampia difficoltà. Le indicazioni purtroppo sono sconfortanti in quasi tutte le situazioni. Sul giro secco entrambi i piloti hanno accusato un distacco di quasi due secondi da chi li precedeva, nella fattispecie Lando Norris, ma la situazione diventa ancor più sconfortante andando a vedere il passo gara di Robert Kubica: circa due secondi e mezzo sia nel primo che nel secondo stint della sua simulazione.

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