F1 | Ferrari istituisce delle “sottobolle” per ridurre il rischio di contagio

Mekies: "Avremo i team di ogni vettura separati: "bolla macchina 5" e "bolla macchina 16"

Il direttore sportivo della Ferrari chiarisce che questa decisione non fa parte dei nuovi protocolli
F1 | Ferrari istituisce delle “sottobolle” per ridurre il rischio di contagio

La parolina magica di questo ritorno alle corse è sicuramente “bolla”. La Formula 1 si muoverà tutta insieme nei vari paddock europei per ridurre al minimo il rischio di contagio da Coronavirus e di contatto con la popolazione. In tempi di pace è solito incontrare il personale dei team per le varie città del mondo una volta che il lavoro in pista è terminato, ma in questo 2020 tribolato non sarà ovviamente possibile per non violare la bolla. La Ferrari, stando alle parole del direttore sportivo Laurent Mekies, creerà delle “sottobolle” all’interno del garage per evitare situazioni spiacevoli nel caso in cui uno o più membri del personale dovessero risultare positivi al Covid.

“Il paddock sarà una bolla in modo tale che tutte le procedure sanitarie possano essere applicate a tutti coloro che lavoreranno al Gran Premio – ha detto Mekies. All’interno di questa bolla però ci saranno delle altre bolle per ogni team, con nessuna o minima interazione tra una e l’altra anche della stessa squadra. Non vedrete le persone di una squadra chiacchierare con i membri di un’altra: questo non accadrà nelle prossime gare perché lavoreremo secondo i protocolli stabiliti. All’interno di una bolla di ogni team quindi ne faremo delle altre: probabilmente avremo la “bolla macchina 5” e la “bolla macchina 16”, e al loro interno altre “sottobolle” composte ognuna da ingegneri, meccanici e via dicendo, questo per essere i più cauti possibile e garantire che il numero di persone a contatto tra loro sia il minimo possibile”.

Il direttore sportivo della Ferrari però ammette che queste bolle potranno essere violate in caso di necessità: “Non è un regolamento, quindi non sei costretto a fare delle sottobolle, ma devi fare in modo che il team funzioni come una bolla, e questo è di nostra responsabilità. Lo facciamo, come già detto, per essere il più cauti possibile in caso di positività di un membro del personale. Quindi a seconda di come progetteremo la bolla, le interazioni e i contatti con le altre persone sarà limitato di conseguenza. Stiamo cercando di progettare il tutto in modo tale da non influire sulle nostre operazioni. Se dobbiamo fare qualcosa di urgente e quindi rompere la bolla secondaria per fare delle operazioni, lo faremo, ma come squadra saremo un po’ meno resistenti nel casso qualcuno dovesse risultare positivo al virus. E’ una decisione che prenderemo, nel caso, in totale autonomia”.

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