F1 | Che vergogna il processo mediatico alla Red Bull sul budget cap

Il tribunale dei social ha deciso: Red Bull al patibolo! Senza uno straccio di prova...

F1 | Che vergogna il processo mediatico alla Red Bull sul budget cap

Al rogo! Così sui social, perché senza uno straccio di prova, di dato, del più infimo elemento circostanziale, sulla base soltanto delle dichiarazioni ambigue e allusive dei team principal di scuderie rivali e ad articoli di giornali, le giurie popolari, i social, hanno stabilito che la Red Bull è colpevole di aver violato le norme sul tetto alle spese e che merita le più severe pene, quasi quasi andrebbe radiata, questa squadra imbrogliona, anzi diamo il mondiale 2021 a Hamilton e questo qui a tavolino alla Ferrari, fa comodo dopotutto.

Ma non funziona così; non dovrebbe mai funzionare così. Questa vicenda del Budget Cap – altamente complicata, contorta e arzigogolata come l’intera F1, è una trasposizione finanziaria della difficoltà di comprensione tecnica della categoria – ha dato vita ad un processo mediatico e ad una attenzione sempre mediatica fuori dal normale, perché pruriginosamente la gente si è affezionata all’idea di un grande crimine commesso, con la vana speranza di un ribaltone sportivo, dio solo sa quanto sia noioso raccontare di un dominio (l’ennesimo in F1) meritato e meritevole.

Troppo difficile aspettare, troppo difficile ricordare che vige la presunzione di innocenza fino a prova contraria – mentre qui la Red Bull è colpevole sin dall’inizio, sin dal primo articolo di giornale, dal primo rumor – troppo arduo ed intellettualmente onesto rispettare il principio per cui essere anche indagati (che poi alla Red Bull stanno facendo i conti in tasca lavorando sui documenti forniti anche dal team, non c’è un capo di accusa su cui si lavora, ma va be’) non equivale ad essere colpevoli, dato che in fase istruttoria gli “inquirenti” raccolgono anche elementi a favore dell’indagato.

Magari finirà tutto in una bolla di sapone, magari la Red Bull avrà sbagliato, poco o molto chissà. Ma gridare allo scandalo prematuramente, invocare le pene dell’inferno per questi imbroglioni, nel tentativo di delegittimare ciò che si vede in pista, è una operazione meschina, da frustrati, da tifosi poco imparziali, molto superficiali. Qualora non vi fosse stata alcuna violazione del tetto alle spese leggeremo che la Red Bull è favorita e la Federazione è poco seria. Tutto perché ci si è affezionati ad una tesi accusatoria, senza conoscere minimamente la materia della quale si discute.

La stessa FIA, tra le righe, ha dovuto “calmare gli animi” sottolineando come questa revisione dei conti dei team sia una operazione complessa, necessita di tempo, e che “in questi giorni sono state fatte troppe congetture e speculazioni infondate”. Come a dire, è materia finanziaria delicata, ci sono voci di milioni di euro messe a bilancio e allocate, è un lavoraccio, voi guardatevi i GP e inciuciate meno. Di questo si tratta, seguire il motorsport. Quella pista che che ci racconta che Verstappen in Giappone vincerà verosimilmente il mondiale perché guida l’auto migliore. Il popolo è pronto a delegittimarlo, sfogando le proprie frustrazioni sui social.

Ammettere che qualcuno è più bravo è troppo difficile, evidentemente. Ancora più difficile è aspettare serenamente il risultato di una analisi finanziaria senza stare lì a sbavare ricamando su una sorta di “budgettopoli” che ad oggi non esiste. Qualora poi dalle risultanze emergessero indizi gravi e obiettivamente compromettenti a carico della Red Bull questa sarà giustamente sanzionata. Ma il processo mediatico e sommario di questi giorni è una vergogna.

Antonino Rendina

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