F1 | Brembo, il GP Australia dal punto di vista dei freni

Alcune curiosità sul tracciato di Melbourne

F1 | Brembo, il GP Australia dal punto di vista dei freni

Orfana di Bernie Ecclestone, a cui è intitolato il premio istituito da Brembo nel 2011, la Formula 1 riparte per il settimo anno consecutivo dal GP Australia. Dal 24 al 26 marzo l’Albert Park Circuit di Melbourne ospita il 1° appuntamento del Mondiale 2017. Situato nell’omonimo parco, il circuito si snoda intorno all’Albert Park Lake. La pista, essendo solitamente aperta al traffico cittadino, è scivolosa ad inizio week-end. Con il passare delle sessioni, l’asfalto si gomma sempre più, aumentando anche le prestazioni in frenata: nel 2016 dalle prime libere del venerdì alla Q3 del sabato le monoposto migliorarono i loro tempi sul giro di 6 secondi.

L’aumento delle decelerazioni si traduce in un maggiore stress per gli impianti frenanti: cresce l’usura di pastiglie e dischi che raggiungono temperature molto elevate nonostante l’asfalto sia meno caldo di molte delle piste dell’emisfero boreale. Gli pneumatici di maggior dimensione, introdotti quest’anno, garantiscono una maggiore tenuta in curva: di conseguenza, gli spazi di frenata saranno inferiori rispetto al 2016 perché le auto potranno affrontare le curve a velocità superiori.

La variazione dei pneumatici si traduce anche in un aumento della coppia frenante e per ovviare ai maggiori consumi i dischi in uso nel 2017 hanno lo spessore maggiorato, oltre ad un maggior numero di fori di ventilazione. Secondo i tecnici Brembo l’Albert Park rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 10 si è meritato un indice di difficoltà di 8, identico a quelli ottenuti da altre piste tortuose come Monza, Baku, Sochi e Spielberg.

La pista australiana presenta 9 punti di frenata, per un tempo totale sul giro di utilizzo dei freni tra i più bassi del Mondiale: l’anno scorso la media oraria sul giro secco è stata la più alta dei primi 8 GP del campionato. Resta elevata la decelerazione media, di poco superiore ai 4 g, grazie alla presenza di ben 7 curve in cui viene registrato un valore superiore ai 4 g. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota ricorre ai freni oltre 510 volte, esercitando un carico totale sul pedale di oltre 62,2 tonnellate, equivalenti al peso di 95 monoposto di Formula 1 piloti inclusi. Detto in altri termini, ciascun pilota esercita un carico di oltre 7 quintali e mezzo al minuto. L’Albert Park è una delle piste del Mondiale in cui le monoposto dissipano la maggiore quantità di energia in frenata: in media una vettura raggiunge i 161 kWh, equivalenti al consumo orario di energia di oltre 1.200 Playstation4.

Delle 9 frenate di Albert Park 4 sono classificate come impegnative per i freni, mentre 3 sono di media difficoltà e 2 sono light. La più temuta è la curva 3 perché i piloti beneficiano del DRS e così raggiungono velocità di 312 km/h: la frenata è di 110 metri, una dozzina in meno del 2016, perché le monoposto vi arrivano più veloci e possono impostare la curva con una velocità maggiore. Per completare l’operazione i piloti hanno bisogno di 1 secondo e 30 centesimi di secondo durante i quali esercitano un carico di 163 kg e subiscono una decelerazione di 4,8 g. Molto difficile è anche la prima curva dopo il traguardo, anch’essa posizionata dopo una zona di utilizzo del DRS: la decelerazione è sempre di 4,8 g ma la frenata è contenuta in 94 metri e 94 centesimi di secondo. Rispetto all’anno scorso la frenata si è ridotta di una ventina di metri perché le monoposto 2017 entrano in curva a 164 km/h, a fronte dei 143 km/h del 2016.

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