F1 2026: il regolamento definitivo non è pronto, ma la FIA risponde alle (giuste) critiche

Tombazis: "I piloti non hanno ancora provato le regole finali, perché non sono state pubblicate"

F1 2026: il regolamento definitivo non è pronto, ma la FIA risponde alle (giuste) critiche

La FIA ha preso posizione sulle recenti critiche riguardo alla complessità delle monoposto previste per la stagione 2026 di Formula 1. L’organo regolatore ha definito “premature” le osservazioni avanzate da alcuni piloti e team, sottolineando l’obiettivo di trovare un equilibrio tra tecnica e spettacolo in pista. Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore tra qualche mese, introduce novità sostanziali per telaio, aerodinamica ed erogazione di potenza. Leclerc, dopo le prime simulazioni, ha parlato di sensazioni “molto diverse”, mentre Alex Albon ha messo in evidenza una maggiore complessità di gestione.

Lo stesso team principal della Williams, James Vowles, ha confermato che i piloti dovranno affrontare un carico di lavoro superiore e uno stile di guida diverso, al punto da creare un gruppo di studio interno dedicato. Nikolas Tombazis, responsabile tecnico FIA, ha spiegato che i commenti attuali non possono tener conto della versione definitiva del regolamento: “I piloti non hanno ancora provato le regole finali, perché non sono state pubblicate”.

Una frase a dire il vero parecchio grave, visto che ormai siamo a settembre e non si ha ancora nero su bianco il regolamento definitivo sul prossimo ciclo tecnico, nonostante i team siano ormai al lavoro sulle monoposto da quasi nove mesi e (in teoria) nella fase finale del progetto. Tombazis ha comunque ammesso che senza una parte di automatismi il lavoro al volante potrebbe diventare più impegnativo, e proprio per questo la Federazione sta valutando quali funzioni automatizzare e quali lasciare sotto il controllo diretto del pilota.

Tra gestione e libertà di guida

Il rischio è quello trasformare le corse in una “partita a scacchi” basata sulla sola gestione dell’energia, ma la FIA non vuole cadere in questo estremo. Allo stesso tempo, non si punta a una Formula 1 ridotta a sterzo, acceleratore e freno: l’obiettivo è trovare una via di mezzo che lasci margine al pilota per attaccare, difendersi e prendere decisioni senza essere sopraffatto da parametri troppo complessi. Con l’arrivo di aerodinamica attiva, gestione dell’energia per giro e modalità Manual Override, i fattori da considerare aumenteranno. Una parte del sistema sarà resa trasparente al pilota, così da non interferire in fasi cruciali come la percorrenza di curva.

Albon ha anche osservato che i piloti più “intelligenti” potrebbero sfruttare a proprio vantaggio le nuove regole, sebbene abbia poi ridimensionato l’uso della parola “abuso”. Tombazis ha confermato che la componente mentale fa già la differenza oggi e continuerà a farlo in futuro: “Già da vent’anni la capacità di pensare oltre la guida ha un peso decisivo, lo era ai tempi di Schumacher e lo è ancora oggi”.

Secondo la FIA, la gestione dei nuovi parametri sarà parte delle competenze richieste a un pilota di alto livello, ma non dovrà oscurare le abilità fondamentali: frenata, percorrenza di curva, scelta delle traiettorie e ricerca del limite. “L’abilità principale rimane quella di guidare la macchina al massimo delle sue possibilità”, ha ribadito Tombazis, ricordando che la tecnica sarà uno strumento di differenziazione, ma non l’elemento centrale.

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