Audi spiega il suo no alla Formula 1: “Troppa politica e poca competizione”

Secondo la casa dei quattro cerchi a mancare in Formula 1 è la competizione pura

Audi spiega il suo no alla Formula 1: “Troppa politica  e poca competizione”

Con cadenza pressoché semestrale tornano a farsi insistenti rumors a riguardo di un possibile interessamento del gruppo Volkswagen per fare il suo ingresso in Formula 1, voci che hanno iniziato a circolare ad ampio raggio soprattutto dopo il passaggio di Stefano Domenicali nel board della casa dei quattro cerchi. Tutti sognavano di vedere l’Audi in Formula 1. Non ha nascosto di desiderarlo Bernie Ecclestone, ma forse più di tutti a volerlo era la Red Bull, che sperava di poter avere a propria disposizione un motore competitivo.

Il colosso tedesco non è interessato al Circus. A confermarlo è stato Wolfgang Ullrich, Responsabile di Audi Motorsport, che ha lasciato intendere come il marchio tedesco, impegnato in DTM, WEC, TT Coup e GT, non abbia alcun interesse nei confronti della Classe Regina del Motorsport: “È 22 anni che mi chiedono se Audi entrerà in Formula 1 ogni sei mesi. Per il momento abbiamo deciso che non è ancora il momento giusto per provarci – ha commentato il manager – Attualmente non c’è alcuna opzione plausibile per vedere Audi in Formula 1, non abbiamo alcuna intenzione di provarci”.

Nonostante la difficile situazione dei Red Bull, che più di tutti si sarebbe augurata un ingresso da parte dell’azienda tedesca nella speranza di avere a propria disposizione un motore competitivo, secondo il manager tedesco ad allontanare Audi dalla Formula 1 è la politica che regola la Categoria: “Abbiamo preso una decisione. Se le cose cambieranno non vedo perché non potremmo ripensarci su – ha chiosato Ullrich, che non ha chiuso le porte alla Formula 1 – Attualmente però non siamo interessati, lo ribadisco: non è il momento giusto. Il modo in cui viene gestita la Formula 1 è la principale motivazione che ci ha spinto a non prendere in considerazione la Categoria. È tutto un insieme. Bisogna che ci sia più competizione sportiva e meno politica”.

Eleonora Ottonello

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