Ordini di scuderia: What is ridiculous?

Ordini di scuderia: What is ridiculous?

“This is ridiculous!”. Partiamo con questo Team Radio, trasmesso dalla Federazione durante il GP di Germania.

Fernando Alonso si rivolge così, diretto al suo ingegnere di pista Andrea Stella, nei confronti di Felipe Massa dopo uno dei due tentativi di sorpasso andati a vuoto nei confronti del compagno di squadra.

Ci sono due premesse da elencare prima di affrontare l’argomento che tiene banco dopo il GP di oggi.

1) Innanzitutto, dopo Spa 2009 – ultima perla di Kimi Raikkonen – la Ferrari è tornata a vincere con pieno merito e senza approfittare dei problemi di chi stava davanti, come in Bahrein nella gara inaugurale della stagione.

Per la prima volta nel 2010, la Scuderia ha dato la sensazione di avere in mano il pallino del gioco, e di poter gestire al meglio il vantaggio tecnico su questa pista. Complimenti quindi a chi ha reso possibile un weekend come questo. Tra una settimana, all’Hungaroring in quel di Budapest, avremo la prova del nove sui progressi di Maranello, nella speranza che questa gara non sia un fuoco di paglia.

2) Più passano gli anni e più la nuova configurazione di Hockenheim fa rimpiangere il vecchio tracciato. E’ stato un colpo al cuore vedere l’elicottero in volo riprendere i vecchi rettilinei abbandonati e coperti di erba. L’attuale circuito è anonimo, senza senso. Senza contare il fatto che per permettere la modifica del 2002 è stato disboscato più di quello che è risorto nelle parti abbandonate.

Ma veniamo al dunque.

La vittoria di oggi è stata caratterizzata dal sorpasso tra Alonso e Massa, che ha portato di fatto lo spagnolo a vincere il GP di fronte al compagno di squadra, piuttosto affranto (per non dire inbufalito) sia durante la cerimonia del podio, sia in conferenza stampa post gara.

I due piloti della Ferrari quest’anno sono stati protagonisti più volte di episodi discutibili o quanto meno poco limpidi. Ricordiamo che i due, in passato, hanno avuto trascorsi non proprio felici. Ci riferiamo per esempio all’episodio del Nurburgring nel 2007, con le accuse di toccata reciproca e la litigata in mondovisione dopo l’arrivo.
Riguardo quest’anno c’è stato qualche gesto di disappunto in gara a Melbourne di Alonso, quando era più veloce del compagno ma è restato dietro fino a fine gara.
In Cina, lo stesso spagnolo ha sorpassato di forza Felipe nella corsia box spingendolo verso l’esterno.
A Silverstone, due settimane fa, il contatto tra i due nel complex dopo la prima curva ha portato Felipe in fondo allo schieramento. Oggi, un nuovo episodio.

Non vogliamo essere ipocriti. I giochi di squadra in F1 ci sono sempre stati, ci sono e sempre ci saranno. Questo è un dato di fatto inconfutabile e impossibile da evitare. I team trovano SEMPRE il modo di mascherare un sorpasso tra compagni di team per ragioni di classifica.

L’attuale regolamento, però, sotto l’articolo 39.1 recita quanto segue:

“Team orders which interfere with a race result are prohibited.”
“Gli ordini di squadra che interferiscono con il risultato di gara sono proibiti”

Si può discutere sull’adeguatezza di questa regola.
La sua introduzione risale al 2003, successivamente al fattaccio di Zeltweg. Rubens Barrichello regalò la vittoria a Michael Schumacher a 100 metri dal traguardo su ordine di scuderia dell’allora Team Manager Jean Todt.
E la mente oggi è andata a quell’episodio.

“Let Michael pass for the Championship” fu l’ordine del francese nei confronti del pilota brasiliano, che scatenò una montagna di polemiche.
Allora il campionato era all’inizio ma già praticamente ipotecato. L’ordine di scuderia, in quel caso, fu decisamente fuori luogo. In primis perchè Schumacher poteva già godere di un ottimo vantaggio in classifica, secondariamente perchè in quell’occasione Rubens fu decisamente superiore al compagno per tutto il weekend, e avrebbe meritato ampiamente la vittoria. Lo stesso Schumacher, forse infastidito da quell’ordine non necessario, si presentò sul podio imbarazzato e fece poi salire sul gradino più alto il compagno brasiliano, quasi a scusarsi per una decisione non sua.
Azione che portò poi ad una multa di un milione di dollari da parte della Federazione nei confronti della casa di Maranello per l’inosservanza della procedura del podio.

L’articolo 39.1 in vigore attualmente, come detto, vieta gli ordini di scuderia, ove questi possono essere dimostrati, ovviamente.
E’ facile da intuire che un “piano di lavoro” può essere benissimo orchestrato e preparato nel briefing pre Gran Premio, in modo da non essere costretti a “correre ai ripari” durante la gara. Ed è facile da capire che in Ferrari questo Briefing non sia stato fatto nella mattinata, con la convinzione che Alonso sarebbe scappato al via e che Massa si sarebbe accomodato alle spalle dell’asturiano.
Si è venuta così a creare una situazione anomala, che ha portato ad una gestione ancora più anomala da parte del muretto Ferrari.
Il tutto con conseguenze che probabilmente avranno strascichi in futuro, soprattutto per la gestione psicologica di Felipe Massa.
Per quanto l’articolo 39.1 sia aggirabile, le modalità con le quali oggi è stato scavalcato sono più che obiettabili.

Quello di oggi, infatti, è parso tutto tranne che un sorpasso “legittimo”, cercato, voluto e trovato. Che poi si sia parlato a fine gara di problemi di trazione per la Ferrari di Felipe in uscita dal tornantino è un altro discorso.
Inoltre, l’episodio è avvenuto proprio nella prima gara in cui la Federazione ha vietato alle scuderie di nascondere le comunicazioni radio tra piloti e muretto.
Abbiamo così potuto assistere ad una sorta di ordine di scuderia in diretta, e anche ad una nuova umiliazione (ancora ai danni di un brasiliano), 8 anni dopo quella subìta da Rubens Barrichello a Zeltweg nel Gp d’Austria, a favore di Michael Schumacher.
Umiliazione non tanto per la decisione in sé. Perchè una squadra ha tutto l’interesse di far ottenere più punti al pilota davanti in classifica, e Alonso è più avanti di Massa. E questo è un punto a sfavore per chi sostiene che la F1 è uno sport in cui quello che conta alla fine è il campionato costruttori. Anche se c’è da dire che fino ad ora le possibilità di vittoria finale dello spagnolo non erano altissime e si sono solo risollevate lievemente dopo la gara di Hockenheim, in attesa di Budapest.
Umiliazione perchè un pilota che, dopo un anno di calvario dovuto ad un incidente che gli ha fatto rischiare la vita, si ritrova primo meritatamente in gara con qualche secondo di margine e si sente dire via radio a parole SCANDITE:“Fernando..is..faster..than..you……DID..YOU..UNDERSTAND..THE..MESSAGE?” viene distrutto psicologicamente.

Forse non c’è più spazio per il romanticismo in F1, forse non c’è mai stato, forse gli interessi sono troppo grossi per lasciare spazio a certi discorsi. Resta il fatto che Felipe, oggi, ha corso come nessuno (muretto incluso) avrebbe immaginato, e avrebbe meritato una vittoria che, ad un anno esatto dal botto di Budapest, avrebbe avuto un risvolto fondamentale per lui, soprattutto dal punto di vista psicologico.

Il “Sorry” di Rob Smedley a sorpasso avvenuto via radio a Felipe, e le prese di posizione del muretto a fine gara, chiariscono come la prestazione del brasiliano abbia colto di sorpresa anche gli Ingegneri e gli strateghi del Cavallino, costretti così a rimediare ad una situazione inattesa.

La teoria secondo la quale Alonso fosse più rapido di Massa non regge. Il best lap dello spagnolo, 1:15.880, è stato di appena 2 decimi più veloce di quello del brasiliano (1:16.097), e a parte i giri appena successivi al sorpasso il ritmo dei due è stato equilibrato. Anzi, in alcuni frangenti Felipe è stato più veloce per alcune serie di giri, arrivando fino a 4 secondi di vantaggio. Inoltre non sapremo mai se Alonso sarebbe riuscito a passare “regolarmente”, soprattutto alla luce del fatto che i due precedenti tentativi erano andati a vuoto.

L’analogia con l’episodio di Zeltweg 2002 ci sta, perchè di manovra evitabile si tratta. Tranne per il fatto che ai tempi gli ordini di scuderia erano permessi (al contrario di oggi) e che ad uno Schumacher infastidito da una decisione comunque a suo favore si contrappone un Alonso che, dopo due tentativi di sorpasso non riusciti ai danni del compagno trova “ridiculous” come non gli venga data strada.

Ribadiamo che non sono i giochi di squadra in sé ad essere errati, così come la regola che li vieta è abbastanza ipocrita, facilmente aggirabile e andrebbe eliminata per evitare disguidi.
Resta il fatto che il modo di applicare tali gerarchie rende la condotta di gara indigesta o meno agli occhi degli addetti ai lavori (piloti compresi) e di chi guarda da casa lo spettacolo della F1. Se allarghiamo poi il discorso a chi scommette su questo o quel pilota, abbiamo chiara la situazione.

Per concludere, quella che poteva essere una giornata splendida per la Ferrari si è rivelata tale solo dal punto di vista materiale. Doppietta indiscutibile, F10 inavvicinabile, bottino pieno.
Al di là di quelle che saranno le ripercussioni dovute alle inchieste partite subito dalla Federazione e le eventuali sanzioni, dal punto di vista etico rimane l’amaro in bocca. Il volto di Felipe sul podio e in conferenza stampa la dice lunga sulla giornata vissuta dal brasiliano. Ad un anno dal botto di Budapest, forse un po’ più di tatto avrebbe reso questo weekend ancora più splendido. Per tutti.

Una domanda sorge spontanea: “What is ridiculous?”

Alessandro Secchi

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