Ventuno anni senza Ayrton Senna

Ventuno anni sono passati da quel tragico primo maggio del 1994, quando il più compianto pilota della storia della Formula 1 terminava la sua corsa contro la curva del Tamburello sul circuito di Imola.

Nel 2014, per i 20 anni dalla scomparsa di Ayrton Senna, in tutto il mondo non sono mancate le celebrazioni in ricordo del pilota brasiliano, ma ancora oggi, ogni anno che passa, i suoi tifosi, le persone che lo hanno amato e ammirato, coloro che l’hanno conosciuto e quelli che c’erano, così come quelli che sono nati dopo la sua scomparsa, continuano a ricordarlo come se ci avesse salutato solo ieri.

Ayrton non ha avuto il tempo di vincere quanto altri piloti, i suoi record negli anni sono stati battuti, ma a lui solo sembra sia stato concesso il privilegio di entrare nei cuori di qualsiasi appassionato di Formula 1, e non solo.
La sua forza dentro e fuori la pista era rappresentata da quel carisma che stregava chiunque incrociasse il suo sguardo, e che negli anni ha rapito chiunque abbia assistito anche a un suo solo giro di pista.

Il fascino delle sue gesta al volante, la sua determinazione e testardaggine come pilota, la sua anima grande nei confronti delle persone meno fortunate di lui, il suo sorriso sempre pronto a conquistare chiunque incontrasse, hanno fatto sì che il brasiliano entrasse nella leggenda.
Il suo paese lo ha sempre acclamato come un dio e anche 21 anni dopo la sua morte Ayrton è vivo come allora.

Un guerriero della Formula 1, che da quel maledetto primo maggio è diventato immortale. Non solo perché se n’è andato troppo presto ma anche perché, nel Circus di oggi, dove sono solo il business e la tecnologia a farla da padrone, il suo ricordo ci riporta con nostalgia indietro nel tempo, a quella Formula 1 in cui i piloti erano davvero in nostri eroi e le gare delle vere battaglie. Così le imprese di Ayrton rimarranno indelebili come quegli anni.

Nina Stefenelli