Raikkonen si confessa: il mondiale, la vita privata, la Ferrari

Raikkonen si confessa: il mondiale, la vita privata, la Ferrari

Non si da' vittoria senza una coppa. Kimi Raikkonen, che nel 2007 si e' aggiudicato il Campionato Mondiale Piloti, la sua, pero', non l’ha con sé, anzi confessa di non sapere dove si trovi di preciso. "Posso pensare sia nella fabbrica Ferrari insieme agli altri trofei da me vinti," dichiara. "Devo ricordarmi di chiederlo. D’altronde quella coppa la voglio ad ogni costo, ho fatto tanto per ottenerla".

Inizia con toni leggeri, quasi scherzosi, l’intervista che il pilota finlandese ha concesso al quotidiano tedesco Bild. Sotto la lente d’ingrandimento, per una volta, non sono tanto le prodezze agonistiche dell’alfiere di Maranello, quanto il suo lato piu' intimo e personale. A cominciare dagli affetti piu' cari, come la moglie Jenni, presenza rara in occasione dei weekend di gara. "Nel suo caso non si tratta di esorcizzare la paura," precisa Raikkonen, "semplicemente si annoia. Farei anch’io cosi' al suo posto. (Jenni) ha la sua vita e i suoi hobby. Con lei mi piacerebbe piuttosto andare piu' spesso a cavallo. Ma la mia allergia al pelo di questi animali e' troppo forte".

Kimi, marito comprensivo, ma non ancora pronto per altri, impegnativi passi: "Voglio dei bambini," racconta, "ma non prima di smettere di correre. Al momento non ho il tempo necessario a formare una famiglia, mi sposto senza un attimo di tregua da un luogo all’altro. Per mia moglie e la mia famiglia ci voglio essere".

A quanti gli rimproverano di essersi ammorbidito rispetto ai tempi in cui inseguiva, da Freccia D’Argento, la consacrazione iridata, Raikkonen replica: "Quando gareggio, punto in alto, persino un terzo posto non mi andrebbe piu' bene. Sono qui per vincere". Il pilota finlandese, sempre piu' integrato in terra emiliana, tanto da dichiarare che la Ferrari potrebbe rappresentare l’ultima scuderia in carriera ("Qui sono felice, perché dovrei andarmene?"), sottolinea di essersi liberato da un’ombra invadente, quella di Michael Schumacher: "È storia," conclude, "e io molto spesso non perdo tempo a confrontarmi con il passato. Di sicuro (Michael Schumacher) ha esercitato a lungo la sua influenza sul team, plasmandolo, ma questo per me non conta. Io guardo solo a cio' che mi sta davanti".

E se fossero ancora i tempi record fatti registrare dal campione di Kerpen in occasione dei primi test pre-campionato? "Non ne sono rimasto impressionato, non era trascorso neanche un anno dal ritiro. Un pensionato fuori dal comune come lei non avrebbe potuto dimenticare cosi' in fretta".

Ottavia Molteni

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