La Formula 1 e gli Sponsor
“Da tanti anni schiero vetture per gente come Trintignant, Bonnier, Moss e Siffert con due scopi: divertirmi e rimetterci dei soldi. Ora è tutto finito. Se pubblicizzo i miei prodotti rischio perfino di guadagnarci e questo non mi piace affatto. Un’epoca è finita. I soldi vinceranno sulla passione.” [Rob Walker]
In principio le vetture di Formula 1 erano schierate secondo i colori della propria nazione. Rosso per l’italia, verde per la Gran Bretagna, blu per la Francia, giallo per il Belgio e bianco o argento per la Germania. Sono memorabili infatti le vetture di casa Ferrari o Alfa, rosse come il ferro rovente, le verdissime Lotus come la 25, e le frecce d’argento, come la carenatissima W196. Ma dopo il 1968 la storia della Formula 1 cambiò radicalmente. Furono legalizzate nel campionato le sponsorizzazioni, e a volte, ora, dopo tanti anni la prima immagine che si associa al nome di una vettura è proprio la sua livrea, colorata a seconda dei vari sponsor del team.
Facciamo un viaggio alla scoperta delle leggende e dei colori che hanno reso uniche queste vetture.
In rigoroso ordine alfabetico troviamo la Benetton: per due anni, nel 1992 e ’93 fu gialla, con i colori della Camel, nonché macchina che vide trionfare per la prima volta in gara il campionissimo Schumacher: Benetton B192. Quella, invece, che accompagnò il tedesco sul trono del campione del mondo vestiva Mild Seven: blu e verde (poi blu e bianca): Benetton B195.
Memorabile nei ricordi dei più appassionati la Brabham BT46B, la wing car per eccellenza, che era praticamente un’ala d’aereo al contrario: rossa sponsorizzata Parmalat. Il team poi cambierà completamente colori, che diventeranno bianco e blu e la sponsorizzazione fu Parmalat e poi Olivetti: Brabham BT49C/D.
Non è forse una vera leggenda ma ha sempre conservato la sua livrea: parliamo della British American Racing, più comunemente conosciuta come BAR. Bianca con i colori rosso e grigio “Lucky Strike” per tutti gli anni di competizione nel campionato.
Bene o male la Ferrari non è mai ricordata per uno sponsor in particolare. La Ferrari, infatti, è riuscita a creare qualcosa di unico, qualcosa che ricollega le auto rosse alla leggenda. Di sponsor vistosi nella sua lunga storia ce ne sono stati solo tre circa, di cui ricordiamo la Agip, la Fiat e la Vodafone, ma quello che conta ed è sempre contato per la Ferrari è stato l’inconfondibile colore rosso.
La Jordan è rimasta per ben 12 anni dello stesso colore: giallo. Dal 1997 al momento del suo ritiro dalle competizioni, lo sponsor principale è stata l’azienda di spedizioni DHL che ha imposto il suo colore distintivo anche alle livree della vettura di Formula 1: Jordan EJ12
Seconda leggenda del motorsport – e qui ci sarebbe da scrivere parecchio – la Lotus. La prima “sponsorizzata” fu la gloriosa Lotus 72, che vestì più di una livrea: inizialmente era rossa e oro, sponsorizzata Gold Leaf, poi nacque la leggenda: la storica sponsorizzazione con la John Player Special donò alla scuderia inglese i colori nero e oro che si ricordano sia sulla 72, che sulla Lotus 79 di Mario Andretti, nonché sulla Lotus 98T, guidata da Senna nella sua prima stagione con il team inglese. Per quattro annate questa scuderia cambiò radicalmente i suoi colori, passando al giallo della Camel: Lotus 99T. Ora, seppur lo sponsor principale sia la Total e Rexona, i colori della Lotus ricordano molto quelli delle leggendarie “John Player Special”.
Abbandonata la sua iniziale livrea arancione, di cui pochi si ricordano, la McLaren vestì da subito i colori rosso e bianco della Marlboro e della Texaco: McLaren M23. E quando si pronuncia il nome “McLaren”, tutti gli appassionati di Formula 1 pensano a quella chicane di Suzuka, con le due vetture bianco e rosse ferme una accanto all’altra: McLaren Mp4- 5. Successivamente la livrea del team di Woking divenne nera e argento, della West: McLaren Mp4-12; per poi cambiare ancora in argento cromato (e in alcuni tratti rossa) della Jonny Walker (poi Vodafone): McLaren Mp4-21.
La Mercedes, seppur presente per poco nei primi anni della Formula 1 moderna, può dirsi una vera leggenda del circus, perché quello che poteva vincere, lo ha vinto. Ricordiamo infatti le mitiche frecce d’argento di Fangio e Moss che fecero incetta di successi nel 1954: Mercedes W196. Tornata alle competizioni nel 2010 la Mercedes ha conservato la sua originale livrea di colore argento, sfumandola in qualche tratto con un verde acqua a causa della sponsorizzazione Petronas. Ora con lo sponsor BlackBerry si vede anche del nero sulla leggendaria auto di stoccarda.
In quanto, per definizione, Redbull Racing Team, la livrea di questa scuderia non è variata di molto, tanto più che l’esordio in Formula 1 risale appena al 2005. La Redbull è sempre stata vestita di blu, con i suoi due imponenti tori dietro all’abitacolo.
Il giallo è sempre stato il colore che ha contraddistinto le vetture della Renault. Prima gialle e bianche all’epoca di Arnoux: Renault RS10, con sponsor proprio Renault ed Efl, poi gialle e azzurre nei più recenti anni di Alonso, con sponsor principale Mild Seven: Renault R23.
Veniamo ora a un costruttore che ha regalato alla Formula 1 alcune delle auto più spettacolari di sempre. Ebbene sì, stiamo parlando della Tyrrell. Sin dall’origine vestita di blu, i capolavori arrivano con le vetture guidate da Jackie Stewart, che lo portano al successo nel mondiale piloti, sponsorizzare principalmente dalla Elf: Tyrrell 006/2. Ma la leggenda arriva con la Tyrrell P34, la magica sei ruote, blu completa o blu e bianca sponsorizzata Elf, Michelin, e Koni.
La Williams ha avuto parecchie livree, ognuna diversa dalle altre in tutto e per tutto, ma ora ne vogliamo ricordare solamente due che hanno fatto la storia: la Williams FW14B, il mostro che dominò la stagione 1992, gialla bianca e blu, con sponsor principale “Camel”; la Williams FW18, blu e bianca, livrea con sponsor principale “Rothmans” che accompagnò il team inglese per tre stagioni, mentre la macchina conquistava ben due titoli piloti.
Ora da qualche anno la tendenza sta cambiando ancora: più che le vetture sono i piloti che sono famosi per i loro sponsor. Avremo ancora vetture leggendarie, ricordate per i loro colori e le loro sponsorizzazioni, o ci ritroveremo con piloti ricordati solamente per i loro “leggendari” sponsor?
Matteo Bramati
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