Il brusco risveglio della F1, ma la Ferrari non ha deluso
Verstappen ad oggi invincibile. Tanta noia e un plotone di sconfitti
C’avevamo sperato, almeno un po’, provando ad interpretare gli indizi dei test pre stagionali o delle prove libere. La lettura si è rivelata in parte errata, condizionata dall’inconscia, ingenua, forse sciocca, voglia di assistere ad uno spettacolo meno scontato.
E invece Max Verstappen ci ha messo giusto il tempo di qualche giro dell’inaugurale GP del Bahrain per riportarci tutti per terra. Al tre volte campione del mondo sono bastate pochissime tornate per spezzare i reni ai rivali e per far ripiombare la Formula 1 nel suo torpore, in stile 2023.
Verstappen ad oggi è inattaccabile. Gioca con il cronometro a suo piacimento, complice una monoposto che è impeccabile nel comportamento in pista e sulle gomme. Lo stint finale con le mescole morbide, in cui ha improvvisamente abbassato il suo miglior crono per poi tornare a salire coi tempi, rende l’idea del margine della (sua) Red Bull rispetto al resto del gruppo.
Dietro Max, un plotone di sconfitti. A partire dal team mate Perez, bravo però a massimizzare il suo ruolo di scudiero del fenomeno (guida pur sempre la RB20). A cascata le altre scuderie, la triste processione di chi questa Formula 1 a effetto suolo la subisce più che aggredirla.
È una schiera di delusi. La Aston Martin, grande sorpresa del 2023, è poco più di un’auto da zona punti. La McLaren – che pur aveva impressionato durante la scorsa stagione – ha disputato un GP anonimo. La Mercedes ha fatto la voce grossa con il DT James Allison dopo i test, autoproclamandosi seconda forza, ed è invece crollata nella gestione delle gomme dure, soffrendo anche problemi di surriscaldamento.
Verstappen vince. Tutti perdono. Anche la Ferrari. Che almeno rispetto alle dirette concorrenti (per il ruolo di seconda forza) tiene fede alle aspettative, dimostrando un bel passo avanti rispetto al 2023 e riuscendo quantomeno a salire sul podio con una buona SF-24.
Al netto dello sfortunato e improvvido problema ai freni patito da Leclerc, la Rossa si è confermata velocissima in qualifica – non una novità, ma una importante conferma – e aveva il ritmo per giocarsi il secondo posto in gara con Perez. Ovvero contro una Red Bull. Mica poco.
Insomma se Atene piange, Sparta non ride, ma può sorridere. Almeno un po’. Per “sopportare” con un dolce terzo posto del determinatissimo Sainz la tanta amarezza per l’ennesimo anno già scritto, blindato, controfirmato, della massima categoria.
Antonino Rendina
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