GP Stati Uniti – Ferrari: un duplice podio scacciacrisi, ma manca ancora qualcosa…

Seconda e terza in Texas, in ottica 2018 la Ferrari è allo stesso tempo vicina e lontana al quel sogno chiamato mondiale...

GP Stati Uniti – Ferrari: un duplice podio scacciacrisi, ma manca ancora qualcosa…

Proprio non ce n’è, e – dopo la gara di Austin – non resta che constatarlo con onestà intellettuale. Lo scatto al semaforo di Seb c’aveva fatto balzare dal divano, c’aveva illuso, dietro l’angolo sembrava rispuntata quella Ferrari ammirata prima dell’estate e solo a sprazzi dopo, capace di dettare l’andatura e risultare nel complesso più competitiva della Mercedes sulla distanza.

Mai abbaglio fu più vano e ingannevole. Pochi metri, pochi passi,  risposta demoralizzante, quasi deprimente, dello scatenato Hamilton, con la Freccia d’argento – magistralmente trascinata da un fuoriclasse in stato di grazia – pronta a rimettere le distanze, a gettare nel nulla fiumi di parole su quel tanto atteso sorpasso prestazionale che dopotutto sembrava nell’aria.

Perché se il secondo posto di Vettel – per giunta non proprio a posto con l’assetto – e il terzo di un ottimo Raikkonen rappresentano un piccolo spiraglio di luce dopo le tre orribili (non) gare asiatiche, bisogna al contempo prendere atto di come la Mercedes goda ancora di un vantaggio considerevole, e più la Ferrari prova ad avvicinarsi, più Brackley fa un altro passetto avanti, ricordandoci di essere (ancora) capace di una superiorità sprezzante.

Ad Austin Lewis Hamilton ha fatto il bello e il cattivo tempo, la Rossa s’è difesa come ha potuto, confermandosi seconda forza, tenendo a bada – con le buone e con le cattive – una Red Bull che pure cresce e spaventa. Proprio i “bibitari”, complice l’estro e il talento dello spettacolare duo Verstappen-Ricciardo, si candidano ad un ruolo da protagonisti assoluti nel prossimo mondiale. Senza dilungarci in questa sede sulla scelta di penalizzare Verstappen, con i giudici della FIA solerti a interpretare letteralmente il regolamento.

Il Cavallino in questa stagione, lunghissima, illusoria, emozionante nel bene e nel male, s’è guadagnata il diritto di iscriversi alla lista dei pretendenti. Ma la corona iridata dista ancora un po’; sviluppo (il diffusore nuovo di Seb andava?), assetto (i problemi con le gomme), versatilità (SF70H allergica alle curve veloci in appoggio). La vittoria non è mai stata così vicina, la vittoria non è mai stato così lontana. Si soffre.

Antonino Rendina


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