Formula 1 | Verstappen si esalta in Qatar: gli appunti sulla domenica di gara di Pirelli

Gli appunti di strategia di Pirelli sull'ultimo GP Qatar a Lusail

Formula 1 | Verstappen si esalta in Qatar: gli appunti sulla domenica di gara di Pirelli

Formula 1 GP Qatar Pirelli – Max Verstappen ha conquistato la sua nona vittoria stagionale al termine di un movimentato Gran Premio del Qatar. L’olandese ha imposto il proprio ritmo sin dalla prima curva, superando George Russell e mantenendo la leadership fino alla bandiera a scacchi.

Il podio è stato completato da Charles Leclerc, secondo con la Ferrari, e Oscar Piastri, terzo su McLaren. Con questo successo, Verstappen raggiunge quota 63 vittorie in carriera, consolidando il suo dominio nella stagione in corso. Red Bull, invece, sale a 122 successi complessivi nella sua storia in Formula 1. Per Piastri, il risultato rappresenta il decimo piazzamento tra i primi tre in 45 gare disputate.

Le scelte strategiche e l’andamento della gara in Qatar

Tutti i piloti, con l’eccezione di Nico Hulkenberg, hanno optato per gomme Medium al via. Hulkenberg, unico su Hard, ha variato la strategia rispetto alla maggioranza. La tattica di effettuare una sola sosta si è rivelata la scelta predominante, con le squadre impegnate a gestire al meglio le coperture, specialmente durante il primo stint.

La fase iniziale è stata segnata da incidenti al primo giro, costringendo alcuni a pit-stop anticipati. La maggior parte dei concorrenti ha comunque allungato l’utilizzo delle Medium oltre metà gara, tranne Russell, che ha cambiato al 23° giro, seguito da Valtteri Bottas e Kevin Magnussen in rapida successione. Dal 34° giro sono iniziati i passaggi obbligatori alle Hard, agevolati dalle neutralizzazioni in pista.

L’impatto della safety-car

Tre ingressi della safety-car hanno influenzato significativamente le strategie. Durante le ultime due neutralizzazioni, alcune squadre, tra cui Williams e Racing Bulls, hanno tentato un azzardo montando gomme Soft. Tuttavia, il degrado accentuato della mescola C3 ha impedito di ottenere benefici concreti su un tracciato particolarmente severo per gli pneumatici. Il Gran Premio del Qatar si chiude con un’altra prova di forza di Verstappen e con riflettori puntati sulle scelte strategiche, elemento cruciale in un appuntamento così imprevedibile.

Mario Isola, Direttore Motorsport di Pirelli

È stato un fine settimana per noi molto intenso ma ce lo aspettavamo. In gara abbiamo registrato due forature del pneumatico anteriore sinistro sulle vetture di Sainz e di Hamilton. Come da procedura, analizzeremo nel dettaglio ciò che resta di queste gomme, insieme ad una selezione di altri pneumatici, che saranno inviate ai nostri laboratori di Milano, nonché i dati di telemetria in nostro possesso e le immagini delle telecamere a bordo delle monoposto. Allo stesso tempo, saranno effettuati anche i consueti controlli sullo stress cui sono sottoposti i pneumatici.

Questa è una pista che ha delle caratteristiche piuttosto peculiari: molto severa in termini di energie esercitate sulle gomme e di usura sul battistrada, senza però determinare un degrado prestazionale. È chiaro che questo insieme di fattori può creare una situazione in cui siano raggiunti livelli di usura al limite, con le squadre che cercano comunque di allungare il più possibile lo stint al fine di massimizzare il risultato: ne abbiamo avuto una conferma anche oggi.

Avevamo visto nella gara Sprint di ieri un livello di usura che, in alcuni casi, aveva raggiunto il 100% su vetture che erano partite con circa un terzo del quantitativo di carburante imbarcato oggi alla partenza. Su questo tracciato, il pneumatico più soggetto ad usura è l’anteriore sinistro e non è un caso che le due forature si siano verificate su questa gomma: quando si arriva a certi livelli bastano anche dei piccoli detriti per determinare situazioni come quelle viste oggi.

Per il resto, il livello di prestazione delle mescole più utilizzate, C1 e C2, è stato molto simile e, come detto in precedenza, con un degrado veramente limitato. Di conseguenza, il livello di gestione dei pneumatici è stato praticamente nullo, coi piloti che hanno potuto spingere a loro piacimento, pur avendo scelto – nei fatti – la strategia ad una sola sosta”.

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