Formula 1 | Ferrari, Vasseur limitato nelle decisioni: è scontro con Benedetto Vigna?
Ambiente tutt'altro che sereno a Maranello, e Leclerc incontra il presidente Elkann
Mattinata tumultuosa, almeno così sembra, in casa Ferrari. All’orizzonte sembrano esserci diversi scenari che non fanno certamente sognare in grande i tifosi della Rossa. Frederic Vasseur, team principal da poco di più di due mesi, secondo il Corriere dello Sport e La Gazzetta dello Sport sarebbe già ai ferri corti con Benedetto Vigna, amministratore delegato della Scuderia di Maranello. Il manager francese, abituato a ruoli decisionali forti, essendo stato appunto CEO anche del gruppo Sauber prima del suo avvento in Italia, sembrerebbe non gradire i diversi paletti imposti dal dirigente natio di Potenza. Insomma, nel sodalizio di Hinwil era a tutti gli effetti un parigrado, ma adesso sembra che abbia le mani legate. Fa un po’ specie, effettivamente leggere di questi dissapori dopo appena due mesi, perché diverse questioni sarebbero dovute emergere nel momento dell’accordo tra le parti.
Il clima in Ferrari non può certamente essere tranquillo dopo l’avvio disastroso in Bahrain e i grandi proclami letti nei mesi scorsi. Da notizie immotivatamente sensazionalistiche, passando a dichiarazioni un po’ troppo audaci da parte dello stesso Vigna, al quale non si possono discutere tutti i successi ottenuti in carriera, ma ecco, in ambito Formula 1 forse bisognerebbe un attimo pesare certe parole, specialmente con lo stemma del Cavallino Rampante sul petto. L’addio di David Sanchez delle scorse ore ha come scoperchiato il vaso di Pandora: il francese di Montpellier, prossimo a quanto pare alla McLaren non sarebbe stato accompagnato alla porta, bensì avrebbe capito l’aria che tirava in fabbrica per cercare posto altrove, e stando a indiscrezioni, anche per il direttore sportivo Laurent Mekies potrebbe toccare a breve lo stesso destino.
Dopo il ridimensionamento di Rueda quindi e l’addio di Sanchez, il timore in casa Ferrari che possano esserci altri tagli è più che concreto, ma questa maretta, chiamiamola così, tra Vigna e Vasseur alimenterebbe tensioni che, permettetecelo, non servono a nulla. Cosa serve? Un team principal che, come in tutte le squadre di Formula 1 che si rispettino abbia poteri decisionali all’interno della scuderia, perché altrimenti questo cambio al muretto tra Binotto e Vasseur sarà servito quanto il due di coppe quando la briscola è a bastoni. In Ferrari funziona in modo diverso, ci sono passaggi decisionali e politici troppo lunghi e complicati e che non permettono di stare al passo con i rivali.
Charles Leclerc dopo il ritiro in Bahrain
La Rosea oggi scriveva anche dei malumori di Leclerc, il quale ha chiesto un incontro con il presidente John Elkann al rientro dal nefasto Gran Premio del Bahrain. Il monegasco è evidentemente stufo di non avere a disposizione una macchina (e a questo punto un team, ndr) in grado di farlo competere con Max Verstappen e la Red Bull, ed essersi confrontati in merito non fa altro che alimentare le voci di un ambientino non proprio idilliaco in quel di Maranello. Il progetto della SF-23, evoluzione della macchina dello scorso anno è stato chiuso tra fine novembre e inizio dicembre, come logica vuole, per avere il tempo materiale di produrre i pezzi. Nulla di sbagliato sotto l’aspetto procedurale quindi, ma evidentemente alcune cose in fase di progettazione non sono andate nel verso giusto visto il gap importante con i rivali.
Saranno settimane di passione in Ferrari, bisognerà capire la direzione che l’azienda vuole prendere per il futuro, quanto la Formula 1 sia al centro del progetto e come gestire due posizioni molto forti come quelle di Benedetto Vigna, amministratore delegato, e Frederic Vasseur, team principal. La sensazione è che il manager francese voglia rivedere l’organigramma dei tecnici, anche perché quel “Ho capito dove sono i problemi” subito dopo il Gran Premio del Bahrain sembra essere passato inosservato a molti, ma può voler dire tanto sull’ambiente attuale in quel di Maranello. Dall’altra parte c’è lo “scoglio” politico che in un modo o nell’altro deve andare incontro alle esigenze della squadra corse, altrimenti saremo punto e a capo.
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